L’anziana condannata per essere caduta su una buca
08/05/2013 di Dario Ferri
Inciampa su un tombino scoperto dell’acquedotto mentre attraversa la strada sulle strisce pedonali. Cade. Riporta la frattura di un braccio. Chiede un risarcimento. Il giudice nega la richiesta e la condanna al pagamento delle spese legali. E’ questa in sintesi la storia vissuta da una 78enne di Ceglie del Campo, quartiere di Bari, che ora dovrà versare 4.600 euro di spese di giudizio sostenute da Acquedotto Pugliese e Comune.
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IL TRIBUNALE DICE DI NO – Del caso parla Gabriella De Matteis su Repubblica Bari:
Il Tribunale di Bari riconosce che il tombino, di un diametro di 10 centimetri, era «privo di copertura, leggermente sottoposto al piano di calpestio». E come documentano le foto, allegate al fascicolo, era anche sulle strisce. Ma, dice il giudice, «posto che la caduta è avvenuta nel pomeriggio, non oltre le 18,30, deve escludersi che detto tombino non fosse pienamente avvistabile da chi percorre la strada a piedi, con un minimo di attenzione, atteso che è notorio come la luce del giorno a quell’ora, a metà settembre, alla nostra latitudine, sia del tutto sufficiente per rendersi conto dell’esistenza di un ostacolo». L’anziana, in altri termini, avrebbe dovuto accorgersi della buca, facendo più attenzione, dice il Tribunale che alla signora imputa «un uso del bene demaniale in modo poco diligente».
La donna aveva chiesto circa 34mila euro di risarcimento perché dopo la caduta (avvenuta nel settembre 2007) ha riportato un’invalidità del 14 percento.
(Fonte foto: LaPresse)