Le Isole Marshall fanno causa alle potenze nucleari
24/04/2014 di Valentina Spotti
Le Isole Marshall, stato insulare del mezzo dell’Oceano Pacifico, ha fatto causa a nove potenze nucleari in tutto il mondo, accusandole di non aver rispettato gli impegni presi nell’ambito del programma internazionale di disarmo sottoscritto negli anni Settanta.
LE ISOLE MARSHALL, BIKINI E I TEST NUCLEARI – Il caso è stato portato davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia: come sottolinea il Guardian si tratta di un’azione legale senza precedenti, che coinvolge gli stati più potenti del pianeta. Tra il 1946 e il 1958 alcuni degli atolli che compongono le Marshall furono usati come base per una serie di test nucleari condotti dall’esercito statunitense: nelle acque di queste piccole isole del Pacifico furono eseguiti in tutto 67 test, tra questi figura anche il Castle Bravo -che vide la detonazione di un’ordigno termonucleare da 15 megatoni, che liberò un’energia pari a circa mille volte quella della bomba di Hiroshima. Il test Castle Bravo ebbe luogo nelle acque dell’atollo di Bikini il 1 marzo 1954 e, per poter eseguire i test, l’esercito statunitense dispose il trasferimento degli abitanti delle isole coinvolte su altre isole vicine, sostenendo che si sarebbe trattato di una soluzione temporanea: tuttavia, la maggior parte degli abitanti di Bikini non ha mai fatto ritorno sulle proprie isole, in molti si sono ammalati a causa della radioattività e i danni ambientali prodotti dai test sono stati enormi.
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LE NOVE POTENZE NUCLEARI CITATE DALLE ISOLE MARSHALL – Oggi, lo stato delle Isole Marshall ha fatto causa a cinque potenze nucleari «storiche»: Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito e Russia, che ha ereditato l’arsenale sovietico, armamenti nucleari compresi. Insieme a questi paesi sono stati citati anche India, Pakistan e Corea del Nord, che hanno dichiarato il possesso della bomba atomica e Israele, sebbene il governo di quest’ultimo stato non abbia mai ufficialmente confermato di possedere un arsenale nucleare.
LE 17.000 TESTATE NUCLEARI CHE ANCORA CI SONO NEL MONDO – Quello che la causa intentata dalle Isole Marshall vuole ottenere è una spinta verso disarmo globale: nonostante le dimensioni degli arsenali nucleari delle grandi potenze mondiali si siano notevolmente ridotte con la fine della Guerra Fredda, al mondo ci sarebbero ancora 17.000 testate nucleari: di queste, 16.000 sarebbero in possesso di Stati Uniti e Russia e, potenzialmente, sono sufficienti a distruggere l’intero pianeta. «Questo ritardo nel portare a termine quanto stabilito dal Trattato di non proliferazione nucleare rappresenta una flagrante negazione della giustizia» – si legge nei documenti depositati presso la Corte dell’Aia. Entrato in vigore nel 1970, il Trattato prevede infatti il disarmo, la non proliferazione e l’uso pacifico dell’energia nucleare ma, secondo il governo marshallese, gli impegni presi sarebbero stati disattesi.
«L’IPOCRISIA DEL DISARMO» – Dal Regno Unito è arrivato il commento di Kate Hudson, segretario generale della Campagna per il Disarmo Nucleare, che ha dichiarato: «Gli stati dotati di armamenti nucleari continuano ipocritamente a dirsi impegnati in iniziative multilaterali per il disarmo, mentre in realtà stanno sperperando miliardi per modernizzare i propri arsenali. Oltre alla forte opposizione dell’opinione pubblica, ora il Regno Unito dovrà affrontare anche questa azione legale».
(Photocredit copertina: Getty Images)