L’inferno dei clochard a Roma Termini: sfregiato per rubare una coperta di carta
22/06/2015 di Redazione
Oggi il Messaggero con due pezzi della cronaca di Roma racconta un inferno silenzioso ma non per questo meno grave, quello che vivono i clochard di Roma Termini, un vero e proprio popolo che compare di notte e si stringe in stazione per un posto al caldo più sicuro – paradossalmente, dicono loro – dove dormire per poi sparire alle prime luci dell’alba, in attesa di una nuova notte di alcol, uguale a tutte le altre.
L’AGGRESSIONE
Durante una di queste notti un uomo di 50 anni di Campobasso cercava rifugio a Termini, appena arrivato in città. Non è da sempre un senza tetto: prima aveva un lavoro e una famiglia, oggi non più. Racconta il Messaggero la sua storia
Orrore l’altra notte alla stazione Termini. Un romeno di 45 anni, per impadronirsi del lenzuolo di carta su cui dormiva un altro senza fissa dimora, non ha esitato ad aggredirlo a colpi di bottiglia, causandogli una profonda ferita ad un braccio fino quasi ad amputarlo. La vittima è un italiano di 50 anni, originario di Campobasso. L’intervento tempestivo dei sanitari ha evitato che l’uomo morisse dissanguato e attraverso un delicato intervento chirurgico la profonda ferita è stata suturata. Il cinquantenne è ricoverato in prognosi riservata e ha perso buona parte dell’uso del braccio.
Questo il racconto della vittima
«Stavo dormendo su un lenzuolo di carta, del tipo che si usa nei vagoni letto – ha raccontato agli agenti prima di essere operato – Quando mi sono sentito strattonare da un uomo che mi ha tirato via il lenzuolo. Il romeno voleva prenderselo. L’ho cacciato ma senza violenza. Dopo pochi minuti quel tipo di è rifatto vivo e mi ha aggredito».
LA FAVELAS DI ROMA TERMINI
Due facce, di giorno e di notte. Termini è un non luogo dove mille storie si intrecciano: alcune per pochi istanti, altre per sempre. Così la Termini di notte, quella dei clochard che si affollano lungo i suoi lati, piedi che spuntano da coperte consunte di fianco a cartoni di vino consumati in un sorso. Così racconta il Messaggero
Di notte girano armati di lamette, per tagliare i borsoni consumati che nascondono solo pochi spiccioli. Magrebini, dell’Europa dell’Est, ma anche italiani. Predoni di monete, pronti a scatenare la violenza anche solo per strappare una bottiglia di birra custodita con gelosia tra cumuli di coperte. Una guerra tra poveri e sbandati che si consuma ogni notte a ridosso di piazza dei Cinquecento, dove gravitano un centinaio di senzatetto.
Chi è questo popolo della notte
Molti sono italiani, finiti in strada dopo aver perso tutto, distrutti spesso dall’alcol. «Se ti alzi per andare a bere a una fontanella ti rubano i cartoni, se protesti ti menano» racconta Bright, nigeriana che da due anni dorme a piazza dei Cinquecento, mentre mostra lo zaino con i tagli rattoppati. D’inverno ha provato a dormire dentro una piccola tenda da campeggio: «Ma mi hanno portato via anche quella».
(Immagine di copertina: MB per Giornalettismo)