L’Aquila, sequestrati 800 balconi delle case post-terremoto
03/10/2014 di Redazione
Dopo il crollo del balcone di una delle abitazioni costruite per accogliere gli sfollati post-terremoto, a L’Aquila sono scattati i sigilli a centinaia di abitazioni. La magistratura ha infatti ordinato il sequestro di ottocento balconi nell’ambito dell’inchiesta partita proprio in seguito all’incidente del mese scorso. Come racconta il quotidiano abruzzese Il Centro, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato si sono messi al lavoro oggi per mettere i sigilli. Il sospetto è che i balconi non siano stati bullonati ma semplicemente incollati.
INCOLLATI MA NON BULLONATI – Nel mirino degli inquirenti è finita ovviamente l’azienda realizzatrice dei lavori, la stessa coinvolta nel crollo del balcone. Si tratta della piacentina Safwood, venditrice di legname, ma dichiarata fallita dopo un’ampia indagine della Guardia di Finanza di Piacenza e coordinata dalla Procura, indagine nell’ambito della quale, oltre a varia ipotesi di bancarotta fraudolenta, si ipotizzava anche la truffa per aver partecipato alla ricostruzione abruzzese post-sisma del 2009 presentando credenziali false. La Procura ipotizza poi anche il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, contestato ad alcuni ex dirigenti di Safwood e per questo il sostituto procuratore di Piacenza Antonio Colonna invierà atti ai colleghi romani che hanno competenza sull’argomento.
16MILA ABITANTI IN 19 NEW TOWN – I controlli agli alloggi del Progetto Case erano cominciati subito dopo la tragedia sfiorata un mese fa (il crollo del balcone non ha causato alcun danno a persone) e hanno interessato precisamente 500 abitazioni. Nelle 19 new town costruite dopo il terremoto del 6 aprile 2009 vivono in 4.500 alloggi prefabbricati circa 16mila aquilani rimasti senza casa dopo il sisma.