L’Ue vuole un assegno di disoccupazione europeo
03/10/2013 di Andrea Mollica
La Commissione europea pensa ad un assegno di disoccupazione finanziato dall’Ue contro la crisi. L’organismo di governo dell’Unione europea ritiene essenziale introdurre uno strumento per ridurre gli shock asimmetrici all’interno dell’area valutaria comune, ma la Merkel ha già manifestato una forte contrarietà al riguardo.
ASSEGNO EUROPEO – La Commissione europea ha presentato un piano per introdurre un assegno di disoccupazione, come sottolinea polemicamente il quotidiano Die Welt, di orientamento conservatore. Il commissario agli Affari Sociali László Andor ha diffuso una comunicazione agli altri organismi comunitari sulla dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, all’interno della quale era contenuta la proposta di un budget amministrato dall’eurozona, che sia dotato di risorse fiscali per appoggiare gli stati membri nel ridurre l’impatto degli shock asimmetrici. Una formulazione complicata, rimarca il conservatore Die Welt, per un’idea molto semplice. Alla luce delle situazioni molto difficili nelle quali riversano le economie di alcuni stati membri, come la Grecia od altri paesi in eurocrisi, l’unione monetaria dovrebbe dotarsi di un sistema di sicurezza contro gli shock asimmetrici. Il sistema di sicurezza dovrebbe mettere in comune i rischi degli shock economici, così da ridurre le fluttuazioni dei redditi nazionali. Si tratterebbe nella sostanza di un trasferimento di risorse dagli stati più ricchi verso quelli più in difficoltà.
COME FUNZIONA – L’idea di László Andor prevede che il fondo comune europeo coprirebbe la metà delle spese delle prestazioni sociali effettuate per i disoccupati. Esso scatterebbe solo a determinate condizioni, ovvero quando il tasso di disoccupazione raggiunga una certa soglia, e successivamente la superi con una tendenza negativa per quanto riguarda l’incremento dei senza lavoro. Il concetto di shock asimmetrico indicato dalla Commissione descrive una sorta di accettazione dell’eurozona a condizioni economiche e finanziarie molto diverse tra i suoi stati membri, come rimarca Die Welt. Un dato che si rispecchia nella situazione attuale, dove ci sono alcuni paesi, concentrati nella periferia meridionale dell’unione monetaria, che hanno difficoltà economiche molto significative, con livelli di ricchezza nazionale lontani da quelli raggiunti prima dello scoppio della crisi finanziaria.
MERKEL CONTRO – Secondo le ultime rilevazioni di Eurostat il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali e periferiche dell’eurozona si è assestato su una media del 17,3% nel 2012, rispetto al 7,1% nelle regioni settentrionali e centrali. Il tasso medio di giovani non occupati né impegnati in corsi di studio o formazione (cosiddetti Neet) è ormai al 22,4% nella zona Sud dell’unione monetaria, contro l’11,4% in quelle settentrionali e centrali. In questo periodo la povertà è cresciuta nei due terzi degli Stati membri. Nonostante timidi segnali di ripresa la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli da Grande Depressione – con una media Ue del 23% e picchi del 63% in Grecia – mentre i senza lavoro di lunga durata sono incrementanti nella maggior parte degli Stati membri. Una situazione che ormai caratterizza da tempo l’eurozona, ma il fronte del Nord, guidato dalla Germania di Angela Merkel, ha sempre opposto simili misure, condannate come unione dei trasferimenti. Già lo scorso anno il presidente dell’UEe Van Rompuy aveva presentato la proposta di un assegno di disoccupazione europeao, ma la cancelliera l’aveva subito fermato.
INTRODUZIONE DIFFICILE – La contrarietà della Germania potrebbe affievolirsi ora che il quadro politico tedesco è mutato. La socialdemocrazia teutonica ha sempre spinto per politiche meno rigoriste all’interno dell’eurozona. Lo stesso presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, uno dei leader della Spd in predicato di diventare ministro degli Esteri in caso di grande coalizione, ha definito la comunicazione della Commissione come tardiva ed insufficiente. Il percorso verso una possibile introduzione sarebbe però molto tortuoso. Il Commssario László Andor ha rimarcato come una misura come l’assegnazione di disoccupazione europea potrebbe essere approvata solo con una preventiva modifica dei Trattati europei. Ciò significa che tutti gli stati dovrebbero essere d’accordo all’interno del Consiglio Europeo, senza contare la necessaria ratifica parlamentare di tutti i paesi membri. Un percorso lungo e travagliato, che sicuramente darà chance di veto a questa misura a chi da sempre l’ha contrastata, come la stessa Angela Merkel.