La lotteria VinciCasa è un incentivo alla ludopatia?
10/07/2014 di Redazione
È giusto che le società che si occupano di giochi a pronostico mettano in palio una casa, un diritto costituzionalmente garantito che per molte famiglie italiane rappresenta un vero e proprio miraggio? È questo un’interrogativo oggi frequente tra alcune associazioni dei consumatori e alcuni parti politiche, negli stessi giorni in cui la Sisal, una delle maggiori aziende nel settore dei giochi, lancia VinciCasa, ovvero la nuova lotteria che consente di vincere un’immobile dal valore di 500mila euro netti pronosticando con successo una combinazione di 5 numeri estratti compresi tra 1 e 40.
(Foto: Gennaro Manzo / LaPresse)
IL GIOCO CHE TI FA VINCERE UNA CASA – La prima estrazione dei numeri vincenti ha avuto luogo ieri, 9 luglio, mentre alla Camera dei deputati era già stata depositata un’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri dell’Economia e della Salute per chiedere lumi sul nuovo tipo di concorsi, e in particolare sul rischio che VinciCasa penalizzi le fasce più deboli della popolazione o non aiuti la lotta ai fenomeni di ludopatia. A sottoscrivere il testo è stato il deputato di Sel Giovanni Paglia, il quale, parlando del gioco Sisal pronto al debutto, ha denunciato che la «tipologia di gioco appare, per le sue caratteristiche, indirizzata ad un pubblico caratterizzato da basso reddito» e quindi «alla parte più debole della società». Paglia precisamente sostiene che il messaggio della campagna pubblicitaria di VinciCasa sia inevitabilmente «veicolato verso soggetti deboli o indeboliti dalla crisi economica, per i quali la casa, lungi dall’essere un diritto costituzionalmente garantito, appare invece un miraggio irraggiungibile». Ma non solo. Nell’interrogazione il deputato di Sel sostiene anche che la nuova tipologia di gioco e il modo in cui viene pubblicizzata potrebbero essere contrari ai principi contenuti nella legge delega fiscale approvata a marzo (in cui si parla anche di prevenzione dei fenomeni di gioco d’azzardo patologico) e, ancor di più, potrebbero essere contrari ai principi ispiratori del progetto di legge contro la ludopatia ora all’esame della Camera, in Commissione Affari Sociali.
I CONSUMATORI: «ATTO DI GRANVE INCOSCIENZA» – Si tratta, in sostanza, degli stessi rilievi mossi nei giorni scorsi anche da alcune associazioni di consumatori. Il presidente dell’Adoc Lamberto Santini ha definito «profondamente sbagliato abbinare una lotteria, un gioco d’azzardo, ad un bisogno reale dei cittadini, particolarmente sentito vista l’emergenza abitativa in corso». Mentre in una nota l’Acogi, l’Associazione italiana dei consumatori e degli operatori di gioco, ha affermato che «immettere sul mercato un gioco che promette una casa può rappresentare un atto di grave incoscienza, totalmente privo di coerenza con il dibattito acceso e molto partecipato sulla dipendenza in corso da anni sui media, e recentemente approdato presso la Commissione Affari Sociali e con le indicazioni contenute nella delega fiscale».
L’AFFARE DI STATO – Sia ben chiaro, nessuno mette in discussione il rispetto delle leggi da parte di Sisal. Ma si rileva come in un Paese in cui si annuncia di frequente la necessità di lottare la ludopatia continuino a spuntare nuove opportunità per trascinare ancor più persone in ricevitoria, soprattutto quelle meno abbienti, più facilmente attratte dall’opportunità di ottenere una grossa vincita. Sisal ha scopo di lucro e fa il suo gioco. Anzi, i suoi giochi. Paglia si chiede cosa intendano fare i rappresentanti del governo per affermare il principio che l’autorità pubblica può e deve intervenire a tutela della salute pubblica. Anche in virtù del fatto che la nascita VinciCasa arriva a culmine di una lunga serie di tipologie di giochi autorizzati. Nel 1999 è stato il turno delle sale Bingo, nel 2003 delle slot machine , nel 2005 sono state introdotte la terza giocata del lotto e le scommesse Big Match, nel 2006 sono spuntati corner e punti gioco per scommesse, nel 2008 gioco via sms e gioco on-line a torneo, nel 2009 nuovi giochi ad estrazione istantanea, a totalizzazione nazionale e VLT, nel 2011, infine, il bingo a distanza. I numeri parlano chiaro: la spesa per gioco legale nel nostro paese è salita dai 14,3 miliardi di euro del 2000 ai 79,9 del 2011, e per il 2013 si stima il superamento dei 100 miliardi di euro. Quindi nel 2014, l’ultima legge, e l’«esigenza di prevenire i fenomeni di ludopatia ovvero di gioco d’azzardo patologico». Il dibattito continua.
(Foto copertina da Sisal.it)