L’inventore di Lost torna con Leftovers: Lindelof cambierà di nuovo il mondo della tv?
10/06/2014 di Boris Sollazzo
Non c’è che dire, la paranoia maggiore di Damon Lindelof è la scomparsa delle persone.
Lost, la creatura che ha reso famosa prendendola dalle mani di J.J.Abrams, l’aveva persino nel nome, questa paura. Perduti, tali erano quegli uomini e donne che precipitavano su un’isola misteriosa che diventò la pericolosa sede della loro bizzarra comunità.
Ora torna, per lavorare con l’innovativa e coraggiosa HBO, e porta all’estremo questa fobia, con quel gusto per l’apocalittico che a lui non manca mai. Leftovers, la sua prossima fatica che in America vedranno a partire dal 29 giugno, ha un punto di partenza persino più inquietante: da un momento all’altro il 2% della popolazione mondiale si volatilizza, senza motivi apparenti.
Come succedeva nella serie che forse ha avuto più successo in tv, non tanto come share quanto per l’impatto avuto sull’immaginario collettivo, un fatto inspiegabile – lì era la natura dell’isola e di ciò che nascondeva e, alla fine, il mistero su ciò che fosse realmente -, è fonte di riflessioni e azioni che coinvolgono concetti altissimi. Morte, dolore, religione, fantascienza più o meno distopica, si mischiano nel racconto che vede una comunità dividersi. Nascono così i Colpevoli Sopravvissuti, autori di macabri flash-mob che vogliono essere monito verso ciò che ha causato questa punizione ritenuta forse divina; gli “scettici”, come il neo sindaco che cercano la verità in una spiegazione razionale; infine c’è chi si affida al guru, al santone di turno, tale Wayne, che sarà determinante nella soluzione della storia.
LEFTLOVERS: NON SARA’ LOST – Il rischio di finire nel caos “lostiano”, che ha causato la confusione e le polemiche tra i fans sulle ultime stagioni e in particolare sul finale, sembra essere però lontano. Per tanti motivi. Il percorso sarà rigoroso, nella sceneggiatura come nell’indagine psicologica di personaggi e fatti, analizzati secondo i più classici degli step del superamento del lutto: rifiuto, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione. A tenere tutto nei recinti di una narrazione serrata, poi, ci sarà anche l’ispirazione più che solida di un libro, Svaniti nel nulla, di Tom Perrotta, edito in Italia da E/O. L’autore del bestseller sarà anche il cosceneggiatore della serie, peraltro.
LEFTLOVERS, IL CAST – Curioso, poi, che nel cast ci siano diversi “svaniti nel nulla” dello star system. Dal Justin Theroux che nel suo momento migliore fu tra i protagonisti dell’Inland Empire di Lynch (per poi essere ripescato dal cupo e geniale Six Feet Under, sul piccolo schermo), alla Liv Tyler che ci ha fatto innamorare con i videoclip degli Aerosmith così come ballando da sola per Bertolucci. Per arrivare ad Amy Brenneman, Il Giudice Amy di una televisione che sembra ormai preistorica, a Charlie Carver, ex Desperate Housewives, e a Christopher Eccleston, il nono Doctor Who.
LEFTLOVERS: 600 MINUTI DI TENSIONE – Saranno dieci puntate (la prima diretta da Peter Berg, già dietro la macchina da presa per i film per il cinema Hanckock e Lone Survivor), da 60 minuti l’una, a raccontarci come questa tragedia mondiale si viva nella piccola comunità di Mapleton, con lo stesso sguardo per cui qualcosa di enorme e incomprensibile possa essere spiato attraverso una piccola realtà. Stratagemma usato spesso in tv e ultimamente ripreso efficacemente in Under The Dome.
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