Lucio Battisti e tutti quelli che non riposano in pace
06/09/2013 di Redazione
L’ultimo viaggio di Lucio Battisti non è stato quello dall’ospedale San Paolo di Milano al piccolo cimitero di Molteno, avvenuto il 9 settembre del 1998. Alla vigilia del quindicesimo anniversario della morte del grande cantautore italiano, le sue spoglie viaggiano ancora una volta, spostate dalla cappella del cimitero del lecchese per partire alla volta di Rimini, e poi di nuovo, per l’ultima volta, San Benedetto del Tronto, dove probabilmente la salma verrà cremata. Si chiude così un contenzioso che dura da anni tra vedova la vedova Battisti, Grazia Letizia Veronese, e il comune di Molteno.
LUCIO BATTISTI, DA MOLTENO A RIMINI – Lucio Battisti aveva scelto Molteno, tremila abitanti nel cuore della provincia di Lecco, per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Lo stesso paese che ne aveva accolto le spoglie quindici anni fa, quando il piccolo cimitero era diventato meta di pellegrinaggi dei fan e dei cultori delle sue canzoni. Un anno dopo la sua morte, l’amministrazione comunale di Molteno aveva deciso di commemorarne la memoria con un festival musicale «Un’avventura, le emozioni», che fin dal titolo rendeva omaggio alle sue canzoni più famose. Il successo è stato tale da diventare un appuntamento fisso, in grado di richiamare migliaia di persone ogni anno. Una commemorazione che, tuttavia, non è mai stata vista di buon occhio dalla famiglia Battisti che fa causa all’amministrazione di Molteno, obbligandola a cancellare il festival e a pagare un sostanzioso risarcimento per “danni di immagine”. La sentenza d’appello, tuttavia, ribalta la decisione. E, a questo punto, di decisione ne arriva un’altra: le spoglie di Battisti devono lasciare Molteno. Questa mattina, alla presenza di numerosi fotografi, giornalisti e fan, la salma è stata traslata. Nei giorni scorsi il sindaco di Molteno, Mauro Proserpio, aveva cercato di minimizzare, motivando la scelta come una volontà della famiglia di avere più vicino i resti del caro estinto. Le polemiche, però, non si placano.
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MIKE BONGIORNO, IL MISTERO DELLA SALMA TRAFUGATA – Come non si era placato, ai tempi, lo stupore per un altro grave fatto di cronaca riguardante un’altra celebrità passata a miglior vita. Mike Bongiorno, morto l’8 settembre del 2009, fu seppellito nel camposanto di Dagnente. Il 25 gennaio di due anni più tardi la salma fu misteriosamente trafugata da ignoti. A nulla valsero gli appelli della famiglia che chiedevano la restituzione delle spoglie di uno dei padri della televisione italiana: per quasi un anno le forze dell’ordine ebbero a che fare con false piste, finte richieste di riscatto e numerosi mitomani. La bara, intatta, verrà ritrovata l’8 dicembre dello stesso anno, a Vittuone. Nessuno saprà mai chi abbia sottratto la bara e perché: le analisi condotte sul feretro hanno accertato che non fu mai stato manomesso, così come le forze dell’ordine non riuscirono mai a mettersi sulla pista giusta.
JIM MORRISON, QUEL FUNERALE SOLITARIO – Sebbene la maggior parte dei funerali dei personaggi famosi avvengano in forma pubblica, ci sono casi in cui questo non avviene. Non per questo, però, i luoghi di sepoltura di queste celebrità rimangono ignorati. È il caso, ad esempio, di Jim Morrison. Il funerale del «Re Lucertola» e leader dei Doors, durato meno di dieci minuti, fu celebrato in fretta e furia all’alba del 7 luglio 1971 nel famoso cimitero parigino di Père Lachaise, alla presenza di pochissime persone. Non venne celebrato alcun rito religioso e nessuno dei presenti restò ad assistere all’inumazione. Per questo motivo, a distanza di anni, la morte di Morrison è ancora avvolta dal mistero e regolarmente messa in dubbio da numerose ipotesi al limite della leggenda metropolitana, che vedrebbero il cantautore e poeta statunitense sepolto altrove o, addirittura, ancora in vita.
OSAMA BIN LADEN E IL «FUNERALE IN MARE» – Speculazioni, ipotesi e leggende metropolitane che si affollano anche attorno alla morte di un altro personaggio, che nulla ha a che fare con il mondo dello spettacolo ma il cui nome è stato sulla bocca di tutti per un decennio: Osama bin Laden. Il «Principe del terrore», fondatore di al-Qaeda e responsabile degli attacchi dell’11 settembre, è stato ucciso dopo una caccia all’uomo durata dieci anni. Catturato e ferito a morte durante il raid di Abbottabad, il 2 maggio del 2011, secondo quanto stilato nei rapporti redatti dai militari che parteciparono al blitz, la salma di bin Laden fu caricata su un elicottero, avvolta in alcuni teli e lasciata cadere in mare. Non esistono foto né documenti ufficiali e, anche su questa morte, è sceso il mistero.
(Photocredit Gallery: Repubblica.tv)