Mafia Capitale, i nomi nella lista dei 101
03/11/2015 di Redazione
Mafia Capitale, ecco i nomi nella “lista dei 101”: sono i politici, amministratori, funzionari e dirigenti del Campidoglio che potevano essere avvicinati dal sistema criminale di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Una lista che è stata desecretata dalla Prefettura e che potrà essere prodotta come prova dalla procura di Roma nel maxiprocesso per Mafia Capitale che inizia nell’aula Occorsio del Tribunale di Roma fra nemmeno 48 ore.
MAFIA CAPITALE, ECCO LA LISTA DEI 101
Carlo Bonini su Repubblica di oggi anticipa i contenuti della lista.
La lista dei 101 mette insieme – non diversamente da un indice dei nomi in appendice a un libro – tutti coloro che, nel dicembre del 2014, si ritrovarono nelle pagine della mastodontica ordinanza di custodia cautelare della Procura di Roma. A titolo e con responsabilità diverse. Ora penali, ora squisitamente amministrative, in qualche sporadico caso (la deputata Pd Micaela Campana, ad esempio, intercettata al telefono a discutere con Buzzi di un’interrogazione parlamentare a cuore della coop 29 giugno) esclusivamente politiche. Secondo uno schema che documenta come il Sistema Buzzi-Carminati potesse contare su un doppio capitale di relazioni tenuto insieme dal mastice ora della corruzione, ora dell’intimidazione. «Capitale Politico», appunto. E «Capitale Amministrativo».
I nomi “politici” sono quelli che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono già emersi e hanno portato alle dimissioni di Consiglieri e Assessori di Roma Capitale.
Si leggono dunque, insieme a quelli di Carminati, Buzzi e del “facilitatore” Fabrizio Testa, i nomi dell’ex sindaco Gianni Alemanno, del suo “tesoriere” ed ex ad di Eur spa Riccardo Mancini, degli ormai ex consiglieri comunali Sveva Belviso (ex assessore e vice di Alemanno), Massimo Caprari (capogruppo Centro democratico), Alessandro Cochi (Pdl), Mirko Coratti (Pd, ex presidente assembla capitolina), Francesco D’Ausilio (ex capogruppo Pd), Alfredo Ferrari (Pd, ex presidente commissione Bilancio), Luca Giansanti (capogruppo Lista Marino), Luca Gramazio (capogruppo Pdl prima al comune e poi alla Regione), Luigi Nieri (Sel, vicesindaco di Marino), Laura Pastore (Pd, consigliera subentrata), Pierpaolo Pedetti (Pd, presidente commissione Patrimonio), Anna Maria Cesaretti (Sel), Giovanni Quarzo (Pdl), Andrea Tassone (presidente Pd X municipio), Giordano Tredicine (Pdl), Eugenio Patané (consigliere regionale pd).
E poi, probabilmente più importanti, i nomi “amministrativi”: funzionari e dirigenti, alcuni di essi già spostati a nuovi incarichi o messi nelle condizioni di non nuocere.
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Nomi “di peso” in grado di condizionare l’azione amministrativa, scrive Carlo Bonini, di pesare più di assessori e figure elette dai cittadini.
Si tratta dell’ex segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello (in passato alla Provincia di Firenze negli anni della presidenza Renzi) e della funzionaria al Patrimonio Mirella Di Giovine: l’uno e l’altra hanno volontariamente lasciato il servizio. Nonché della nutrita pattuglia di colletti bianchi in servizio nei dipartimenti cruciali per il core business della coop “29 giugno”: Politiche sociali, Verde pubblico, Patrimonio. Parliamo di Gaetano Altamura (l’uomo che, al dipartimento Ambiente, di fatto, contava più dell’assessore Estella Marino); Ornella Coglitore (Ambiente); Mario Cola (dagli uffici del dipartimento al Patrimonio suggerisce a Buzzi di occupare un immobile comunale per poi poterlo acquistare a prezzi di favore); Franco Figurelli (dipendente delle biblioteche distaccato nella segreteria del potente presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti); Carlo Fresch (geometra del Municipio di Ostia); Alfredo Romani (alle politiche per l’inclusione e l’immigrazione trattava con Buzzi il prezzo per la fornitura di occhiali da vista per “soggetti socialmente svantaggiati”); Emanuela Salvatori; Paolo Cafaggi (dirigente del municipio di Ostia); Ivana Bigari (Politiche sociali); Bruno Cignini (Ambiente); Isabella Cozza (Politiche sociali); Walter Politano (addetto all’Anticorruzione); Claudio Turella (il funzionario comandato al verde e al benessere degli animali, ma soprattutto noto per i 560 mila euro in contanti nascosti nell’intercapedine delle mura domestiche); Rossana Calistri; Claudio Saccottelli.
Copertina: AnsaFoto