La mappa del potere nel Movimento 5 Stelle, ecco chi conta nel partito di Grillo
07/12/2015 di Redazione
L’autunno caldo del Movimento 5 Stelle, con le discussioni aperte in Emilia Romagna e a Livorno, sta ridisegnando i rapporti di forza all’interno del partito di Beppe Grillo. Lo spiega oggi Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, evidenziando come la formazione politica sia molto cambiata dai tempi dello slogan «Uno vale uno». Luigi Di Maio resta il candidato ideale alle Elezioni Politiche.
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MOVIMENTO 5 STELLE, CASALEGGIO E I FEDELISSIMI –
Il vertice del M5S è ovviamente rappresentato ancora da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, garanti e strateghi. E tra loro e i militanti c’è una cerchia di fedelissimi. Scrive Buzzi sul Corriere:
A fare da supporto, oltre al poker di deputati del direttorio, una ristretta cerchia di fedelissimi, una dozzina in tutto, un nucleo (forse l’unico in grado di dialogare direttamente con Grillo e Casaleggio) in cui spiccano i responsabili della Comunicazione, Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, insieme a volti storici come Roberta Lombardi o Vito Crimi o a ultraortodossi come Barbara Lezzi e Danilo Toninelli. Da qui si propaga una struttura che somiglia molto a dei cerchi concentrici, un universo di «gironi» pentastellati, che va da chi ha più incidenza nella vita parlamentare a chi figura (quasi) da comparsa.
MOVIMENTO 5 STELLE, LE FIGURE-CHIAVE NELLE REGIONI –
Per quanto riguarda poi la gestione del Movimento 5 Stelle nelle singole regioni, viene segnalato che la struttura parlamentare viene replicata anche sui territori, dove agiscono singole cellule, dei nuclei con delle figure-chiave. Continua Buzzi sul Corriere:
Ci sono nuclei, con figure-chiave — Nicola Morra in Calabria, Max Bugani in Emilia-Romagna, Davide Bono in Piemonte, Riccardo Fraccaro in Trentino-Alto Adige — su cui si appoggiano gli attivisti locali perché, spiegano i Cinque Stelle, «è naturale fare riferimento a un parlamentare o a un eletto di peso per dare maggiore incidenza alle nostre iniziative». Non sempre, però, le realtà locali sono lineari. Anzi. A Roma, c’è di fatto un triumvirato con Lombardi, Alessandro Di Battista e Paola Taverna. In Campania i fari sono puntati su Roberto Fico (specie a Napoli, la sua città) e Di Maio (che ha uno sguardo d’insieme sulla Regione). In Sardegna, al contrario, nonostante l’impegno di alcuni parlamentari, c’è un vuoto.
MOVIMENTO 5 STELLE, I PIZZAROTTIANI –
Tra le varie cellule a volte si accendono degli scontri, all’interno della stessa regione, come accaduto in Emilia-Romagna, con lo scisma tra ortodossi e moderati, e i seguaci del sindaco di Parma Federico Pizzarotti che chiedono maggiore autonomia:
Attorno a Federico Pizzarotti, qualche eletto (come la senatrice Elisa Bulgarelli o l’eurodeputato Marco Affronte), alcuni amministratori Cinque Stelle e una compagine legata alla regione.
MOVIMENTO 5 STELLE, I SEGUACI DI DI MAIO –
Infine, i pentastellati vicini a Di Maio:
Tra i Cinque Stelle, però, si sta anche affermando una linea di pensiero trasversale che va oltre le suddivisioni territoriali, quella dei «pragmatici», che si pone sulla scia di Di Maio nell’interpretare le esigenze e il futuro del Movimento. Si va dal consigliere regionale siciliano Giancarlo Cancelleri, al lombardo Stefano Buffagni e al veneto Jacopo Berti. Li accomuna una visione più progettuale delle iniziative, unita a una certa dose di flessibilità, mirate a risultati più «concreti».
(Foto di copertina: Angelo Carconi / Ansa)