Il ritorno di Luigi Zunino
09/09/2013 di Maghdi Abo Abia
A volte ritornano. Perché in fondo nella vita l’unica cosa definitiva è la morte. Parliamo di Luigi Zunino, l’immobiliarista di Nizza Monferrato che iniziò la sua attività con la costruzione di supermercati chiavi in mano per conto di Esselunga e Unes e che arrivò nel 2002 con Risanamento a diventare protagonista del mattone milanese, salvo dover lasciare la sua creatura nel 2009 in mano alle banche per evitare il fallimento. Ed ora ritorna.
I DEBITI DI RISANAMENTO – E ritorna perché lo scorso 10 giugno lo stesso Zunino, a capo di una newco fondata da lui e chiamata Oui, ha presentato un’Opa per riprendersi ciò che aveva lasciato, ovvero quella Risanamento che nel frattempo ha visto la nascita di una nuova newco chiamata Msg nella quale sono stati infilati gli immobili di Milano Santa Giulia, sede Sky Italia compresa. Un’operazione come vedremo importante, che non manca certo di suscitare dubbi ed interrogativi sulla sua reale consistenza. Partiamo dalle ultime notizie, ovvero da quanto avvenuto lo scorso tre settembre nell’incontro tra i manager di Risanamento e le banche creditrici, ovvero Banco Popolare, Montepaschi Siena, Intesa San Paolo, Bpm, Unicredit. Carlo Festa de Il Sole 24 Ore ha scritto che si sarebbe trattato di un incontro di routine a seguito della pausa estiva per fare il punto sulla situazione dell’azienda guidata da Claudio Calabi.
L’OFFERTA DEGLI IMMOBILI PARIGINI – Risanamento è ancora oggi una creatura fortemente esposta nei confronti delle banche creditrici, per un totale di circa 1,8 miliardi di euro. L’incontro, seppur di routine, è servito però per fare il punto relativamente alle manifestazioni d’interesse relativo alla cessione di immobili parigini detenuti dalla società per un valore di circa 1,15 miliardi di euro. La proprietà ha spedito 54 lettere ad altrettanti possibili compratori. Hanno risposto in trenta ma probabilmente saranno pochi quelli che manifesteranno una chiara intenzione d’acquisto. Tra questi ci sono il Fondo Thor a 1,250 miliardi mentre Morgan Stanley viaggerebbe intorno a 1,1 miliardi. Rimasto fuori per scelta propria il fondo del Qatar che aveva già valutato gli immobili in questione 1,15 miliardi di euro.
IL GRAN RITORNO – E poi c’è Zunino che a metà giugno ha offerto 0,25 euro ad azione per rilevare il gruppo immobiliare e procedere al delisting. In totale si tratta di 1,35 miliardi di euro che dovrebbero essere versati grazie al supporto di Rothschild e Guido Rossi. Da notare come dai documenti in possesso del Sole 24 Ore, Risanamento in una comunicazione destinata alle cinque banche creditrici abbia spiegato di voler valutare l’operazione Zunino «nel contesto dell’accordo di ristrutturazione dei debiti ex-articolo 182 bis». Ciò significa quindi che secondo l’azienda sarebbe buona cosa comparare le soluzioni in ballo, che fondamentalmente sarebbero dure. La prima: cedere il portafoglio francese conferendo Santa Giulia ad Idea Fimit. La seconda: vendere a Zunino.
UNA SCELTA APPREZZATA – Banca Leonardo avrebbe quindi avuto il compito di esaminare le due alternative con il consiglio di amministrazione che le ha ritenute entrambe idonee. O meglio, entrambe sono idonee, ma la lettera di Banca Leonardo parlerebbe della possibilità per Risanamento, qualora accettasse l’interesse di Zunino, di conservare il patrimonio francese. Con il de-listing, poi, ci sarebbe l’estinzione in Italia dell’indebitamento finanziario verso le banche senza cedere il patrimonio francese. Un patrimonio che deve stare davvero a cuore all’immobiliarista, così come la Francia, tanto che agirebbe tramite una newco chiamata non a caso “Oui”. Come spiega Italia Oggi la newco è nata nello studio notarile di Mario Notari, prevede che la società abbia un capitale di un milione di euro e che i soci siano lo stesso Zunino con il 70 per cento e la moglie, Stefania Cossetti, con il restante 30.
LA NEWCO OUI – La società, oltre ad avere come oggetto sociale quello di holding, si occuperà dell’«acquisto, la vendita, la permuta, la costruzione, la ristrutturazione, la locazione e la gestione di beni immobili di qualsiasi natura, nonché la prestazione di ogni servizio inerente e connesso alla gestione immobiliare». Insomma. Tutto studiato nei minimi dettagli. Anche troppo, forse. Linkiesta ci ricorda come la partecipazione di Zunino in Risanamento sia del 24,682 per cento, seconda solo ad Intesa Sanpaolo, in possesso del 35,972 per cento. E si parla addirittura di come questo piano sia nato nel 2009, ovvero quando le banche dopo un crac da 3 milioni di euro presero la sua azienda. Il fallimento venne evitato grazie all’articolo 182 bis della legge fallimentare ma le banche di contro diventarono i principali azionisti.