La lettera di una mamma al figlio che ha fatto arrestare: «Tu odiami, io continuerò ad amarti»
22/11/2017 di Redazione
«Odiami ragazzo mio, odiami finché vorrai… Io, al contrario, continuerò ad amarti con la stessa intensità di sempre e anche di
LA LETTERA DELLA MAMMA AL FIGLIO CHE HA FATTO ARRESTARE
Ai militari di Corato qualche giorno fa la madre ha rivelato che suo figlio si era recato in ospedale, per accompagnare al ragazza a fare un’ecografia. Lo ha rivelato per salvare il ragazzo da conseguenze ancora più gravi:
«Carissimo figlio mio, l’altra mattina ho fatto qualcosa che una madre non vorrebbe e non dovrebbe mai fare: ho tradito la cieca fiducia che tu da 24 anni riponevi in me, consegnandoti nelle mani di qualcuno che di te non sa nulla, se non il tuo nome le tue ‘bravate’. È stato un gesto necessario e inevitabile. Le notizie frammentarie e confuse che mi giungevano durante la tua assurda latitanza mi trafiggevano il cuore e, purtroppo, non avevo modo di poterti raggiungere, aiutarti a ragionare e a trasmetterti il malessere che stavo vivendo. Ciò che tanto mi opprimeva era il continuare la solita vita quotidiana che iniziava la mattina indossando quella ‘maschera’ di normalità e finiva la sera quando, rientrata a casa, la riponevo sul comodino…».
Un malessere vissuto ovviamente anche nel momento dell’arresto:
«Volevo morire, ma mi convincevo sempre più di aver fatto la cosa giusta. E poi, il comandante mi aveva dato la sua parola: niente violenza. Massima discrezione e rispetto dei tuoi e dei miei diritti di madre. Parola mantenuta! Anche tu, d’altronde, hai dimostrato maturità, saggezza e rispetto del momento così difficile e inaspettato. Mentre ti circondavano e ti inducevano a mantenere la calma, io ti chiedevo perdono per quello che avevo fatto. Tu cercavi miei occhi e io, con la morte nel cuore, cercavo i tuoi… Più volte hai ripetuto che mi avresti odiata per il resto della tua vita».
«Odiami ragazzo mio», conclude poi la mamma. «Io, al contrario, continuerò ad amarti».
(Foto dal profilo Facebook di Daniela Manzitti)