Mafia Capitale, la relazione choc di Gabrielli: «Il Comune di Roma è ancora inquinato»
13/11/2015 di Redazione
La relazione di Gabrielli su Mafia Capitale non lascia presagire nulla di buono. Il Campidoglio è ancora inquinato: la pulizia è ostacolata da troppi dirigenti. Lo riporta il Messaggero:
A quasi un anno dall’inchiesta Mafia Capitale, la relazione che in queste ore il prefetto Franco Gabrielli ha inviato al ministro degli Interni Angelino Alfano parla chiaro: «Criticità ancora in fieri nel sistema integrato dei controlli interni, parzialità e obsolescenza del sistema regolamentare, problematiche concernenti gli atti di bilancio». In più: un piano anticorruzione non ancora applicato in tutte le sue parti, «determine sospette» che non sono state annullate nonostante le indicazioni chiare del Governo e dirigenti tirati in ballo dall’inchiesta sul Mondo di mezzo che sembrano averla fatta franca nonostante le indicazioni chiare emerse nel consiglio dei ministri del 27 agosto. Su tutto, come una metastasi, una macchina amministrativa tentacolare ed elefantiaca che si oppone al cambiamento «pur in ambiti di estrema rilevanza e urgenza – si legge nel dossier – quali quello della risoluzione delle criticità derivanti dalle vicende di Mafia Capitale». Una palude dentro alla quale è impossibile muoversi che non lascia ben sperare in vista del Giubileo, ormai alle porte.
La relazione che Gabrielli ha presentato al ministro Alfano e al commissario Francesco Paolo Tronca tratteggia una situazione degli uffici che rimane inquinata da un fattore ambientale più che da profili penali. Un contropotere silenzioso ma potente.
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– Nelle 54 pagine del dossier si analizza il lavoro svolto dagli 007 di Palazzo Valentini, coordinati dalla viceprefetto Clara Vaccaro, ora subcommissario.
Un lavoro iniziato il 7 settembre (quando ha preso il via il tutoraggio della «badante» Gabrielli dopo il non-scioglimento del Comune deciso dal consiglio dei ministri lo scorso 27 agosto) e finito il 30 ottobre, ultimo giorno da sindaco di Marino. Che fino all’ultimo ha ribadito: «Abbiamo bonificato tutto, la casa è stata ripulita ora siamo pronti a cambiare Roma». Ma non è proprio così. Anzi. La relazione prende in esame solo gli ambiti maggiormente infiltrati dal malaffare (verde, sociale, patrimonio e casa) dopo la cura di Marino. Lo screening non è potuto andare più in profondità. Per via della crisi politica – la caduta di Marino – la task force non ha allargato il raggio d’azione a tutti i dipartimenti capitolini.
Gabrielli sottolinea che «nonostante alcuni notevoli risultati ottenuti», permangono «profili di incertezza e incompletezza» per le delibere in odor di Mafia Capitale.
(foto copertina ANSA)