Mafia Capitale, Salvatore Buzzi portava soldi a San Marino

Mafia Capitale, Salvatore Buzzi portava soldi a San Marino già nel 2000: con l’ex moglie Silvana Costantini aveva aperto un conto cointestato e un deposito titoli, dopo aver aperto una cassetta di sicurezza e un libretto al portatore. Una situazione finanziaria che almeno fino nel 2006 vede i coniugi Buzzi movimentare importi importanti nello stato del Titano: sono soldi personali di Buzzi o fondi di terzi che magari Salvatore Buzzi gestiva? Questo è da capire.

MAFIA CAPITALE, SALVATORE BUZZI E I FONDI A SAN MARINO

Le nuove rivelazioni sul Messaggero in edicola, in prima pagina.

I soldi volavano all’estero già all’inizio degli anni Duemila. È dagli atti dell’inchiesta su Mafia capitale risulta che già nel 2001 i “risparmi” di Salvatore Buzzi, il re delle coop e braccio destro di Massimo Carminati, finissero su cassette di sicurezza e conti a San Marino. Centinaia di milioni di lire in contanti. Poi euro sempre cash. Denaro che veniva investito in valori mobiliari, pronti contro termine. Se fossero i risparmi dell’ex detenuto o se Buzzi portasse fuori dai confini italiani soldi altrui non è ancora chiarito. Ma adesso si va indietro nel tempo. Il 14 agosto 2001 quando Buzzi, insieme all’allora moglie Silvana Costantini, si intesta una cassetta di sicurezza in una banca di San Marino. Il giorno prima, la signora Costantini aveva aperto un libretto al portatore. Il 29 settembre del 2003, quando la cassetta e il libretto vengono chiusi, Buzzi e la moglie aprono il conto corrente numero 02/0210/5506266 e il conto di deposito titoli numero 19/02011020122.

Secondo sempre il Messaggero, “sono due le ipotesi, la prima è che si trattasse di fondi neri, magari sottratti ai bilanci con false fatturazioni e che servissero per pagare tangenti. L’altra possibilità è che lo stesso Buzzi gestisse denaro altrui e che, per conto di terze persone portasse i soldi all’estero“. I denari che i coniugi Buzzi depositano e prelevano dal conto sono di una certa consistenza.

All’apertura del libretto al portatore, il 13 agosto 2001, la signora Costantini deposita in contanti 400 milioni di vecchie lire. Il 16 novembre dello stesso anno, «data in cui – si annota – corrisponde anche una visita presso la cassetta di sicurezza da parte di Costantini» la signora preleva quattro milioni di lire in contanti. Un altro versamento, sempre cash, ma questa volta di 50 mila euro è del 16 giugno 2003. Il 29 settembre 2003 (anche in quell’occasione la signora Costantini – viene annotato – scende nel caveau della banca per aprire la cassetta di sicurezza) la moglie di Buzzi preleva 50.800 euro in contanti. Il 29 settembre 2003 sul conto cointestato Buzzi-Costantini vengono trasferiti 214,975 mila euro. Dal gennaio 2005 a novembre 2006, invece, con bonifici e assegni i soldi dal libretto la moglie di Buzzi trasferisce oltre 218 mila euro nel conto cointestato col marito. Tutti i rapporti bancari nella banca del Titano vengono chiusi nel 2006.

LEGGI ANCHE: Mafia Capitale, la nuova retata: Tredicine, Ozzimo, Coratti e Gramazio fra gli arresti

MAFIA CAPITALE, SALVATORE BUZZI: “SE VINCEVA ALEMANNO ERAVAMO A CAVALLO”

In un’intercettazione ambientale del 2013 Buzzi rievoca con la sua assistente e nuova compagna Alessandra Garrone la storia delle sue cooperative e del sistema 29 Giugno.

Lo sai che forse a quei tempi c’avevo più tempo c’avevo meno cazzi, questo è il problema, non c’era Formula sociale ambiente, non c’era Eriches (due delle coop di Buzzi ndr)». E La Garrone: «Solo 29 giugno». Buzzi continua: «Niente non c’era niente… e quindi quali problemi c’avevamo? C’avevamo il vento a favore, c’era Rutelli, davvero tu ce pensi, c’avevamo Rutelli, la Depretis assessore, all’Ama stavamo ‘na favola stavamo». Alessandra Garrone scherza: «Va be, nel ’95, quanto fatturava? nel ’99, fatturava otto nove milioni delle vecchie lire… nel novantacinque quanto avrà fatturato, un po’ di meno». Buzzi risponde: «due milioni». E la Garrone: «di euro… da due… a cinquantasei… de che stamo a parlà, stamo due a cinquantasei»

Insomma, da due milioni a cinquantasei milioni: “di che stiamo parlando?”, chiede la Garrone. E senza la giunta di Ignazio Marino, lasciano intendere gli intercettati, la situazione per le coop di Buzzi sarebbe ancora più florida.

La prima diversificazione la facciamo nel ’96 con i rifiuti… e un pochino di pulizia con cinque persone, facevamo e mense addirittura, nel ’96 incominciammo i rifiuti e non abbiamo più smesso… cominciammo il 29 giugno… pensa come a Palombara e Zagarolo insieme, poi nel ’99 viene “Formula sociale”, “L’Apostrofo” e nel 2001 “Formula Ambiente”, nel 2003 Eriches, nel 2006… nel 2007 29 Giugno servizi e poi a questo ciaccoppi pure l’instabilità politica perché con Marino semo andati al Sindaco ostile». E la Garrone: « bhee certo se aveva vinto Alemanno eravamo più tranquilli». «Se aveva vinto Alemanno stavamo a cavallo», dice Buzzi

Share this article