Mafia Capitale, così Matteo Renzi commissarierà Ignazio Marino
25/08/2015 di Redazione
Mafia Capitale, così Matteo Renzi commissarierà Ignazio Marino; secondo il presidente del Consiglio dei Ministri, sopratutto dopo lo show del funerale di Vittorio Casamonica nel quartiere don Bosco, è evidente che il sindaco di Roma non ha più il controllo della situazione. Ne sarebbe prova anche il fatto che, per ora, si sia rifiutato di tornare in città dalle sue vacanze ai Caraibi e che probabilmente non sarà a Roma il prossimo 27 agosto, quando saranno emesse le misure governative susseguenti alla relazione del prefetto della Capitale Franco Gabrielli; proprio il rappresentante del governo è, nei pensieri di Palazzo Chigi, la persona di cui a Roma ci si può fidare da ora in poi.
MAFIA CAPITALE, COSI’ MATTEO RENZI COMMISSARIERA’ IGNAZIO MARINO
Per questo le decisioni del governo circoscriveranno ulteriormente i poteri del Campidoglio, rispetto a quanto già si era pensato durante l’elaborazione della relazione prefettizia su Mafia Capitale. I provvedimenti di palazzo Chigi nei confronti della Capitale, dunque, saranno appesantiti: Sara Menafra sul Messaggero spiega in che senso.
L’ultima rilettura delle relazioni consegnate dalla prefettura dopo la lunga ispezione in comune ha evidenziato ancora una volta pesanti responsabilità politiche. Evidenziate dalla commissione presieduta dal prefetto Marilisa Magno con una lista di 101 nomi «attenzionati» tra i quali molti politici. Un ulteriore atto di accusa che ha spinto Alfano (d’accordo con Renzi) verso una proposta che sembra ormai definita nel dettaglio: al consiglio dei ministri di giovedì, il titolare del Viminale punterà ancora una volta sul prefetto. Allargando i suoi poteri e conseguentemente limitando quelli del sindaco Marino anche al di là di quanto proponesse la relazione dello stesso Gabrielli inviata al ministero degli Interni a metà luglio. Il modello finale sarà una sorta di commissariamento del comune che, pur evitando lo scioglimento per Mafia, di fatto limiterà su molti settori i poteri del sindaco e più in generale quelli della politica locale.
Sarà certamente confermato il commissariamento di dipartimenti chiave del Campidoglio, come verde pubblico, patrimonio, casa, politiche sociali; inoltre l’idea è che il comune debba essere costretto a concordare “con la prefettura i regolamenti sull’affidamento dei lavori, a scrivere un albo per i lavori e i servizi, a fare un monitoraggio sulla centrale unica degli acquisti e a rivedere i contratti con le municipalizzate, compresa Ama”. Un appesantimento delle procedure volto a limitare, e di molto, i poteri di Roma Capitale.
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Anche perché, spiega il Messaggero, il faldone con la relazione prefettizia su Mafia Capitale è molto corposo, e oltre alle informazioni già uscite contiene schede nominative su personaggi centrali della politica romana.
Oltre agli indagati, da Mirko Coratti a Luca Odevaine, l’elenco con schede allegate cita l’ex vicesindaco Luigi Nieri (al quale i prefetti non avevano risparmiato giudizi politicamente pesanti) ma c’è anche l’ex segretario del Pd romano Lionello Cosentino. C’è Erica Battaglia, presidente dem della commissione Affari sociali, alla quale Buzzi ha versato un contributo elettorale di 5mila euro. Sveva Belviso, vicesindaco di Alemanno ora a capo di una nuova formazione politica. Tra le file del centrosinistra spiccano Mattia Stella, ex responsabile dell’attuazione del programma nella segreteria Marino, e Micaela Campana, deputata Pd e compagna di Daniele Ozzimo (ex assessore alla Casa accusato di corruzione). Tra quelle di destra, il consigliere Pdl Alessandro Cochi e Stefano Andrini, ex ultrà con un passato da picchiatore, a lungo ai vertici di Ama Servizi su nomina di Alemanno. La lista giovedì girerà tra le mani di tutti i ministri presenti
Un quadro che metterà di certo in imbarazzo il centrosinistra romano, e che non potrà che giustificare, se non lo scioglimento per Mafia, la forte limitazione dei poteri del sindaco Ignazio Marino.