Legge di Stabilità, ecco tutti i tagli delle tasse (e della spesa)
26/10/2015 di Redazione
Dopo la firma del presidente della Repubblica alla legge di Stabilità è chiara ora quale sia l’effettiva dimensione della manovra finanziaria per il 2016. Il testo approvato in Consiglio dei ministri, ora passato all’esame del Senato, raccoglie e ricolloca risorse per 28,6 miliardi di euro con un aumento del deficit di 14,5 miliardi e un taglio netto delle tasse di 4,3.
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LEGGE DI STABILITÀ, IL TAGLIO DELLE TASSE –
Scrive Roberto Petrini su Repubblica:
L’intervento maggiore e più importante è quello sulle tasse che al lordo, cioè tenendo conto anche delle entrate che aumentano, è di 23 miliardi. Tuttavia buona parte di questa riduzione di tasse è dovuta alla neutralizzazione delle clausole di salvaguardia (sostanzialmente inserite dal governo Renzi lo scorso anno) che in totale (tra Iva, accise e taglio delle detrazioni) ammontano ai conclamati 16,8 miliardi. Si scende così a 6,9 miliardi.
Basta così? Non basterebbe. Perché ci sono le nuove entrate che contribuiscono a ridurre il beneficio complessivo. In tutto 5,6 miliardi: a queste vanno sottratte naturalmente nuove entrate che non sono tasse in senso stretto (come la voluntary , rivalutazioni terreni, fondi ecc. per 3,1 miliardi). Dunque si scende a 2,5 miliardi che sottratti ai 6,9 di tagli effettivi di imposte fanno esattamente 4,3 miliardi.
Precisamente l’abolizione della Tasi sulla prima casa varrà 3,5 miliardi, quella dell’Imu sui macchinari imbullonati e agricola 500 milioni, gli sgravi per le assunzioni da parte delle imprese varranno invece 831 milioni, la detassazione dei premi di produttività 433 milioni, i super ammortamenti per le imprese che investono 170 milioni, e, infine, il bonus ristrutturazione e mobili 31,6 milioni.
LEGGE DI STABILITÀ, IL TAGLIO DELLA SPESA –
Per quanto riguarda invece le spese, il taglio ammonta complessivamente a 8,3 miliardi di euro, ma al netto di misure come il piano povertà, investimenti dei Comuni e contratti del pubblico impiego, si arriva a 3,4 miliardi. Spiega ancora Petrini su Repubblica:
Al lordo ammontano a 8,3 miliardi, ma siccome complessivamente ci sono anche interventi «a dare», come pacchetto Welfare, il piano povertà e gli investimenti dei Comuni e i contratti del pubblico impiego, si scende a 3,4 miliardi, la quota netta scende. Anche in questo caso il discorso è generale e riguarda la direzione complessiva di politica economica della manovra. Sse si va invece a guardare le tasche dei cittadini, delle Regioni e del comparto sanità, sono gli 8,3 miliardi di tagli che valgono: e qui le voci sono i tagli ai ministeri pari a 2,8 miliardi, i tagli al fondo sanitario nazionale per 1,7 miliardi e ai bilanci delle Regioni per 1,8 miliardi, la mini spending review su beni e servizi per soli 163 milioni.
(Foto di copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI)