Le Iene e la prostituta che deve pagare 50 mila euro all’Agenzia delle entrate
10/04/2014 di Redazione
Durante la puntata de “Le Iene” andata in onda ieri sera su Italia 1, Matteo Viviani ha trattato il caso di Gaia, una naturopata che fa massaggi bionaturali e che fino a qualche anno fa faceva la escort. Per questo motivo lo stato le ha mandato quattro avvisi d’accertamento per tasse non pagate quando “intratteneva dietro corrispettivo rapporti sessuali con uomini”. «Si possono tassare le prostitute?» si chiede la Iena.
LE FATTURE – Gaia è nata in Brasile ed è arrivata in Italia perché il padre era un diplomatico. All’inizio viveva facendo la ballerina e poi si è innamorata di un uomo, ma questo la tradiva e quindi ha iniziato a fare la escort. Racconta che la sua tariffa era circa 1.500 euro e di non aver visto molto sesso in questi anni. Dice di non dover chiedere perdono alla legge terrena, ma a Dio e sostiene che dal 2004 al 2010 è stata pagata in contanti per la sua attività di prostituta. Racconta che un giorno un uomo dopo aver fatto la doccia le ha chiesto la fattura per la sua prestazione. Ovviamente Gaia gli aveva risposto che per il mestiere di escort è impossibile emettere fatture. L’uomo si sarebbe molto riscaldato minacciando di chiamare delle «macchine per portarla via». Gaia quindi ha chiamato i carabinieri, ma questi non sono arrivati, quindi è andata a fare un esposto alla guardia di finanza spiegando per filo e per segno la situazione. Dopo un anno sono tornati i finanzieri da Gaia, questa volta per indagare su di lei. Le hanno chiesto inoltre di prendere l’hard disk del computer. Poi nel 2013 le sono arrivate le cartelle esattoriali nelle quali lo stato le chiedeva 50 mila euro in quanto il suo veniva considerato “lavoro autonomo”.
LA PARTITA IVA? – Se da una parte dicono a Gaia che deve pagare le tasse, dall’altra sostengono che non possa partire una partita Iva. La donna viene mandata con una telecamera nascosta in alcuni sportelli dell’Agenzia delle entrate a chiedere di essere regolarizzata. Una prima dipendente le spiega che purtroppo non è possibile aprire una partita Iva da escort. Gaia viene mandata quindi in camera di commercio, ma anche lì non sanno che pesci pigliare. L’avvocato di Gaia ha detto che i 50 mila euro sono stati calcolati in base al tariffario del sito della donna, inoltre le sarebbe stato chiesto anche di iscriversi all’Inps. Come detto però la posizione di Gaia non è regolarizzabile, quindi «questi soldi dove vanno a finire?», si chiede l’avvocato.
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«SERVIZI ALLA PERSONA ALTRIMENTI NON CLASSIFICABILI» – Il direttore dell’Agenzia delle entrate Lombardia ha detto che Gaia è stata considerata come lavoratrice autonoma perché svolgeva «tutta una serie di attività strettamente correlate all’attività di prostituta, come massaggi, massaggi sexy, consentiva che il proprio cliente potesse fruire della vasca idromassaggio, accompagnava in giro il proprio cliente». Secondo il dirigente queste attività possono essere qualificate come attività di servizi alla persona altrimenti non classificabili e queste vengono tassate. Per il direttore possono venire registrate come massaggiatrici o accompagnatrici e scaricare i costi delle spese. Ciònonostante l’uomo riconsoce che non vi sia alcuna regolamentazione della prostituzione «ci muoveramo con regole più chiare, una maggiore consapevolezza dei loro diritti, ma anche con gli strumenti di cui potremmo disporre per potere accertare il vero reddito realizzato dalle prostitute».