L’inizio della fine del porno?
06/01/2012 di Dario Ferri
In Usa i gruppi anti-Aids chiedono che gli attori impegnati in scene di sesso usino il preservativo
I periodici test dell’Hiv non sono sufficienti a garantire un’adeguata prevenzione dall’Aids e dalle atre malattie sessualmente trasmissibili. Per questo gli attori porno dovrebbero utilizzare il preservativo ad ogni rapporto sia anale e vaginale. A chiederlo è l’Aids Healthcare Foundation. Il gruppo anti-Hiv gradirebbe una rigososa iniziativa che rivoluzionerebbe l’industria del porno. “Il fatto che la salute e la sicurezza di questi lavoratori sia stata trascurata è un fatto grave”, ha detto il presidente dell’AHF Michael Weinstein al The Daily Beast. “E’ una questione di equità. Perché questa dev’essere l’unico settore che non offre una protezione ai lavoratori?”, ha aggiunto.
GLI ATTORI NON CI STANNO – I diretti interessati non ci stanno. “Non indosseremo preservativi, gli spettatori non vogliono vederli”, dice ad esempio Ron Jeremy, un attore che ha preso parte a migliaia di pellicole porno e che secondo la leggenda ha avuto più donne di Zeus. Jeremy, come tutti i suoi colleghi, effettua un test sulle malattie sessualmente trasmissibili ogni 28 giorni. E gli attori porno sostengono che quei test di routine siano il metodo più efficace per la prevenzione.
IL BRACCIO DI FERRO – Il braccio di ferro tra attivisti anti-Aids e operatori del settore dei film hard è questione delicata. La California (insieme al New Hampshire) è uno dei due stati in cui il porno è libero, e norme che imporrebbero l’utilizzo del preservativo potrebbero sancire la fine del settore. “Il porno è destinato a divertire, non ad educare”, dice la veterana attrice porno Nina Hartley. “Il tipo di sesso che facciamo davanti alla camera non è lo stesso che si fa a casa. Il preservativo non ci rende più sicuri”, ha aggiunto. Le pornoattrici, sottolinea la Hartley, sono impegnate in media dai 30 ai 55 minuti a rapporto e i preservativi possono causare micro-lacerazioni della parete vaginale che lasciano la donna più suscettibile alle malattie.
I RISCHI – Non tutti, però, tra gli operatori del porno, si uniscono al coro di no al preservativo. Shelley Lubben, attrice che ha recitato in circa 30 film hard dice di aver contratto herpes e Hpv a causa del suo lavoro e della mancanza di precauzioni dalle malattie sessualmente trasmissibili. L’Hpv le avrebbe causato poi un cancro al collo dell’utero e successivamente l’eliminazione di quasi metà della sua cervice. La Lubben descrive così, disgustata, il lavoro che ha svolto per anni: “Ci sono sangue, fluidi corporei, urine e feci sul set!”. Le paure sono aumentate da quasi un decennio. Da quando, nel 2004, l’attore porno Darren James, sieropositivo, inonsapevolmente, infettò tre colleghe. E’ da allora che l’Aids healthcare Foundation ha combattutto in maniera incisiva l’industria dell’intrattenimento per adulti. Gli elementi, dunque, ci sono tutti. Il dibattito è aperto.