L’Isis intervista Hayat Boumeddiene, la compagna di Coulibaly
12/02/2015 di Redazione
Il settimo numero della rivista Dabiq, molto vicina all’Isis, offre un’apologia di Amedi Coulibaly, l’autor della strage al supermercato successiva a quella consumata nella redazione di Charlie Hebdo, accompagnata da un’intervista alla sua compagna, quella Hayat Boumeddiene ricercata in Francia e ora riparata in Siria. Lo riporta Servizio Pubblico.
L’INTERVISTA SULLA RIVISTA DELL’ISIS – Il numero 7 di Dabiq è intitolato «Dall’ipocrisia all’apostasia» con una copertina che mostra due anziani musulmani che portano la scritta Je Suis Charlie. All’interno, oltre ad articoli dedicati alle più recenti esecuzioni di ostaggi, dai giapponesi al pilota giordano, c’è anche un’intervista ad Hayat Boumeddiene, la moglie si Abu Basir al-Ifriqi, come la rivista chiama Coulibaly.
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LA FUGA IN SIRIA – Anche Boumeddiene è identificata con un nome arabo, Umm Basir al-Muhajirah, perché: «Il mujahid Abu Basir al-Ifriqi (Amedy Coulibaly – che Allah abbia pietà di lui) era così leale al Califfo da organizzare la partenza di sua moglie Umm Basir al-Muhajirah verso le sue terre prima della sua “dichiarazione di fede” rappresentata dalle benedette operazioni di Parigi. In seguito all’arrivo sicuro della donna, Dabiq ha avuto l’opportunità di porre alcune domande alla sorella e lei ha risposto volentieri. Che Allah possa proteggere tutte le mogli dei testimoni della fede e dei mujahidin e le mantenga salde davanti alla verità fino a quando non incontreranno il loro Signore».
È TUTTO MOLTO BELLO – L’intervista è davvero breve e sfrondata delle lodi e invocazioni ad Allah si risolve in tre domande alle quali la donna fornisce risposte intrise di fanatismo religioso. La donna dice che il viaggio verso il Califfato è andato bene ed è stato tranquillo, che vivere nella terra in cui viene applicata la legge di Allah, è qualcosa di meraviglioso, e che il marito era un entusiasta sostenitore del califfato fin dalla prima ora.
I CONSIGLI PER LE DONNE DELL’ISIS – Più prolisso « messaggio per i Musulmani in generale e per le sorelle Musulmane in particolare», che si traduce un una serie di consigli alle mogli, perché quello devono essere, degli uomini del califfato:
«Sorelle, siate le fondamenta del supporto e della sicurezza per i vostri mariti, fratelli, padri e figli. Siate le loro consigliere. Devo trovare in voi pace e conforto. Non rendete loro le cose difficili. Rendete loro la vita più semplice. Sia forti e coraggiose. È fondamentale che tutte le vostre opere siano sinceramente dedicate ad Allah, sperando in una Sua ricompensa. Sappiate che i Compagni del Profeta (radiyallahu ‘anhum – che Allah li benedica, ndr) non diffusero l’Islam in queste vaste terre senza le loro virtuose mogli al loro fianco. Non sprecate il vostro tempo e le vostre energie nel gioco, nelle futilità, e in ciò che non vi riguarda. Imparate la vostra religione! Imparate la vostra religione! Leggete il Corano, rifletteteci sopra, e recitatelo. Nutrite il vostro amore per Allah e per il suo Messaggero. È fondamentale che amiate Allah e il suo Messaggero più di voi stesse, dei vostri mariti, dei vostri figli, dei vostri parenti. Seguite l’esempio di Asiyah – la moglie del Faraone – che lasciò la Dunya (il mondo temporale, ndr) per Allah e per l’Aldilà nonostante fosse una regina e vivesse nel benessere della Dunya. Venne torturata e uccisa a causa della sua scelta, ma Allah la fece rimanere risoluta e la innalzò sopra molte donne».