L’universo degli ex An alla ricerca di un “salvagente”
23/02/2015 di Redazione
Dai flop elettorali alla diaspora, fino al cantiere della (tentata) “ricostruzione”. O meglio, della “sopravvivenza” politica. Se il centrodestra è in fase di rifondazione, con Berlusconi considerato sulla via della “pensione”, Forza Italia crollata nei sondaggi e sorpassata dalla Lega Nord, oltre che balcanizzata tra correnti con Fitto all’assalto del potere di Arcore, anche i reduci della vecchia Alleanza Nazionale provano ad allontanare l’ombra dell’eclissi politica. Da Gianfranco Fini a Gianni Alemanno, passando per La Russa, Matteoli, Meloni, tutto l’universo variegato della destra italiana è in fibrillazione, come spiega Carmelo Lopapa su “La Repubblica“. C’è chi sembra tentato dall’operazione nostalgia. Chi lavora dietro le quinte. E chi, come l’ex ministra e leader di Fdi-An, è ormai proiettato verso l’alleanza in ottica lepenista con il nuovo corso del Carroccio di Matteo Salvini, il segretario federale leghista che studia ormai da mesi da candidato premier. Non senza aver lanciato un’Opa su tutto il fronte del centrodestra.
REGIONALI, DOPO IL VOTO (E IL FLOP) LIBERI TUTTI?
La deadline individuata da molti dirigenti e politici di lungo corso è quella delle prossime Regionali. Numeri e sondaggi alla mano, in molti temono un tracollo, soprattutto in casa Forza Italia. A meno di tre mesi dalle urne, mancano ancora alleanze definite. Il centrodestra è frammentato: da una parte c’è il veto del Carroccio sugli alfaniani di Ncd in Veneto (e non solo), dall’altra i berluscones che invece spingono per l’unità, per non rischiare di perdere il fortino di Caldoro in Campania. Lo stesso leghista Zaia, presidente veneto uscente in cerca di conferma, rischia non poco per la diatriba interna tra i lumbard, con protagonista il sindaco di Verona Flavio Tosi.
IL MONDO EX AN ALLA RICERCA DI UN “SALVAGENTE”
Tra i vecchi “colonnelli” ex missini, c’è però già chi – come la moglie di Alemanno Isabella Rauti – medita di lanciare un soggetto per riaggregare le diverse anime di quella che un tempo fu Alleanza nazionale. In fondo, c’è ancora un “tesoro” da poter sfruttare, a partire dai 230 milioni di euro della fondazione e dalle sedi sparse in tutta la penisola.
L’obiettivo comune? La ricerca di un “salvagente” per il post-Berlusconi. Era il 27 gennaio 1995 quando, con il Congresso di Fiuggi, Gianfranco Fini sciolse l’Msi e diede vita al partito. Un percorso che portò negli anni fino alla confluenza con Fi nel Pdl, dal quale lo stesso Fini venne poi cacciato, dopo lo strappo con il Cav. Prima di finire nell’irrilevanza politica, nonostante i tentativi di “riciclarsi” (Fli), i risultati da “zero virgola”, le sale vuote (il recente evento “Partecipa“) al momento del tentato ritorno. Eppure l’ex presidente della Camera non sembra volersi rassegnare alla pensione. Non è un caso che stia “sgomitando” a livello mediatico, con tanto di comparsate televisive e interviste. Per questo sta riallacciando il dialogo anche con l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Anche lui finito nell’ombra, dopo l’indagine nell’inchiesta Mafia Capitale e la sospensione da Fdi.
Ma il fronte degli ex An è vasto. E tutti cercano l’eterno ritorno. C’è chi come Andrea Ronchi, ritornato con il suo movimento “Insieme per l’Italia”, si era avvicinato a Raffaele Fitto, l’europarlamentare pugliese che sta cercando di scalare le gerarchi interne dentro il partito del Cav. Non era stato l’unico tra gli ex colleghi di partito a presentarsi alla prima uscita pubblica dei “fittiani” al Teatro Adriano. In platea c’era anche Adolfo Urso. E Francesco Storace, che nel 2007 abbandonò An in contrasto con Fini per lanciare “La Destra”.
Ma a muoversi dietro le quinte sono anche gli ex An ancora fedeli – almeno pubblicamente – a Berlusconi. Su “La Repubblica” si precisa come Altero Matteoli e Maurizio Gasparri siano al lavoro per una manifestazione a Roma, seppur abbiano precisato di volersi muovere «per rilanciare l’unità di Forza Italia». Ma l’impressione è che tutti i reduci An, di fronte al declino berlusconiano, temano l’avanzata della Lega. E stiano cercando di porre le basi per salvarsi dall’ondata salviniana.
In rete c’è già chi reclama un “nuovo inizio”, una “casa comune”, come il Forumdestra.it, che rivendica «la volontà di aprire un confronto a tutto campo tra coloro che sentono il bisogno di creare un nuovo grande movimento unitario rappresentativo di tutta la destra italiana». Al momento, però, in programma c’è soltanto un convegno a marzo, prima di arrivare alla data di
MELONI, IL TANDEM CON SALVIVI E LA STRADA VERSO IL LEPENISMO
Se La Russa sbandiera come un «errore» un contenitore per le vecchie glorie, Meloni guarda invece altrove. Il tandem con Salvini la giovane ex ministra lo ha già siglato da tempo. E con il segretario del Carroccio sarà sul palco romano della manifestazione del 28 febbraio. Il faro comune resta Marine Le Pen, la leader del francese Front National. Altri meditano di seguire la stessa strada. Per salvarsi, in fondo, può bastare “riciclarsi” con il vincente di turno.