La verità sulla morte di Gheddafi
17/10/2012 di Tommaso Caldarelli
Human Rights Watch non ha cessato un minuto di indagare su ciò che è successo sulla strada in cui Muhammar Gheddafi è stato ucciso lo scorso anno. In un lungo rapporto, oltre 50 pagine di ricerca, HRW afferma che le autorità libiche non sono state efficacemente in grado di indagare a fondo quello che successe al convoglio dell’ex-dittatore.
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WAR CRIMES – Di più, emergono delle prove che farebbero pensare a dei veri e propri crimini di guerra sulle spalle dei militi del Libya Transitional Council.
“I miliziani di Misurata avrebbero catturato, disarmato membri del convoglio di Gheddafi e,dopo essersene assicurati il controllo totale, li sottoposero a brutali pestaggi. In seguito li hanno giustiziati, quasi 66 dei catturati sono stati uccisi, presso il vicino Hotel Mahari”. Questo quanto afferma HRW nel suo rilascio che accompagna il dossier appena pubblicato. Ci sono varie prove, fra cui una prova video, che accompagna queste affermazioni.
LE PROVE – Nel video c’è un grande gruppo di miliziani in detenzione, “insultati e maltrattati”.
Grazie alle foto dell’obitorio “è stato chiarito che almeno 17 dei detenuti visibili nel video girato col telefonino sono stati poi giustiziati all’hotel Mahari”, ma non sono le uniche prove che l’organizzazione non governativa ha raccolto: ci sono interviste ad ufficiali dell’opposizione, membri sopravvissuti del convoglio, membri delle forze che hanno ucciso Gheddafi, rintracciati in strutture detentive o in private abitazioni. Fa notare HRW che un comportamento del genere, ovvero uccidere combattenti catturati, è un crimine di guerra secondo la legge militare; e per questo le autorità civili e militari devono andare a fondo di questa storia ed indagare “crimini di guerra ed altre violazioni della legge umanitaria internazionale”.
RESPONSABILITA’ – Anche perché le autorità libiche hanno sempre sostenuto che Muhammar e Mutassim Gheddafi sono morti “nel fuoco incrociato”, cosa che, almeno per Mutassim, il figlio del Rais, sarebbe tutt’altro che vero perché ci sono prove di un suo trasferimento al Mahari. Per quanto riguarda Muhammar, i video mostrano che fu catturato vivo sebbene gravemente ferito e poi fu maltrattato, pugnalato con una baionetta; quando fu caricato sul camion era certamente morto. “Queste uccisioni costituiscono le più grandi esecuzioni di detenuti da parte delle forze anti-Gheddafi durante il conflitto di otto mesi in Libia”, secondo HRW: l’Ong ha già informato le autorità libiche di transizione dopo la caduta di Tripoli, ma nulla è stato fatto. Se la Libia non si muoverà autonomamente, potrebbe intervenire la Corte Penale Internazionale.
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