Le 32 invenzioni che cambieranno il tuo futuro
04/06/2012 di Tommaso Caldarelli
L’innovazione è una cosa lenta, e strana. Ad esempio, la luce elettrica, dice il New York Times Magazine, è stata un fallimento per lungo tempo. Inventata nei primi anni del 1800 dal chimico inglese Humphry Davy, non fu utilizzata per nulla fino al 1880, quando Thomas Edison inventò la lampadina. E ancora una volta, bisognò aspettare almeno ai primi decenni del 1900 perché il convogliare elettricità dentro ai dispositivi iniziasse ad avere un qualche senso: più o meno, ci spiega il magazine del più importante giornale al mondo, quando vennero inventati i tostapane e i ferri da stiro. Così è naturale che l’innovazione, per sua natura, segua un percorso oscillante: prima dei piccoli abbozzi di idea, anni di ricerca e poi magari non se ne fa più nulla, rimane tutto chiuso in un cassetto. Fino al prossimo appuntamento con il progresso.
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IL FUTURO E’ QUI – Bocconi, segnali, segni del futuro che arriva ci sono già in giro per il mondo, dice il Times: piccole invenzioni, ancora progetti da pioniere che sarebbero però da tenere davvero d’occhio. Sono 32. Trentadue colpi di genio da non perdersi per strada. Perché un giorno potrebbero plasmare il nostro futuro, cambiare il nostro modo di vivere, semplificarci la vita in maniera incredibile. Un giorno il nostro mondo sarà diverso, forse anche grazie a queste innovazioni. Una delle più sensazionali è senza dubbio la maglietta che produce elettricità: è noto che ogni regione del nostro corpo ha una diversa temperatura, ci sono sbalzi termici impercettibili ma comunque importanti.Ebbene, è allo studio presso la Wake Forest University un tessuto che riesce ad essere, contemporaneamente, anche una piccola centrale elettrica: “Converte le piccole differenze nella temperatura del vostro vestito – anche solo dal polso all’ascella – in elettricità. E visto che le differenti parti della maglia possono variare anche di 10 gradi, si potrebbero ricaricare i lettori MP3 anche solo rimanendo seduti”, spiega il NYTM. Si pensi solo cosa potrebbe succedere se un’intera sedia fosse composta di questo materiale, che difficilmente dovrebbe arrivare oltre i 2 anni di qui.
CONTRO IL TRAFFICO – E che dire delle lampadine che in realtà sono dei proiettori, in grado di trasformare la nostra cucina nella sala principale del laboratorio di Iron Man? Si pensi ad una credenza in cui ogni sportello diventa una sorta di visore: in uno schermo le notizie, nell’altro l’agenda. Come un desktop globale che si potrebbe installare in qualsiasi stanza per farla diventare una sorta di “interfaccia ad immersione totale”. E sul tavolo della cucina si potrebbe riuscire a proiettare le ricette di cucina che ci servono, complete di istruzioni. Come dice il suo ideatore, Mark Rolston, designer, “il problema dei computer è che hanno schermi troppo piccoli”. Come troppo piccole sono le distanze di sicurezza fra autoveicoli che generano incredibili ingorghi di traffico. Basta pochissimo: qualcuno frena perché non ha modo di rallentare, così quello dietro inchioda, e a seguire, a cascata. Si tratta di comportamenti che i teorici del traffico studiano da tempo per arrivare a pensare ad un dispositivo, chiamato “adaptive cruise control” che riesca a gestire in automatico la distanza di sicurezza fra i veicoli. “Con un quarto dei veicoli equipaggiati con ACC su una autostrada simulata, il tempo del viaggio è sceso del 40%; con un quarto dei veicoli equipaggiati con ACC gli ingorghi sono scesi del 20%”: e per l’installazione dell’AAC sulle automobili, non dovrebbe mancare poi tanto. Due anni al massimo.
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