La storia dei portaborse assunti come colf
04/01/2014 di Dario Ferri
La storia la raccontano i giornali di oggi, e in particolare Libero e il Fatto. In omaggio ai tagli dei costi della politica, l’assemblea regionale siciliana ha votato una legge che dimezza le spese di segreteria dei deputati. Ma nella legge è compreso anche l’inganno: niente limiti per chi regolarizza i collaboratori entro il 2013. E l’unico modo per farlo è con un contratto di lavoro domestico. Una foto del contratto tratta da Libero:
Spiega il Fatto in un articolo a firma di Giuseppe Lo Bianco:
Nelle ultime due settimane del 2013 ne hanno assunti in fretta e furia un centinaio circa, oltre gli 85 già stabilizzati dai gruppi parlamentari, una vera invasione cui non si sono sottratti neanche i grillini, compiuta approfittando delle maglie lasciate aperte dalla legge sulla revisione di spesa approvata lo scorso 18 dicembre: la norma ha ridotto i compensi per i collaboratori amministrativi ma ha previsto un regime transitorio, fino al 2017, per i contratti in vigore al 31 dicembre 2013.
Rosario Crocetta ha parlato di iniziativa di cattivo gusto. Ma a quanto pare è servito a poco:
COSÌ È SCATTATA la corsa all’assunzione da parte dei deputati di tutti gli schieramenti di decine di persone pagate, da ciascun parlamentare, con i 3.180 euro messi a disposizione dal bilancio dell’Assemblea per altri tre anni. C’è chi ne ha assunto uno, chi due, dopo essersi preoccupati di rispettare la legalità: i deputati, infatti, non sono né enti né imprese, e per assumere devono attingere alla fantasia più creativa, in questo caso inventando una novazione contrattuale destinata probabilmente a fare scuola tra la casta vincolata alla spending review. “Il contratto delle colf è l’unico che prevede la tipologia utilizzabile da una persona fisica, qual è un deputato – ha spiegato l’onorevole Alice Anselmo, dell’Udc – si tratta genericamente di servizi alla persona e all’interno del contratto da colf è prevista anche una categoria di servizi amministrativi. Per questo motivo io e molti altri colleghi abbiamo scelto questa soluzione’’.
Mentre LIbero spiega nel dettaglio come funziona l’inghippo:
La nuova normativa, infatti, oltre a prevedere la riduzione degli stipendi ai deputati da 11.780 a 8.300 euro netti, ha anche disposto che dalla prossima legislatura l’ammontare massimo delle spese per la propria segreteria non possa superare i 60 mila euro. E dunque, con la nuova legge viene meno la somma di 3.180 euro che ogni deputato incassava per queste voci di spesa. E tuttavia, ecco che in «Zona Cesarini» in soccorso dei parlamentari è arrivata una norma transitoria, che ha previsto la possibilità per i parlamentari regionali di continuare, fino al 2017, ad usufruire della somma, da utilizzare esclusivamente per i portaborse, a patto, però, che questi siano assunti entro il 31 dicembre del 2013. Da qui, la corsa alle assunzioni e alle regolarizzazioni dei contratti di collaborazione, fatta negli ultimi giorni dell’an – no da diversi deputati del parlamento siciliano, pur di non perdere il privilegio e continuare a incassare gli oltre tremila euro mensili.