“Luttazzi copia”: le lacune e le omissioni nella risposta alle Iene
16/10/2010 di Alessandro D'Amato
Il comico sul suo blog si difende dopo la trasmissione televisiva. Incorrendo però in una serie di non-detti che rendono la toppa peggiore del buco.
Daniele Luttazzi, anche se a scoppio ritardato, batte un colpo. E sul suo blog, risponde al servizio delle Iene di qualche tempo fa nel quale si riprendeva la storia del video “Il meglio [non è] di Daniele Luttazzi” poi finita su tutti i giornali. Estraiamo alcuni passi della replica del comico protagonista dell’infame editto bulgaro di Silvio Berlusconi, mettendola a confronto con le argomentazioni portate dai sostenitori della tesi del plagio. Il titolo del post sul suo blog non dà adito ad equivoci: “Luttazzi copia! Ovvero tecnica della diffamazione moderna per ingenui veri e tonti finti”. Le argomentazioni sono queste:
2005: racconto su questo blog il gioco che da anni conduco con i fan, una Caccia al tesoro, di cui illustro modi (citazioni da trovare) e motivazioni (stratagemma di Lenny Bruce).
Tecnicamente, questo è vero. Purtroppo per Luttazzi, è anche vero che sono documentate ‘citazioni senza citazione’ che sono precedenti (di anni) alla data di quel post. In secondo luogo, la Caccia al tesoro di cui parla il comico non documenta in alcun modo, ad esempio, la ‘citazione senza citazione’ della gag del cameriere smemorato, interamente copiato da un’analoga gag di Steve Martin. E’ anche indiscutibilmente vero che quel post di cui parla il comico, e altri sul tema, sono stati modificati nel tempo. Senza però alcuna indicazione di modifica.
2008: compare su internet un blog anonimo che mi diffama elencando “i plagi di Luttazzi”; si tratta in realtà di citazioni per la Caccia al tesoro, di calchi e di riscritture con variazioni, ammonticchiati alla rinfusa come in un ossario, a impressionare i bimbi: ma non sono plagi; citazioni nascoste, calchi e riscritture con variazioni sono, infatti, tecniche legittime, che si imparano frequentando i Grandi (Chaplin, Totò, Lenny Bruce, Woody Allen, Plauto, Shakespeare, Moliere, Mozart, Rossini, Puccini, John Zorn, Picasso, Joyce, Nabokov, Beckett, Barth, Barthelme, Pynchon…).
Il blog anonimo che lo diffama – e che Luttazzi ha cercato a più riprese di far chiudere a Google, anche se questo non lo ricorda – è il famoso Ntvox. Vero è che gli autori (o meglio: l’autore) non sono conosciuti per nome e cognome. Discutibile, infatti, nella sua confusione l’affermazione secondo il quale non sono plagi tout court: è certamente vero che dire una battuta di Plauto, Shakespeare, Moliére, Mozart, Rossini, Puccini, Picasso, e di tutti gli autori conosciutissimi non può rappresentare un plagio. Quello che viene contestato, invece, non è una citazione da Nabokov, ma la ‘citazione’ di oltre 130 comici, sconosciuti al grande pubblico italiano ancorché famosissimi in America; e, come scrive Ntvox, “Non è detto che Luttazzi abbia effettivamente plagiato una battuta da ognuno di essi, ma non dimentichiamo che da alcuni, come Hicks e Schimmel, Luttazzi ha preso quasi l’intero repertorio“.
2010: due mesi dopo il mio successo a Raiperunanotte, che è andato di traverso a molti, qualcuno fa partire la rappresaglia postando su Youtube un video diffamatorio che mostra quelli che il blog del 2008 definiva “i plagi di Luttazzi”; ovviamente il videobiscotto non spiega che sul web la notizia delle battute citate l’ho data io, senza nascondere nulla, 5 anni prima (per questo è diffamazione: se infatti titoli “Caccia al tesoro, ecco quelle che ho trovato”, la diffamazione sparisce; ma con lei, la notizia);
In primo luogo, nella frase è contestabile l’approccio ‘complottista’: secondo Luttazzi, siccome lui ‘ha dato fastidio a molti’, una non meglio precisata Spectre avrebbe postato il video. Ma una Spectre ci avrebbe messo due mesi a farlo? Sessanta giorni, per una potente organizzazione nata allo scopo di diffamarlo, sono quantomeno esagerati. In secondo luogo, il comico parla oggi di diffamazione, omettendo di ricordare che lui si è in prima persona attivato per far cancellare i video reclamando una violazione del copyright che sembra quantomeno discutibile, con le leggi vigenti, come abbiamo spiegato qui.
invece, con questa menzogna fondamentale, la notizia diventa appetitosa (“Luttazzi è disonesto!”); il video anonimo e diffamatorio viene inviato a centinaia di siti web, giornalistici e non; il Giornale.it si butta a pesce sulla notizia appetitosa, subito imitato da altri quotidiani che abboccano, fra cui l’Unità e Repubblica: la notizia è troppo ghiotta per non farne una scorpacciata; paraculissimi, titolano “La Rete smaschera Luttazzi”: è una balla, la Rete non ha smascherato una cippa, ma in tal modo possono sparare la notizia appetitosa al riparo da querele; non verificano la notizia appetitosa prima di stamparla, nè indagano sugli anonimi diffamatori; pretendono invece da me spiegazioni che sono sul mio blog da 5 anni: una disinformazione che mi colloca automaticamente, senza alcun motivo, sulla scena del crimine.