Le ultime notizie sull’Ilva di Taranto
20/07/2015 di Redazione
Sul caso Ilva è ancora scontro tra magistratura da una parte, azienda e governo dall’altra. In attesa di conoscere domani quante persone (su 47 imputati, 44 più le tre società Ilva Spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici) saranno rinviate a giudizio, dopo tre anni di indagini e 13 mesi di udienza preliminare, le polemiche riguardano ancora il destino dell’altoforno 2. Sequestrato dai pm senza facoltà d’uso dopo che l’8 giugno scorso rimase gravemente ferito il 35enne operaio Alessandro Morricella (morto quattro giorni dopo per le ustioni riportate sul 90% del corpo) è ancora attivo grazie a un decreto del governo. Ovvero, l’ottavo salva-Ilva, considerato però incostituzionale dalla Procura, con il Gip che ha inviato gli atti alla Consulta.
Sulle pagine del Corriere della Sera, è stata la ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi a rilanciare la posizione dell’esecutivo: «Se venisse spento anche uno solo dei due altoforni in attività (oltre al 2, è attivo il 4, che tuttavia non è in grado di generare abbastanza energia per tenere attiva anche la centrale della fabbrica, ndr) a Taranto non solo sarebbe antieconomico tenere aperto l’impianto ma anche organizzativamente non si riuscirebbe più ad alimentare il flusso della produzione».
Guidi ha precisato come «finora non è stato notificato alcun provvedimento che metta in discussione l’operatività degli altoforni». Per poi rivendicare: «Ricordo che è in corso un’operazione di risanamento ambientale che ha richiesto ingenti finanziamenti e le chiusura temporanea di due altoforni».
Eppure negli scorsi giorni lo stesso neo presidente della Regione Puglia Michele Emiliano aveva avvertito:
«Non potranno più esistere dogmi, nemmeno quello sull’apertura del siderurgico: dobbiamo fare tutti gli sforzi per garantire che l’Ilva non inquini, rispetti la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Ma dobbiamo anche essere sicuri che alla fine di questo sforzo, economico e istituzionale, che stiamo facendo per tenere aperta la fabbrica, l’Ilva potrà essere ancora sul mercato. Se non avessimo questa certezza, bisogna prendere in considerazione anche altre ipotesi. Come la riconversione».
Parole alle quali ha replicato Guidi: «Non amo le polemiche inutili, sto al percorso che ci siamo dati e che può andare avanti con successo. Spegnere altri altoforni vorrebbe dire rinunciare a uno dei siti siderurgici più efficienti d’Europa e togliere lavoro a 14-15 mila persone nel Sud d’Italia. Non c’è nessun motivo visto che il risanamento è in corso così come c’è il massimo impegno per impedire incidenti sul lavoro, perché anche un solo ferito è troppo». Di certo, Guidi e il governo considerano il polo di Taranto un asset strategico:
«Lo Stato ha intenzione di entrare nel capitale? Subito dopo l’estate dovrebbe essere operativo il Fondo per il turnaround, uno strumento di politica industriale che useremo non solo per llva ma che servirà per entrare nel capitale e sostenere il rilancio. Per Taranto la definizione di azienda strategica calza a pennello».