La storia degli scontrini detraibili dalle tasse

La parola d’ordine è “contrasto d’interessi”. E il piano del governo per gli scontrini detraibili, su cui ha appena ricevuto la delega dal parlamento, promette per la prima volta di attuarla. Ma, scrive oggi il Sole 24 Ore che dedica la prima pagina dell’edizione del mercoledì sull’accaduto, il rischio è che l’operazione si traduca in una perdita di gettito da parte dello Stato.

scontrini detraibiliScontrini detraibili: i numeri dei bonus contro l’evasione dal Sole 24 Ore

SCONTRINI DETRAIBILI DALLE TASSE – Per favorire l’emersione di base imponibile, la delega dispone l’emanazione di disposizioni per dare attuazione al cosiddetto contrasto di interessi fiscali fra contribuenti, ovvero la contrapposizione dell’interesse del venditore con quello del compratore, che comporta l’ampliamento della detraibilità degli scontrini fiscali per combattere l’evasione. Le maggiori entrate che arriveranno dal contrasto all’evasione fiscale (al netto di quelle necessarie per il mantenimento degli equilibri di bilancio) e dalla progressiva limitazione dell’erosione fiscale saranno destinate esclusivamente al Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale, istituito dal decreto-legge n. 138/2011. Al Fondo saranno interamente attribuiti anche i risparmi di spesa derivanti da riduzione di contributi o incentivi alle imprese, che devono essere destinati alla riduzione dell’imposizione fiscale gravante sulle imprese. Già alla fine di febbraio il governo aveva parlato di confronto tra informazioni con l’anagrafe tributaria:

Per favorire l’emersione di base imponibile, la delega prevede l’emanazione di disposizioni per dare attuazione al cosiddetto «contrasto di interessi fiscali» fra contribuenti, ovvero la contrapposizione dell’interesse del venditore con quello del compratore, che comporta l’ampliamento della detraibilità degli scontrini fiscali per combattere l’evasione. Le maggiori entrate rivenienti dal contrasto all’evasione (al netto di quelle necessarie per il mantenimento degli equilibri di bilancio) e dalla progressiva limitazione dell’erosione fiscale saranno destinate esclusivamente al Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale.

Ma il primo piano vero e proprio risale al luglio 2013 e al governo Letta.

LE TASSE E IL GOVERNO RENZI – Il rischio però è che l’operazione finisca per abbassare il gettito complessivo dello Stato: lo sconto d’imposta si applicherebbe sia agli acquisti che oggi sono in nero (e che riemergerebbero), sia agli acquisti che oggi sono regolari. Il rischio è che il gioco non valga la candela, come spiega il quotidiano di Confindustria: «In ambienti governativi era circolata, alcune settimane fa, anche qualche stima: con una detraibilità del 20% lo Stato ci guadagna sicuramente se il nero che emerge è all’80% delle vendite documentate. Ma per quanto l’evasione sia una piaga per l’economia italiana, nessuno studio si è mai spinto a stimarne un livello medio dell’80%».

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