La strana (e costosa) storia del portale della vergogna Italia.it
19/09/2014 di Stefania Carboni
Italia.it, il portale di promozione turistica, che pesava nelle casse pubbliche almeno 20 milioni di euro, rischia di chiudere. Unicity, la società che gestisce la creatura web da giugno 2012 ha avviato il recesso unilaterale dal contratto stipulato con Promuovitalia, società del ministero dei Beni culturali che si occupava della promozione del brand Italia ora in liquidazione. Promuovitalia non paga da tempo i servizi redazionali del portale. Il suo commissario liquidatore Antonio Venturini, sotto l’ok del ministro Dario Franceschini, non vedrebbe altre vie d’uscita in una situazione in cui i 10 redattori (esterni, giovani e motivati) non ricevono uno stipendio da febbraio. Un colpo niente male in vista dell’Expo 2015 che ora perde una delle sue “vetrine” virtuali.
STORIA DI UN COMMA INCOMPLETO – Perché chiude? Partiamo dai costi, ricostruiti in modo certosino dalla testata Wired. Il costo redazionale si aggira intorno ai circa 30 mila euro al mese, minimo in confronto ad altri paesi: «Per averne una misura – sottolinea Marina Della Croce su Wired – basta considerare che la Croazia ha investito solo per la promozione online delle sue mete turistiche 4,2 milioni di euro, l’Irlanda quasi 10 milioni, offline incluso, per il solo autunno 2014». Eppure, all’articolo 16 della legge di fine luglio (106/2014) dallo stesso Franceschini si auspicava un potenziamento del portale:
al fine di realizzare e distribuire una Carta del turista, anche solo virtuale, che consenta, mediante strumenti e canali digitali e apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati, di effettuare pagamenti a prezzo ridotto per la fruizione integrata di servizi pubblici di trasporto e degli istituti e dei luoghi della cultura
A quanto ammonti tale potenziamento non è dato saperlo.
LA CLAUSOLA SALVACONTRATTO – Ed è qui che viene il bello. Promuovitalia ha chiuso il bilancio 2012 in rosso. Il disavanzo, come ben segnala il blog Tuttosbagliatotuttodarifare doveva esser coperto dal socio unico ENIT: 229.087 euro su 291.679 euro di disavanzo. Senza contare il bando di 2.030.000 euro più IVA, per i servizi tecnici al portale del portale riaggiudicata il 30 marzo 2012 ad Unicity per 1.548.000 euro da giugno 2012 fino a giugno 2015. Il bilancio 2013 di Promuovitalia non è stato ancora pubblicato. Non solo: a luglio 2014 è stata rimandata la sua approvazione segno che, nella migliore delle ipotesi, il disavanzo è cresciuto rispetto a quello risaputo in precedenza. Ora, con un commissario liquidatore, si è riusciti a non dare i contributi a Unicity grazie alla clausola dell’art. 11.6 ovvero il recesso del contratto per “sopravvenuti motivi di pubblico interesse”. E l’ENIT, che partecipa al 100 per cento in Promuovitalia, con un bilancio di previsione del 2014 in crisi non vive in buone acque. Come ricorda il blog:
Il bilancio di previsione 2014 di ENIT mostra peraltro come l’Agenzia in commissariamento difficilmente sarebbe in grado di “coprire” nell’esercio 2014 tale importo “straordinario” a sua volta.
Entro fine anno il commissario straordinario di ENIT, Cristiano Radaelli, dovrebbe comunque presentare il piano di trasformazione dell’Agenzia ENIT in ente di diritto pubblico, con l’approvazione di un nuovo statuto.
Ora, considerati i tempi medi necessari per espletare una qualsiasi gara nella PA (enti di diritto pubblico compresi) e visti anche i precedenti storici (sia di Promuovitalia che di ENIT), c’è il rischio, o forse la matematica certezza, che il portale italia.it rimanga completamente fermo, dal punto di vista redazionale, forse per un anno o più.
Nessuna certezza insomma per i redattori di Italia.it. La bacchetta magica è nelle mani di ENIT e in molti dubitano che ci siano dei fondi potenziali per poterla usare.
(Foto di copertina da archivio LaPresse di Daniele Leone)