Libia, raid egiziani contro l’Isis. Renzi: «Non è tempo di interventi, aspettiamo l’Onu»
16/02/2015 di Redazione
LIBIA, «LA RIUNIONE AL VIMINALE SERVITA A RACCOGLIERE INFORMAZIONI», Ore 18.41 –
Secondo quanto appreso dai vertici del Ministero dell’Interno nella riunione voluta oggi dal Ministro dell’Interno Alfano è servita a raccogliere informazioni e a tracciare analisi sulla situazione in Libia, sullo stato delle partenze dei migranti, sui controlli antiterrorismo. Allo stato nessuna iniziativa operativa risulta sia stata presa.
LIBIA, PAPA FRANCESCO TELEFONA A TEODORO II, Ore 18.36 –
Papa Francesco ha telefonato al Patriarca della Chiesta Copta Ortodossa Teodoro II, per manifestare la sua «profonda partecipazione al dolore della Chiesa copta per il recente barbaro assassinio di cristiani copti da parte dei fondamentalisti islamici». A comunicarlo è Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. Lombardi ha aggiunto: «Bergoglio ha assicurato la sua preghiera ed anche domani, giorno della celebrazione dei funerali delle vittime, si unirà spiritualmente alle preghiere ed al dolore della Chiesa Copta, nella celebrazione della messa alla Domus Santa Marta».
LIBIA, PUTIN: «PRONTI A COLLABORARE CON L’EGITTO», Ore 18.16 –
Vladimir Putin, ripreso da Il Tempo, ha dichiarato che la Russia è pronta a cooperare con l’Egitto «nel modo più stretto contro tutti gli aspetti della minaccia terroristica», condannando la «barbara uccisione» dei 21 copti in Libia. Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha offerto la medesima disponibilità al suo omologo egiziano Sameh Shoukry nel corso di un colloquio telefonico avvenuto in giornata. La Russia non nasconde la sua «preoccupazione per l’espansione geografica delle attività terroristiche dell’Is e più in generale dell’estremismo islamico».
LIBIA, RAPITI 35 CITTADINI EGIZIANI, Ore 18.00 –
Secondo quanto riportato da Libya Herald dall’inizio dei raid al Cairo sarebbero stati rapiti almeno 35 egiziani nelle zone controllate dall’Isis e da Anbsar al Sharia. I sequestrati sarebbero lavoratori del settore agricolo.
LIBIA: «RAID EGIZIANI A DERNA, UCCISI 253 TERRORISTI», Ore 17.55 –
Ramzi Ramih, ex consigliere militare dell’esercito libero in un collegamento telefonico con l’emittente televisiva di stato egiziana ha detto che i raid condotti dall’esercito del Cairo hanno causato la morte di 253 terroristi. Secondo l’ex funzionario «i caccia F16 egiziani hanno computo una missione non di routine, mirando agli obiettivi sensibili dello Stato islamico a Derna come i depositi di armi e munizioni e i centri di addestramento. Ora i jihadisti stanno uscendo dalle loro tane come topi. Questo è solo l’inizio ora che c’e’ un coordinamento tra l’esercito egiziano e quello libico»
LIBIA, «POTREBBE DIVENTARE UNA SOMALIA NEL MEDITERRANEO», Ore 17.50 –
Jonathan Powell, inviato speciale britannico ed ex capo di gabinetto di Tony Blair, ha svelato al Guardian che se gli sforzi internazionali per risolvere la crisi in Libia falliranno, il rischio è che si crei una «Somalia nel Mediterraneo». A differenza della Siria o dell’Iraq, per Powell la battaglia in Libia si combatte soprattutto per il potere e il denaro e «questo dovrebbe permettere di raggiungere un accordo».
LIBIA, CNN: «DERNA COME RAQQA», Ore 17.33 –
Secondo la Cnn, che ha sentito alcune fonti provenienti dalla Libia, a Derna, la città oggetto degli attacchi da parte dell’aviazione egiziana, ci sarebbero circa 800 combattenti dello Stato Islamico. Presenti anche una mezza dozzina di campi d’addestramento per mujaheddin in arrivo da diversi paesi del Nord Africa. In città la polizia espone le insegne dell’Isis, le cui bandiere nere campeggiano anche sugli edifici pubblici, mentre lo stadio viene usato per le esecuzioni in pubblico. A rafforzare le milizie islamiste ci hanno pensato 300 jihadisti della brigata Barrat dell’Isis che ha combattuto a Deir Ezzor, in Siria, e poi a Mosul, in Iraq. Norman Benotman, ex jihadista libico ora impegnato in un think-tank con base a Londra, la Quilliam Foundation, ha dichiarato: «Oggi Derna sembra identica a Raqqa, la roccaforte dell’Isis in Siria».
LIBIA, IRAN: ISIS FA IL GIOCO DI ISRAELE, Ore 16.48 –
L’Iran condanna la decapitazione di 21 egiziani copti avvenuta in Libia per mano dei miliziani dell’Isis. Secondo la portavoce del ministro degli esteri iraniano Marzieh Afkhami, i combattenti hanno l’obiettivo «di attizzare i contrasti religiosi, etnici e tribali» facendo il gioco di Israele e per questo «danneggino le relazioni tra i seguaci delle maggiori religioni e distruggono i legami tra Paesi islamici».
LIBIA, L’EGITTO ACCOGLIE GLI EGIZIANI IN FUGA DALLA LIBIA, ore 16.41 –
Il ministero della Sanità egiziano ha inviato 30 ambulanze presso il valico di frontiera di Saloum, al confine occidentale con la Libia, a seguito dell’ultimatum dato dal gruppo islamista Alba della Libia che ha dato 48 ore di tempo agli egiziani ancora presenti a Tripoli per lasciare il Paese a seguito dei raid del Cairo. Le autorità egiziane hanno inoltre inviato 40 tende e 250 coperte al confine per accogliere i cittadini rimpatriati tra oggi e domani.
LIBIA, AL THANI: LO STATO ISLAMICO UNA MINACCIA, ANCHE PER L’ITALIA, ore 16.29 –
Abdullah al Thani, capo del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ha invitato i paesi occidentali a intervenire contro lo Stato islamico nel paese, lanciando raid contro questi gruppi. In un’intervista riportata dal quotidiano “Al Wasat”, al Thani ha confermato che «al Qaeda e Stato islamico sono a Tripoli, vicino Ben Jawad. Chiedo alle potenze mondiali di stare a fianco della Libia e di lanciare raid contro questi gruppi. Questa minaccia si estenderà anche ai paesi europei, in particolare l’Italia».
LIBIA, L’EGITTO CONDUCE ALTRI RAID A DERNA, Ore 16.23 –
L’Aviazione militare egiziana ha condotto nuovi raid contro le postazioni dello Stato islamico a Derna, nell’est della Libia. Lo riferisce il sito «Vetogate».
LIBIA, INCONTRO MOGHERINI-KERRY A WASHINGTON GIOVEDÌ, Ore 16.16 –
Federica Mogherini, capo della diplomazia dell’Unione Europea, s’incontrerà giovedì a Washington con John Kerry, segretario di Stato Usa, a margine del vertice antiterrorismo che si svolgerà nella capitale americana. Presenti all’incontro anche il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, ed i capi delle diplomazie dei Paesi della regione. All’ordine del giorno la doppia minaccia rappresentata da Isis e dalla crisi che vede un governo ed un Parlamento riconosciuto internazionalmente, che controlla solo parte della Cirenaica, e quelli “ombra” degli islamisti a Tripoli che comandano nella capitale e in tutta la Tripolitania. Mogherini a Madrid, a margine di un incontro con il ministro degli Esteri Jose Manuel Garcia-Margallo ha ribadito la necessità di una soluzione sotto egida delle Nazioni Unite e con il placet del popolo libico.
LIBIA, ENI: «PRESENZA ESPATRIATI LIMITATA», Ore 16.05 –
L’Eni ha comunicato, in merito alla situazione in Libia, che la presenza di espatriati nel Paese «è ridotta e limitata ad alcuni siti operativi offshore, garantendo in collaborazione con le risorse locali lo svolgimento regolare delle attività produttive nell’ambito dei massimi standard di sicurezza. Eni continua a monitorare con estrema attenzione l’evolversi della situazione».
LIBIA, VENDOLA: «IL TERRORISMO MERITA UNA RISPOSTA SERIA», Ore 15.57 –
Nichi Vendola su Twitter scrive: «Agghiacciati da ascolto di parole insensate di spirito di guerra provenienti da alcuni ministeri su #Libia. Ora Renzi cerca di mettere ordine». Il leader di Sel aggiunge: «Il terrorismo internazionale merita una risposta seria e una strategia, non avventure militari pasticciate e rischiose. Contro Isis mettere in campo strategia vera, si ragioni con serietà. Onu e diplomazia internazionale si muovano rapidamente».
Agghiacciati da ascolto di parole insensate di spirito di guerra provenienti da alcuni ministeri su #Libia.Ora Renzi cerca di mettere ordine
— Nichi Vendola (@NichiVendola) 16 Febbraio 2015
Contro Isis mettere in campo strategia vera, si ragioni con serietà. #Onu e diplomazia internazionale si muovano rapidamente. #Libia
— Nichi Vendola (@NichiVendola) 16 Febbraio 2015
LIBIA, LUPI: «SERVE UN COINVOLGIMENTO DELL’ONU», 15.53 –
«Auspico che ci sia l’immediato coinvolgimento dell’Onu e di forze internazionali». Così il ministro per le infrastrutture, Maurizio Lupi, risponde in merito alla situazione in Libia. «Non bisogna perdere tempo credo che tutto il mondo debba sentirsi coinvolto, non puo’ essere un’operazione fatta da un singolo Paese, ma un’operazione chiara e precisa fatta da parte dell’Onu».
LIBIA, EGITTO: AL-SISI INCONTRA IL PATRIARCA COPTO, 15.46 –
Il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ha incontrato questa mattina il patriarca copto Teodoro II per portare le condoglianze dello Stato per i 21 copti uccisi in Libia, ribadendo come il Paese difenderà i suoi cittadini in qualsiasi situazione. Il Primo Ministro ha aggiunto che lo Stato donerà per ogni vittima dell’Isis 100.000 sterline egiziane alle famiglie anticipando che verrà previsto un aiuto successivo sotto forma di pensione. L’esercito egiziano intanto ha pubblicato un video che mostra il decollo dei caccia che dall’Egitto hanno bombardato gli obiettivi a Derna, Sirte e Bengasi.
LIBIA, I RAID AEREI HANNO UCCISO 61 JIHADISTI DELL’ISIS, 15.38 –
Mentre il governo islamista di Tripoli condanna l’azione dell’Egitto, il portavoce delle forze armate libiche di stanza a Tobruk, Mohammed Hegazi, ha confermato che i raid condotti questa mattina dai caccia egiziani e libici hanno ucciso 64 jihadisti. Gli attacchi sono stati condotti a Derna, Sirte e Bengasi. Hegazi, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano egiziano «Al Ahram», ha aggiunto che tra le vittime ci sarebbero tre comandanti dello Stato Islamico. L’operazione avrebbe colpito il 95 per cento degli obiettivi prestabiliti. Il militare ha poi smentito che gli attacchi abbiano provocato vittime civili: «è un tentativo di destabilizzare il paese e di seminare il panico tra la popolazione da parte di media legati allo Stato islamico». Su Twitter viene accreditata da media libici una didascalia che fa risalire a mesi addietro la morte di tre bambini i cui corpi compaiono su una foto che circola sui social network come prova dell’uccisione di civili a Derna.
LIBIA, TRIPOLI: «L’EGITTO HA AGGREDITO IL PAESE» – Ore 15.33
Il Parlamento di Tripoli insieme alle milizie che lo sostengono attacca il Cairo condannando fermamente «l’aggressione egiziana» definendola «un’aperta violazione della sovranità nazionale». Secondo il governo islamista parallelo di Tripoli l’Egitto ha usato come pretesto l’esecuzione di 21 suoi cittadini di fede copta per mano dei jihadisti dello Stato islamico per attaccare la Libia al fine di far prevalere le forze del governo laico di Tobruk riconosciuto dalla Comunità internazionale a scapito dell’esecutivo parallelo di Tripoli espressione di milizie islamiste che non si riconoscono negli uomini del califfato islamico. Per il governo islamista è «molto sospetta» la risposta rapida dell’Egitto «24 ore dopo la diffusione di un video della decapitazione dei suoi cittadini ha lanciato i suoi raid aerei» contro la città di Derna, dove sarebbe in corso un’operazione militare «per bonificare la città dal gruppo terroristico dell’Isis» condotta da milizie islamiste che fanno capo al parlamento di Tripoli.
LIBIA, ALFANO CONVOCA UNA RIUNIONE AL VIMINALE, ore 15.12 –
Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha convocato una riunione al Viminale per affrontare le problematiche relative all’immigrazione e al terrorismo dopo i fatti della Libia. Per questo motivo il Ministro ha annullato il viaggio previsto a Napoli. Nel capoluogo campano Alfano avrebbe dovuto prendere parte ad un comitato per l’ordine e la sicurezza.
LIBIA, NUOVI RAID EGIZIANI A DERNA, ore 14.40
Terza ondata di raid condotti dagli aerei militari egiziani contro postazioni dello Stato islamico (Is) in Libia. A riferirlo fonti libiche citati da al Jazeera. I raid hanno colpito nuovamente i dintorni di Derna, nella parte orientale della Libia, come quelli eseguiti all’alba, in risposta all’uccisione di 21 copti egiziani da parte dell’Is. Un’altra ondata di bombardamenti, intorno alle 11, aveva permesso di colpire, secondo quanto riferito dal portavoce del Comando dell’aviazione libico, alcune postazioni dell’Isis e di Ansar al Sharia.
LIBIA, GRILLO: «NO ALLA GUERRA DI BRANCALEONE» –
Scarso tempismo da parte di Grillo, che pubblica sul suo blog un post che fa riferimento alle dichiarazioni di Pinotti ignorando quelle con le quali Renzi ha precisato che di un intervento in Libia per ora non se ne parla. Il pezzo prosegue poi rievocando il «tradimento» italiano ai danni di Gheddafi, dell’uccisione del quale si dice che «al confronto della quale impallidiscono persino le decapitazioni dell’Isis». Particolare anche la chiusura,nella quale si afferma che: «Che l’Italia dopo averla bombardata (nessuno sa quanti civili sono morti sotto i nostri bombardamenti…) diventasse un bersaglio era più che certo». Per fortuna, le parole di Grillo non hanno avuto riscontro nella realtà, dato che l’Italia non ha subito rappresaglie o attacchi collegati all’intervento in Libia.
LIBIA, RENZI FRENA SULL’INTERVENTO: «ASPETTIAMO LAVORO ONU», ore 13.15 –
«Non è il tempo dell’intervento, verificheremo che cosa ci sarà da fare, se ci sarà una guida delle Nazioni unite più forte sarà meglio per tutti». Lo ha spiegato il premier italiano Matteo Renzi, nel corso di un’intervista al Tg5, dove precisato: «La visione del governo è una sola e tutti i ministri la condividono: aspettare che il Consiglio di sicurezza dell’Onu lavori un po’ più convintamente sulla Libia. È il momento della responsabilità, non si passi dall’indifferenza all’isteria». Frasi che molti hanno inteso come un richiamo a chi, come il ministro della difesa Pinotti, aveva già ipotizzato un nostro intervento militare in Libia.
LIBIA, AL-THANI: «INTERVENIRE O IS ARRIVERÀ IN ITALIA», ore 13.00 –
Il premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, Abdullah al Thani, ha richiesto all’Occidente di intervenire con un’azione dell’aviazione aerea contro i jihadisti che controllano Tripoli. Altrimenti, ha avvertito, «la minaccia arriverà in Italia». Per poi aggiungere: «Abbiamo informazioni assolutamente confermate che al-Qaeda e l’Isis sono a Tripoli e vicino Ben Jawad».
LIBIA, MILIZIE TRIPOLI: «VIA EGIZIANI ENTRO 48 ORE», ore 12.45
La coalizione di milizie filo-islamiche che controlla Tripoli e l’area della Tripolitania, Fajr Libya, ha chiesto agli egiziani di abbandonare il territorio libico entro due giorni per evitare ritorsioni. Lo riporta l’agenzia Ansa, riprendendo un post sulla pagina Facebook di Fajr:
«Chiediamo ai fratelli egiziani che lavorano in Libia di lasciare il paese entro un massimo di 48 ore per preservare la loro integrità di fronte a qualsiasi operazione di rappresaglia suscettibile di accrescere la tensione fra i due popoli fratelli», si legge.
LIBIA, TELEFONATA RENZI-AL SISI, ore 12.15
Questa mattina il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, al quale il premier ha espresso il suo cordoglio e solidarietà per le ventuno vittime uccise dall’Isis. I due leader hanno discusso sui passi politici e diplomatici nel quadro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per riportare sicurezza e pace nel Paese.
Una fotografia della telefonata è stata postata dal portavoce del premier, Filippo Sensi (in arte “Nomfup“):
LIBIA, VITTIME CIVILI NEI RAID, ore 12
Nel corso dei raid egiziani su Derna, città libica in mano all’Is, sarebbero rimasti uccisi “tre bambini e due donne”, secondo quanto spiegato dall’agenzia libica Lana (considerata vicina all’esecutivo parallelo di Tripoli, già critico sui bombardamenti). Secondo quanto riportato, oltre all’accampamento di El Shohadaa-Abu Selim, gli otto raid hanno colpito “l’esercito islamico e la sede della società El Gabal”. Sarebbero state colpite anche abitazioni civili nel quartiere di Shiha. Al Jazeera ha invece parlato di sette morti e 17 feriti a Derna.
LIBIA, PAESE FRAMMENTATO ,ore 11.15
Dopo i raid egiziani sulle postazioni Isis, resta frammentata la situazione interna nel Paese libico. Proteste sono arrivate dal Congresso nazionale libico, quello sostenuto dalle milizie islamiche con sede a Tripoli: «I raid sono un’aggressione alla sovranità nazionale», ha denunciato il Parlamento islamico, come riporta al Jazeera. «La Libia è uno stato sovrano e combattere il terrorismo dovrebbe essere un compito dello Stato», hanno spiegato. In Libia si contendono due esecutivi tra loro rivali. Oltre a quello islamico, c’è un governo riconosciuto dalla comunità internazionale che al contrario si trova esiliato a Tobruk, nell’est del Paese. Una divisione sfruttata dallo Stato islamico, che sta avanzando nel territorio del Paese.
Come ha spiegato anche Vincenzo Nigro su “Repubblica“, lo Stato islamico in Libia sta facendo proseliti, con bande e brigate che hanno “abbracciato” il vessillo nero di Is. I primi sono stati i miliziani di Ansar al Sharia, vicini ad al Qaeda e autori dell’attentato a Bengasi del 2012 contro il consolato americano. Derna è l’altro centro nel quale è stato dichiarato un Califfato, già storicamente “feudo” dei jihadisti, anche ai tempi di Gheddafi. E la minaccia Is è oggi è più forte e pericolosa a Sirte.
LIBIA, HOLLANDE (FRANCIA) E AL-SISI CHIEDONO RIUNIONE URGENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU, ore 10.40
Anche il presidente francese Francois Hollande, insieme al capo di Stato egiziano Abdel Fattah al Sisi, ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e «nuove misure» contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis). Lo ha spiegato con un comunicato l’Eliseo, al termine di un colloquio telefonico tra i due capi di Stato. Hollande ha rinnovato ad al Sisi «la sua solidarietà per l’omicidio di 21 cittadini egiziani in Libia» da parte dell’Is.
LIBIA, BOMBARDAMENTI EGIZIANI-LIBICI SU BENGASI E SIRTE CONTRO ISIS Ore 10.30
– Come riporta l’emittente Al Jazeera, la tv di Stato egiziana ha riferito come «tra i 40 e i 50 insorti dello Stato islamico siano stati uccisi nei raid aerei condotti questa mattina dalle forze armate egiziane e libiche nell’area di Derna, nell’est della Libia, in risposta alla decapitazione di 21 cristiani copti egiziani da parte dei jihadisti». A dichiararlo è stato Saqer al Joroushi, comandante delle forze aeree libiche, all’emittente televisiva del Cairo Nile News. Lo stesso comandante ha riferito alla televisione satellitare “al Arabiya” che i raid contro le posizioni dello Stato islamico in Libia continueranno in coordinamento con l’Egitto.
Dallo stesso Egitto è partita la richiesta alla comunità internazionale di assumersi le «proprie responsabilità» e di prendere «misure contro le postazioni» dell’Isis e delle altre formazioni terroristiche in Libia.
LIBIA, MINACCIA ISIS ALL’ITALIA: «SIAMO A SUD DI ROMA»
Nel giorno in cui l’Italia chiude la nostra ambasciata in Libia, in un Paese frantumato e assaltato dai progetti di espansione dei jihadisti, lo Stato Islamico è tornato a minacciare il nostro Paese, con un nuovo filmato in cui si mostra la decapitazione di ventuno giovani egiziani copti sulle rive del Mediterraneo. «Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma in Libia», si ascolta nel video. Con un riferimento alla morte del capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden, tra le immagini del mare insanguinato. «Avete buttato il suo corpo in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro», afferma nel filmato il capo dei boia.
RIMPATRIATI UN CENTINAIO DI ITALIANI
Nei circa cinque minuti di video i militanti vestiti di nero fanno camminare su una spiaggia i prigionieri, che indossano tute arancioni. «Abbiamo visto il video, possiamo confermare che si tratta dei nostri figli sequestrati in Libia», ha spiegato il portavoce della Chiesa ortodossa, l’arcivescovo Polis Halim. In una didascalia del filmato si legge: «Il popolo della croce, seguaci dell’ostile chiesa egiziana». Dopo la rivolta del 2011, migliaia di egiziani si erano rifugiati in Libia alla ricerca di un lavoro, nonostante gli avvertimenti dell’esecutivo di non partire per uno dei Paesi più pericolosi della regione nordafricana.
Nelle stesse ore in cui l’Is continua ad avanzare alla conquista di Sirte, a una distanza dall’Italia di sole “duecento-trecento miglia marine”, a bordo di una nave – salpata da Tripoli e arrivata in nottata in Sicilia – sono stati rimpatriati un centinaio di italiani.
Videocredit: Corriere.tv
Il primo a scendere dal catamarano, arrivato nel porto di Augusta, è stato Salvatore, originario di Siracusa. Arrivato da Tripoli, non ha voluto rilasciare commenti, anche perché fa intendere come gli sia stato detto di non parlare. Qualcosa però si lascia sfuggire: «La situazione a Tripoli è critica». Per poi aggiungere, sull’Isis: «Già da un pezzo è a Tripoli, lo ha confermato anche la televisione locale», spiega.
Tra gli italiani che hanno lasciato la Libia non ci sono soltanto tecnici d’azienda, marittimi, ma anche famiglie che vivono ormai da anni a Tripoli o in altre città vicine.
La Farnesina ha chiarito che «non si tratta di un’evacuazione», ma di una operazione «preannunciata di alleggerimento» della presenza italiana nel territorio libico. Già da settimane erano stati invitati i nostri connazionali a non recarsi in Libia o a lasciare il Paese, dopo l’attacco terrorista del 27 gennaio all’Hotel Corinthia di Tripoli, nel quale erano morte numerose persone, compresi sei stranieri. L’avanzamento dell’Isis verso l’ovest del Paese e la presa di Sirte, a 400 chilometri dalla capitale, e il resto del territorio in mano a fazioni e milizie armate che si fronteggiano rendono tutto ormai inprevedibile.
LA REPLICA EGIZIANA, RAID IN LIBIA
Dopo la diffusione del filmato, il presidente egiziano al-Sisi ha invece convocato in modo “urgente e permanente” il massimo organo decisionale per la sicurezza in Egitto, il Consiglio di difesa nazionale. Abdel Fattah al-Sisi ha prima annunciato che l’Egitto si sarebbe riservato «di rispondere nei modi e nel momento che riterrà opportuni» all’uccisione dei 21 egiziani copti. Poi, l’esercito egiziano ha annunciato il bombardamento di alcune postazioni dell’Isis nella stessa Libia. In particolare, campi del gruppo fondamentalista islamico, un sito di addestramento e zone di deposito di armi, secondo quanto confermato dalla televisione di Stato.
Sono stati otto i raid compiuti dall’aviazione egiziana, che hanno causato cinque morti a Derna, la città nel territorio orientale del Paese controllata dall’Isis.
LE REAZIONI POLITICHE IN ITALIA, RENZI FRENA GLI “INTERVENTISTI”. ALFANO: «MISSIONE ONU PER FERMARE IL CALIFFATO»
In Italia, invece, non sono mancate le reazioni politiche. Renzi ha spiegato che l’Italia «farà la sua parte»: «In Libia c’è bisogno di responsabilità e non di fughe in avanti. La priorità è raddoppiare gli sforzi Onu nella iniziativa politica e diplomatica e su questo stesso terreno, non quello militare, l’Italia è pronta ad assumersi le sue responsabilità». Tradotto, il premier ha frenato gli “interventisti”, compreso Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia aveva offerto un appoggio al governo in caso di azione militare, considerata «opzione da prendere in seria considerazione».
Con un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica“, è stato il ministro dell’Interno a chiedere un immediato intervento in Libia con una missione Onu: «Non c’è più tempo da perdere, il Califfato è alle porte di casa, le Nazioni unite si muovano per fermarlo», ha spiegato, ricordando come l’allerta nel nostro Paese sia da tempo «elevatissima». Per questo – ha proseguito – incontrerà «i rappresentanti dei colossi web per intensificare la cooperazione nell’allerta precoce sul transito in Rete dei messaggi degli estremisti», mentre giovedì sarà a Washington «per un vertice organizzato dalla Casa Bianca tra 20 paesi» nel quale ribadirà che «la lotta al terrorismo interno parte dallo spegnere i fuochi che divampano nell’altra sponda del Mediterraneo». Sul rischio di possibili terroristi nascosti tra i migranti in arrivo, ha aggiunto: «Nessuno può escluderlo, ma nemmeno si può creare un nesso». «Se le milizie del Califfo avanzano più velocemente delle decisioni della comunità internazionale – ha però aggiunto – come possiamo spegnere l’incendio in Libia e arginare i flussi migratori?».
Critico, infine, il M5S, di fronte alle parole della ministra della Difesa Pinotti, che aveva spiegato – prima della “frenata” di Renzi – come l’Italia fosse pronta a contribuire con oltre 5mila uomini e a guidare una coalizione di Paesi europei e nordafricani. «No a qualsiasi intervento militare in Libia». Con un invito ai ministri Pinotti e Gentiloni a riferire in aula prima di «assumere decisioni dal carattere unilaterale e in violazione dei principi costituzionali», hanno replicato dal direttorio a 5 Stelle, Di Battista e Sibilia.
(Photocredit copertina: ABDULLAH DOMA/AFP/Getty Images)