La strana morte di Riccardo Magherini e quel video in cui implora «Non ammazzatemi»
12/03/2014 di Redazione
Sono stati ascoltati questa mattina negli uffici del palazzo di giustizia Guido e Andrea Magherini, padre e fratello di Riccardo Magherini l’ex calciatore cresciuto nel vivaio della Fiorentina morto lo scorso 2 marzo a 40 anni non ancora compiuti dopo essere stato bloccato dai carabinieri in Borgo San Frediano, a Firenze. Non sono state ancra chiarite le cause della morte improvvisa dell’uomo, ma l’autopsia ha escluso che sia stata causata da eventi traumatici o violenze. Al momento sono in corso esami istologici e tossicologici per capire queli sostanze avesse ingerito Magherini quella notte e cosa possa aver causato l’arresto cardiaco. La polizia giudiziaria e Luca Bisori, l’avvocato della famiglia dell’uomo deceduto, stanno ascoltando numerosi testimoni per ricostruire ciò che è accaduto a Borgo San Frediano. Acune persone infatti hanno raccontato di calci e percosse da parte dei militari, mentre i familiari dell’uomo hanno bloccato la cremazione del corpo.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Magherini, padre di un figlio di due anni, si era da poco separato dalla moglie e dopo essere tornato a vivere con la madre ha affittato una stanza in una pensione a San Frediano. Aveva un passsato e forse anche un presente da consumatore di sostanze stupefacenti. La sera in cui è morto, Magherini sveglia il quartiere con delle urla lancinanti: è convinto di essere inseguito, strappa il cellulare ad un pizzaiolo, entra in un’auto, esce, entra in un’altra pizzeria per poi andarsene sbattendo contro una porta a vetri, riporta Repubblica. I carabinieri sono stati avvisati e quando arriva la prima pattuglia, lo trova in ginocchio per strada. I due carabinieri cercano di tranquillizzare l’uomo che non presenta alcun segno di aggressività. Arrivano anche gli amici del pizzaiolo derubato e Magherini gli riconsegna il telefono. In seguito cerca di allontanarsi, ma viene fermato dai militari. Uno di loro gli ammanetta una mano, ma Magherini si divincola e colpisce in fronte uno dei carabinieri. Tutti e tre finiscono per terra, a quel punto l’ex calciatore viene sopraffatto e viene ammanettato ad entrambi i polsi. Secondo le procedure di immobilizzazione l’arrestato deve rimanere a terra ed essere bloccato. Mentre arriva l’ambulanza uno dei militari rimane a terra addossato a Riccardo, tenendo le mani sulle manette.
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LA MORTE DI MAGHERINI ED IL VIDEO – Magherini si dispera e si divincola ma d’un tratto smette di farlo. Arriva l’ambulanza della croce rossa con tre paramedici a bordo. Uno di questi si china sull’uomo e e gli applica al dito un ossimetro, che serve a misurare il livello di ossigeno nel sangue. In condizioni normali la percentuale di emoglobina satura di ossigneno nel sangue è sopra il 95%, in questo caso il valore era 0. Secondo quanto ricostruito, sembra che uno dei volontari, pensando ad un malfunzionamento dell’apparecchio, abbia posto la mano davanti al naso di Magherini, dicendo poi “Respira”. Viene chiamata una seconda ambulzanza ed al 188 viene chiesto un intervento per sedare l’arrestato, anche se questi è già immobile. All’arrivo del secondo mezzo di soccorso il paramedico sceso dalla vettura si rende conto che Riccardo è in arresto cardiaco. A quel punto vengono messe in pratica tutte le manovre rianimatorie, ma per Magherini non c’è nulla da fare. Questi gli elementi finora raccolti che ricostruiscono – ancora in modo incompleto – quello che è successo il giorno in cui Magherini ha perso la vita. Entro la prossima settimana l’avvocato Bisori consegnerà in procura un video girato con un telefonino da un testimone, nel quale non si vedrebbe quasi nulla, ma si sentirebbe l’ex calciatore gridare «Non ammazzatemi, ho un bambino». Per Bisori «Da questo quadro emergono profili di possibile negligenza di coloro che sono intervenuti. Si tratta di capire se le negligenze effettivamente ci sono state e se hanno avuto un ruolo nella morte di Riccardo Magherini. Se non ci fossero state forse oggi Riccardo sarebbe ancora vivo. Me lo chiedo e spero che le indagini possano darci una risposta», riporta Repubblica.