Strage di migranti, Renzi: «Il problema è in Libia»

Si aggrava il bilancio delle vittime del naufragio avvenuto due giorni fa di fronte alle coste libiche. Sono stati infatti tre i gommoni travolti dalle onde del mare in tempesta, non soltanto quello con 105 migranti a bordo, 29 dei quali – tra i 15 e i 20 anni – morti di freddo. A fornire informazioni sono stati innanzitutto i nove superstiti recuperati da un mercantile italiano e arrivati questa mattina a Lampedusa grazie a una motovedetta della Guardia Costiera. Nelle ultime ore il numero delle vittime è continuato ad aumentare: l’Unchr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ora parla di quasi 330 morti. Un numero che, purtroppo, sembra trovare conferma dai racconti dei sopravvissuti e che potrebbe anche essere destinato a salire. Il “problema non e’ Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’Europa di fare di più, e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo”. Cosi’ Matteo Renzi ha commentato sulle problematiche di immigrazione rese oggi drammaticamente attuali dall’ennesima strage in mare. Lo ha detto a Sky Tg24.

 

Migrants who survived a shipwreck are escorted as they arrive at the Lampedusa harbour(Foto da archivio LaPresse. Credit: Antonio Parrinello / Reuters)

 

STRAGE DI MIGRANTI, IL BILANCIO DELLE VITTIME:

I nove sopravvissuti, originari del Mali e del Senegal, recuperati dal rimorchiatore a oltre cento miglia da Lampedusa, erano in due su un gommone e in sette sull’altro. Uno di loro è un minore. Una volta arrivati a Lampedusa hanno raccontato di essere partiti sabato scorso dalle coste libiche insieme a un terzo barcone sul quale viaggiavano i 105 profughi soccorsi da due mercantili, 29 dei quali sono morti assiderati mentre venivano trasportati a Lampedusa dalle motovedette della Guardia Costiera. Complessivamente oltre al gommone con 29 morti assiderati e 76 superstiti c’erano almeno altri due con sui quali viaggiavano altre 210 persone. Secondo le cifre fornite da Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, sarebbero per la precisione 232 i profughi morti nel Canale di Sicilia. «In tutto erano tre i gommoni. Su altri due gommoni c’erano più di 210 persone. Di queste ne sono state tratte in salvo solo nove», ha spiegato all’Adnkronos Sami. «Le vittime potrebbero essere anche 300», ha fatto sapere invece Barbara Molinari dell’Unchr. Un numero confermato anche dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, secondo cui sarebbero complessivamente 420 le persone partite, compresi i 29 morti assiderati.

 

LEGGI ANCHE:
Lampedusa, nuova strage di migranti: 29 morti assiderati
Mai così tanti migranti morti nel Mediterraneo
Roma, Mafia Capitale lucrava su rom e migranti: «Meglio della droga»

 

STRAGE DI MIGRANTI, LE RICOSTRUZIONI

In base alle ricostruzioni, i due gommoni avrebbero fatto naufragio lunedì pomeriggio, tra le 15 e le 16, dopo essere stati capovolti dalle onde del mare forza 8. I 9 superstiti sarebbero riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari prima di essere soccorsi da un rimorchiatore italiano. La Guardia Costiera, che negli ultimi due giorni ha partecipato con grande impegno e spirito di abnegazione alle operazioni di soccorso che si sono svolte al limite delle acque libiche, sta valutando il racconto dei nove superstiti. La zona del naufragio, nonostante le proibitive condizioni meteo, è già stata perlustrata dalle unità intervenute sul posto e da un aereo Atr 42 alla ricerca degli oltre 200 dispersi sulla cui sorte non vi sarebbero purtroppo speranze. Stando al racconto di alcuni superstiti agli operatori di Save the Children «il primo gommone si è bucato ed ha cominciato ad imbarcare acqua prima di essere travolto dalle onde del mare, l’altro si è sgonfiato nella parte prodiera prima di affondare. Noi siamo finiti in acqua e ci siamo aggrappati alle cime mentre i nostri compagni annaspavano prima di scomparire tra le onde del mare in tempesta».

STRAGE DI MIGRANTI, IL QUARTO GOMMONE SCOMPARSO

I superstiti hanno raccontato di essere stati costretti a partire dai trafficanti di uomini nonostante il brutto tempo. I migranti sarebbero stati minacciati con le armi, senza possibilità, quindi, di tornare indietro. Stando alla loro ricostruzione ci sarebbe anche un quarto gommone coinvolto nella strage. «Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini. È stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere», ha detto uno dei superstiti. «Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli – hanno raccontato – e ci dicevano di aspettare prima di partire. Aspettavano il momento giusto. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli». Alcuni dei migranti si sarebbero opposti alla partenza per il maltempo. «Ma non ci hanno fatto tornare indietro», ha raccontato uno di loro a Save The Children. «Eravamo minacciati e guardati a vista. Cosa altro potevamo fare?». I migranti a vrebbero pagato 800 dollari ciascuno per affrontare il viaggio.

STRAGE DI MIGRANTI, UNA TRAGEDIA COME NEL 2013

La tragedia di questi giorni sembra essere la più grave dopo quella del 3 ottobre 2013, quando morirono in mare 366 persone (20 risultano ancora disperse).

STRAGE DI MIGRANTI, LE CRITICHE ALL’OPERAZIONE TRITON

La strage di migranti fa rinascere il dibattito sull’efficacia del programma a guida Ue Triton di Frontex, l’agenzia europea di controllo delle frontiere. Triton è stato avviato il primo novembre 2014 ed ha sostituito l’operazione Mare Nostrum nel presidio dei flussi di migranti. Il commissario europeo per i diritti umani, Nils Muiznieks, ha ammesso che «l’Europa  ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace» Ma anche organizzazioni non governative come Amnesty International, Caritas, Emergency, Save The Children, prendono di mira Triton, che si è rivelata inadeguata per la gestione dei flussi migratori e limitata a portare soccorso ai migranti in mare. «Occorre aprire immediatamente canali sicuri e legali d’accesso in Europa, per evitare ulteriori perdite di vite in mare e gestire un fenomeno ormai stabile e probabilmente in aumento». Critiche sono giunte anche dalle istituzioni italiane. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ammesso: «Triton non è sufficiente». Mentre il Consiglio italiano per i rifugiati chiede che «l’Europa cambi strutturalmente il suo impegno» nei confronti dei salvataggi in mare. Infine, le scelte di Federica Mogherini. L’Alto rappresentante della politica estera europea ha chiesto un incontro per «la revisione delle politiche sull’immigrazione» insieme con il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos.

STRAGE DI MIGRANTI, LE PAROLE DEL PAPA

Non sono mancate le parole di Papa Francesco. Il Pontefice ha espresso «preocccupazione» per le notizie in arrivo da Lampedusa ed ha affermato: «Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso». «Seguo con preoccupazione – ha aggiunto il Papa – le notizie giunte da Lampedusa dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo».

STRAGE DI MIGRANTI, AD INIZIO 2015 BOOM DI SBARCHI

Per quanto concerne, infine, il numero degli sbarchi sul nostro territorio si registra ad inizio anno un vero e proprio boom. Nel solo mese di gennaio 2015, nonostante le condizioni climatiche avverse, sarebbero giunti in Italia ben 3.528 migranti, di cui 195 donne e 374 minori (374 non accompagnati), ovvero circa il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 quando erano arrivati 2.171 migranti, di cui 91 donne e 342 minori (262 dei quali non accompagnati). Il principale paese di partenza dei migranti è stato, anche a gennaio 2015, la Libia, che sta vivendo una complicata crisi interna. La maggior parte dei migranti sbarcati lo scorso mese è originaria della Siria (764). Numerosi anche gli arrivi da Gambia (451), Mali (436), Somalia (405) ed Eritrea (171).

Share this article