Morto Lino Toffolo: da “Pasta e Fagioli” a Monicelli, Celentano e Risi
18/05/2016 di Boris Sollazzo
LINO TOFFOLO MORTO
Avanspettacolo e cabaret, ma anche Dino Risi e Monicelli. E ha recitato con Mastroianni e Gassman e Celentano (ripescatelo in Yuppi Du). Lino Toffolo è uno di quei caratteristi fenomenali che hanno attraversato il nostro mondo dello spettacolo facendo la gavetta e conquistando il proprio pubblico con una capacità straordinaria di entrare in empatia con esso. Fin dai tempi del Derby, a Milano, dove oltre a colpire chi siede di fronte al palco, suscita l’interesse di un geniaccio come Enzo Jannacci, che reinterpreta una sua canzone nell’album Vengo anch’io. In quel periodo collabora anche con Bruno Lauzi, Pippo Caruso e Giorgio Gaber, in seguito anche con Cochi e Renato. Anche il cinema (come dimenticarlo nel cult Brancaleone alle crociate?) riesce a evidenziare le sue doti, pur consegnandogli ruoli tanto efficaci quanto marginali. Di Monicelli abbiamo già detto, si fa apprezzare ne Il merlo maschio e ne L’emigrante di Festa Campanile e, tra gli altri, in Sturmtruppen di Samperi, Telefoni bianchi di Dino Risi e Culastrisce nobile veneziano di Mogherini con, appunto, Marcello Mastroianni.
Ma è il caso di ricordare, oggi, quel Nuvole di vetro che fu il suo esordio alla regia, da ultrasettantenne. Un film delicato e imprevisto, da un istrione come lui, tutto in lingua veneta. Un gioiello, trascurato dalla grande distribuzione ma molto apprezzato dalla critica.
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LINO TOFFOLO CHI ERA
Famoso in Italia per la sua comicità fondata sulla mimica facciale e sull’esplosività da commediante di razza, è diventato un idolo degli emigranti con Pasta e Fagioli, nel 1984, risposta a una canzonaccia tedesca razzista sugli italiani, Zuppa Romana, dove, con le sue capacità di nobile guitto e un montaggio molto divertente, vendica “l’onore” tricolore e diventa l’inno un po’ trash di chi, italiano all’estero, deve subire le angherie di chi li ospita. Matze Knop, poi, userà il tema musicale per la divertentissima presa in giro a Luca Toni “Numero 1”.
Lo piange la sua Venezia – era di Murano -, come dimostra Cipriani, patron del mitico Harry’s bar e suo grande amico, che ne ricorda la centralità nell’immaginario della città. Ma anche del nostro paese, con le sue partecipazioni a fiction Rai e trasmissioni d’intrattenimento Mediaset
Era in ospedale in seguito alla rottura di un polso, poi nella struttura sono intervenute complicazioni cardiache. Aveva 82 anni e non aveva mai perso la voglia di intrattenere il pubblico, anche su mezzi che non immagineremmo per uno della sua generazione. Come internet e i social. Di suo pugno scrisse la divertentissima biografia sul suo sito ufficiale. Ecco l’inizio:
Avrebbe voluto nascere a Betlemme, ma l’idea era già stata ampiamente sfruttata, cosicchè ebbe i natali in una amena isola della laguna di Venezia – Murano – che in tal modo ebbe un motivo in piu per essere famosa nel mondo. Correva l’anno 1934, e già si addensavano sull’Europa le nubi di un nuovo disastroso conflitto: evidente lo sbaglio imperdonabile anche nella scelta del momento.
Dopo una normale infanzia di guerra il rampollo iniziò con gli studi musicali, approdando poi quasi per sbaglio alla radio di Stato: percorso (visibile nella foto a destra) peraltro piuttosto comune tra i grandi geni del novecento.
In quell’ambito ebbe a cimentarsi come compositore, creando la sigla de “El Listòn” – un celebre programma radiofonico della sede RAI del veneto – nel quale anche recitava, cantava e scriveva i testi dando libero sfogo al “multiforme ingegno”. Cominciò con le piccole apparizioni teatrali di grande successo, raccogliendo inviti di questo o quell’altro personaggio importante (Cesca, Maffioli)…
Si tratta quindi di una celebrità nata dalla gavetta estrema, in una precarietà quasi da avanspettacolo (ma dove vai se la banana…) , da tutta una serie di fortunati “Perchè non vieni a… ?”. Praticamente è successo tutto per caso. (Pippo Baudo ancora non c’era).
Photocredit copertina facebook.com/lino.toffolo