Lucignolo nel regno di Rocco Siffredi
07/04/2014 di Redazione
Un viaggio nel regno di Rocco Siffredi per seguire da vivino le riprese del suo ultimo film. È quello compiuto dalle telecamere di Lucignolo 2.0, che hanno raggiunto in Ungheria il pornoattore e pornoregista più famoso d’Italia e tra i più noti al mondo. L’appuntamento è fissato nella sua dimora, una tenuta di dieci ettari con piscina, campo di beach volley e pista da motocrosso situata in un paesino alle porte di Budapest. È nelle stanze dell’immensa ‘Roccolandia’ che si stanno effettuando le riprese ed è lì che la troupe di Italiauno va alla scoperta anche di piccole e grandi passioni del re dell’hard. Come quella per il modellismo, ad esempio. Mentre le pronoattrici si mettono in posa per le foto o si truccano in attesa delle riprese Rocco mostra il suo luna park con miniaerei, monopattini, golf car, motociclette. Ma anche i camerini e il set del suo mondo del porno.
GLI STUDIOS – «Instaurare un rapporto significa fidati di me», spiega Rocco parlando delle sue attrici. «Tutte e due – dice – facciamo insieme la scena che ci piacerebbe fare insieme, io cerco di capire se lei può darmi qualcosa in più, non mi accontento facilmente». Ma si parla anche di affari. Magliette, gadget, produzioni: Rocco sembra aver creato un vero business intorno a lui, e sono in cantiere nuovi studi per girare. «L’idea mia è quella di fare vari set qui. In due versioni: una versione standard e una live e una in cui i set si animano e fai un tour con attrici e regista che stanno girando», afferma Siffredi. Sarebbe un possibile rimedio ad ogni sorta di crisi del settore: «La pirateria ha fatto un casino. La mia risposta alla pirateria è: ok, il sesso si fa qui non si può piratare perché si fa qui e lo vedete dal vivo».
«AI MIEI FIGLI: FATE QUALCOSA CHE VI RENDA FELICI» – Rocco, che durante le riprese sembra un perfezionista, parla anche delle attrici che dicono di non voler girare con lui. «Sono persone che non conoscono il sesso e non vivono il sesso – dice -. C’è tanta gente che si spaccia per pornostar ma poi sono delle monache di clausura. Nel momento che smettono hanno una repulsione verso il porno. La nuova generazione usa il porno come esperienza di vita: ‘…facciamo due o tre film…’». Poi Rocco racconta la passione per il suo lavoro: «Questo è quello che io voglio trasmettere ai miei figli: papà ha fatto questo perché è quello che voleva fare. Fate qualcosa che vi renda felici».
(Fonte foto: Lucignolo / Italiauno / Mediaset)