Secondo il Washington Post, Di Maio è «il millennial che può essere il prossimo leader dell’Italia»
17/11/2017 di Gianmichele Laino
Lo descrivono come un giovane 31enne con la barba ben fatta e definiscono sorprendente la sua parabola politica, dal momento che non ha finito gli studi e non ha mai intrapreso un lavoro da professionista. Ecco il ritratto di Luigi Di Maio secondo il Washington Post. È uscita oggi la tanto attesa intervista del leader politico del Movimento 5 Stelle sul prestigioso quotidiano statunitense. Che lo lancia come «il millennial che può diventare il prossimo leader dell’Italia».
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LUIGI DI MAIO, IL RITRATTO DEL WASHINGTON POST
Il viaggio americano di Luigi Di Maio lascia sul suo terreno una certa attenzione da parte della stampa locale. Dopo l’editoriale di Beppe Severgnini per il New York Times (non troppo lusinghiero, in verità), tocca al Post dipingere una delle personalità che desta maggiormente l’attenzione degli osservatori internazionali in materia di politica.
Di Maio, almeno per l’età, viene accostato a Emmanuel Macron e a Sebastian Kurz, rispettivamente giovani presidenti di Francia e Austria e, nel corso dell’articolo, si certifica il cambiamento avvenuto all’interno del Movimento 5 Stelle: meno lontano di un tempo rispetto alle posizioni europeista, con uno sguardo di maggiore attenzione rispetto alla NATO, deciso a invocare la giustizia sociale, con una posizione definita «convenzionale» circa l’immigrazione nel nostro Paese.
LUIGI DI MAIO, LA SUA POSIZIONE ALL’INTERNO DEL M5S
Al pubblico di lettori statunitensi, Di Maio racconta quello che in Italia è ormai noto da tempo: «Il Movimento – dice al Post – è nato dal fallimento della destra e della sinistra: molti italiani non si identificano più con i partiti di una volta perché non hanno rispettato le loro promesse». In più, Di Maio sottolinea come il Movimento non voglia isolare l’Italia nello scacchiere internazionale e bolla come fake news il fatto che il partito abbia beneficiato della campagna di disinformazione russa per affermare la sua ascesa.
LUIGI DI MAIO, IL VERO NEMICO È SILVIO BERLUSCONI
E anche lo scontro con Matteo Renzi viene virtualmente archiviato. La sua ombra non compare quasi mai nel corso dell’intervista. Più concreta, invece, è la figura di Silvio Berlusconi di cui il Washington Post mette in risalto la vittoria alle elezioni regionali in Sicilia. Secondo il quotidiano statunitense, è proprio Berlusconi il principale ostacolo alla vittoria finale del Movimento 5 Stelle. Ma Di Maio chiude: «Non credo in una resurrezione di Berlusconi: siamo riusciti a battere il centro-sinistra, riusciremo a fare lo stesso con il centro-destra».