L’ex parà che spara alle roulotte dei rom e ne uccide uno
26/03/2015 di Stefania Carboni
Roberto Costelli, 39 anni, ex paracadutista avrebbe sparato 5 colpi di pistola contro le roulotte di alcuni nomadi mettendo fine così alla vita di Roberto Pantic, papà di 10 figli, 43 anni. Succede a Calcio, nel bergamasco. L’uomo, attualmente disoccupato, ha confessato dopo ore di interrogatorio l’omicidio. L’ex parà era stato fermato per produzione e possesso di stupefacenti: 13 chili e 17 piante di marijuana in casa. Dentro, un grande segreto, che teneva con sé dalla notte tra il 21 e il 22 febbraio. Racconta il Corriere della Sera:
Ha raccontato di aver trascorso quel sabato sera in compagnia di amici all’interno del bar Locomotiv, a nord di Calcio, vicino alla stazione ferroviaria: non più di dieci minuti a piedi, molti meno in auto, da quello spiazzo vicino al Naviglio cremonese e all’Oglio, dove i Pantic dormivano sui loro due camper. Dopo la festa per il Carnevale ambrosiano — sempre stando alla sua confessione — ha raggiunto una stradina della zona, e ha sparato, mirando i camper da una certa distanza, solo per colpirli all’esterno. Da che distanza? Costelli si è mosso da solo? Era stato alla festa portandosi una pistola in auto? Dettagli che forse l’ex paracadutista ha rivelato, ma che restano coperti dal riserbo assoluto del magistrato.
LA CONFESSIONE SULL’ARMA E L’ODIO PER I ROM – Una bravata? Una dimostrazione sull’arma? La confessione fatta agli inquirenti sembra credibile ed è stata confermata dall’indicazione della pistola usata per l’omicidio: una 357, nascosta nel camino di casa. Come? Lo spiega il Corriere:
L’ipotesi di un’azione dimostrativa era emersa rapidamente e aveva fatto anche scattare un controllo sui detentori di armi della zona. Informazioni che, incrociate con altri tipi di indagini, al momento non rivelate, hanno portato alla perquisizione di lunedì mattina nell’abitazione di Costelli. I carabinieri, appena entrati, gli hanno chiesto di poter vedere le sue armi, denunciate regolarmente. Lui, piuttosto nervoso, ha subito spiegato di avere solo una pistola in casa, mostrandola. «L’altra me l’hanno rubata un po’ di tempo fa». Ma non ha mai sporto denuncia. I militari hanno proseguito la perquisizione, trovando la marijuana, e l’hanno arrestato, portandolo a Bergamo.
La pistola potrebbe aver sparato anche proiettili calibro 38, come quelli usati contro i camper. L’arma è ora sotto l’analisi della sezione balistica del Ris di Parma, per un test sulla compatibilità con il proiettile che ha ucciso il padre di etnia rom. Il movente? Non è stato ancora reso noto. Quello che però emerge dalla pagina facebook di Costelli sono diverse frasi razziste e notizie di cronaca legate ai rom. Dal suo profilo, con post pubblici, emergono frasi forti: «Se me ne” trovo uno in baita lo faccio a pezzi, lo metto sottovuoto, e glielo spedisco a quella scimmiona del cazzo della kengi (Kyenge ndr)».
Solo dopo l’esito delle analisi il pm Carmen Pugliese dovrebbe chiedere la custodia cautelare nei confronti dell’ex parà, con l’accusa di omicidio. Oggi si è tenuto l’interrogatorio di convalida del gip Alberto Viti, per il possesso della marijuana. Il sequestro di stupefacenti è stato solo un caso che ha fatto avviare l’inchiesta su quei cinque colpi che hanno tolto la vita a un papà di 10 figli.