Di Maio: «I lager per migranti? Il governo ci dica se stiamo pagando i criminali libici» | VIDEO
09/09/2017 di Donato De Sena
«I lager per migranti? Il governo ci dica se stiamo pagando i criminali libici». È quanto dichiarato dal vicepresidente della Camera e probabile candidato premier per il M5S Luigi Di Maio a Nola, in provincia di Napoli, a margine di un incontro organizzato dall’associazione Ideatorìa. «Vogliamo sapere se si stanno dando soldi degli italiani a organizzazioni criminali libiche, questo è il nostro principale obiettivo. Da lì forse potremmo scoprire che stiamo pagando organizzazioni criminali libiche per contenere il fenomeno ma a danno dei diritti umani. Su questo deve chiarire il governo Gentiloni e il ministro dell’Interno Minniti, che ha avuto relazioni con i libici. Bisogna con la Libia e quelli che la rappresentano, in questo momento non è uno Stato stabile».
MIGRANTI E LIBIA, DI MAIO: «IL GOVERNO CI HA SEGUITO»
Ma cosa avrebbe fatto al governo al posto di Minniti? «Sul tema dell’ong – ha dichiarato Di Maio – ci è venuto dietro il governo, sul tema del regolamento di Dublino adesso ci vengono dietro Macron e la Merkel. Quello che abbiamo detto in questi anni è quello che stanno facendo altri gruppi parlamentari di maggioranza. Il punto vero è che: o si fa tutto insieme o diventa un fenomeno difficile da gestire. Ci sono paesi in Europa che non stanno ripartendo per quote i migranti che arrivano, Paesi che continuano a utilizzare il regolamento di Dublino per lasciare a carico nostro tutti i problemi legati all’immigrazione, in Italia ci sono ancora una serie di leggi che mancano come quella per la polizia giudiziaria a bordo delle navi che fanno operazioni di soccorso e salvataggio nel Mediterraneo per vedere se si stanno rispettando le regole». «Altro punto – ha continuato il vicepresidente della Camera – : da un anno che chiediamo una conferenza di Pace sulla Libia per stabilizzare la Libia. Il tema è che se vuoi interloquire con la Libia la devi stabilizzare. Per stabilizzarla devi mettere al tavolo tutti gli attori di quel Paese. Non dovevamo lasciare la possibilità a Macron di organizzare la conferenza in Francia. In quella regione abbiamo una grande influenza diplomatica che viene da una storia di relazioni. Siamo stati in ritardo, adesso andiamo al traino. E non aiuta il fatto che il ministro degli Esteri sia Angelino Alfano: quello che da ministro dell’Interno insieme ai precedenti ministri ha provocato questo disastro adesso dovrebbe risolverlo».
(Immagine da video di Giornalettismo)