Leandro Bracco, storia del consigliere M5S sospeso da Beppe Grillo
11/03/2015 di Stefania Carboni
Da una parte il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso del Pd, dall’altra i 5 stelle, in mezzo una apertura con un’offerta interessante: posizioni rilevanti del governo aperte alle opposizioni. L’invito ieri in giunta aquilana è stato chiaro. D’Alfonso ha proposto al grillino Leandro Bracco, la delega a “Cultura, Estetica e Creatività”. E lui ha accettato. «Perché è giusto impegnare tutto il Consiglio regionale», ha sottolineato il governatore. Bracco ha detto sì, facendo infuriare però i suoi compagni di Movimento. A nulla sono valse le condizioni poste dal pentastellato in aula. «Accetto a patto che io rimanga nel Movimento 5 Stelle e perché questo non sia ‘do ut des’», ha chiarito in aula. «Mi sta passando la palla – ha detto ieri il 5 stelle -, se lei rispetta la mia volontà di rimanere nel Movimento 5 Stelle per rispetto ai 145 mila abruzzesi che ci hanno votato e a quelli che mi hanno votato, accetto la delega che mi sembra importante». Così, se il consigliere M5S per il presidente Pd «sta scrivendo la storia del consiglio regionale in Abruzzo», nel Movimento è già partita la gogna dei suoi vicini di banco. «Non lo chiede mica al gruppo consiliare, lui», ha sottolineato Pietro Smargiassi, altro consigliere M5S. La fine del grillino ribelle arriva in serata, siglata sul blog di Beppe Grillo con un PPS:
PPS: Leandro Bracco, consigliere regionale in Abruzzo eletto nelle file del MoVimento 5 Stelle, è sospeso dal M5S
ABRUZZO M5S: “SEI FUORI LEANDRO BRACCO” – Il niet dei consiglieri M5S in Abruzzo è arrivato qualche ora dopo in una nota congiunta: «Quello che è, per noi, importante sottolineare è che nel Movimento 5 Stelle non è assolutamente contemplata la possibilità, come suggerito da Leandro Bracco, di far parte, contemporaneamente, della maggioranza e dell’opposizione, o, per meglio dire, di tenere un piede in due scarpe. Bracco ha deciso di accettare la proposta della maggioranza e così facendo ha deciso di autoescludersi dal Movimento 5 Stelle». E infine: «Noi, come gruppo M5S, chiediamo, oggi, le dimissioni di Leandro Bracco dal Movimento 5 Stelle ritenendo assolutamente impensabile che chi non ne condivida più programmi ed intenti possa continuare ancora a parteciparvi». Sara Marcozzi parla “velatamente” della vicenda sui social:
LA REPLICA DI BRACCO: “CHI RIMANE IMMOBILE NON SBAGLIA MAI” – Leandro Bracco però è convinto di non aver sbagliato nulla: «Ribadisco che rimango con convinzione un esponente del Movimento 5 stelle e che la delega alla Cultura non implica con la maggioranza un do ut des. Nessuno scambio. Né ora né mai. Comprendo che la mia scelta possa essere condivisa da alcuni e condannata da altri ma solamente chi rimane immobile non sbaglia mai». «Il denaro – ha sottolienato – continuerà a essere da me restituito come finora ho sempre fatto. Di piu’ non so cosa aggiungere. Posso solamente dire che dentro me ho contezza del significato della parola dignita’. Nessuno si è venduto e nessuno si venderà. Ho semplicemente ritenuto opportuno ma soprattutto utile alla collettività accettare un incarico di notevole rilevanza rimanendo con orgoglio in minoranza». In passato Bracco fece infuriare i suoi colleghi di Movimento: prima votando sì alla risoluzione sull’indulto presentata dal PD, poi con la vicenda dei Grandi Elettori. Ora il suo allontanamento dal Movimento è già bello che avviato. Ad alimentarlo anche l’eletto a Roma, il deputato Gianluca Vacca: «Chi accetta incarichi dalla maggioranza è incompatibile con il M5S – ha scritto ieri su Facebook – che non fa accordi di governo con i partiti, né tanto meno con un presidente di regione imputato, indagato e prescritto. D’Alfonso è il peggio che possa esserci in politica, l’incarnazione di tutto quello che il M5S combatte: fare accordi con lui è quanto di più squallido possa farsi».
(In copertina foto Leandro Bracco con i colleghi M5S – Sara Marcozzi Fb)