Mafia Capitale, gli interrogatori: «Buzzi era spesso in Campidoglio» | Corriere della Sera

Da sei mesi si trova nel carcere di Nuoro. Il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, considerato dai pm l’anima imprenditoriale della cupola di Mafia Capitale e socio del “Nero” Massimo Carminati, si è visto rigettare dalla Procura romana la richiesta di patteggiamento. Mentre agli inquirenti Buzzi ha chiesto un nuovo incontro, gli altri arrestati di fronte ai pm si stanno difendendo, negando di essere stati corrotti da lui, come riporta Giovanni Bianconi sul “Corriere della Sera“.

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MAFIA CAPITALE, GLI INTERROGATORI –

C’è un tratto comune nelle dichiarazioni dei politici finiti in carcere o ai domiciliari, si spiega sul Corsera: tutti hanno rivendicato di non aver immaginato di commettere reati entrando in rapporti con Buzzi. Anche perché così “funzionava la politica in città”:

Leggi anche: Le accuse a Luca Gramazio, il «volto istituzionale di Mafia Capitale»

L’ex capogruppo del Pdl al Comune e oggi consigliere regionale Luca Gramazio, considerato dagli inquirenti il «volto istituzionale di Mafia Capitale» e indagato per associazione mafiosa, ha spiegato di aver incontrato Buzzi nel 2006:

«Era solito frequentare il Campidoglio… Era considerata una persona di assoluto valore, a sinistra lo consideravano un fiore all’occhiello». Nato e cresciuto a destra, Gramazio conosceva anche l’ex estremista nero Massimo Carminati, «ma Buzzi lo incontravo molto di più, praticamente ovunque. Ogni volta che c’era qualcosa d’importante in Campidoglio era presente. Quindi la conoscenza diventa una cosa normale, l’offrire un caffè, fare una chiacchierata… e parlare di una delibera, chiedere di inserire un debito fuori bilancio», si legge sul Corsera.

Gramazio ha negato di aver ricevuto denaro (per gli inquirenti, invece, avrebbe ricevuto 98 mila euro in contanti in tre tranche, ndr). Ma avrebbe ammesso di aver provato a favorire qualche nomina, incluse quelle richieste dalla cupola, secondo i pm:

«Chi fa il consigliere comunale o regionale vive di consenso… e là si cercano di “premiare” con delle nomine». E ancora: «Più di qualche assunzione l’ho chiesta, sì… Incontrando imprenditori che magari hanno possibilità di lavoro importanti, gli propongo delle persone… Ho paura che lei non la consideri una cosa bella – dice al giudice -, ma ho paura che sia una cosa molto, molto classica… Lo fanno molti politici e molti imprenditori».

LA VERSIONE DI MIRKO CORATTI –

Anche dall’altro fronte, le versioni sono simili. Così Mirko Coratti, esponente Pd ed ex presidente del Consiglio comunale, si è difeso spiegando di non aver mai ricevuto soldi, così come di non essere a conoscenza dei versamenti alla fondazione Rigenera, alla quale è vicino. Le sue dichiarazioni sono riportate dal Corriere:

«Era un sostegno di carattere privato…». Quanto all’assunzione delle persone segnalate, «io faccio politica, e qualche volta capita; non dovrebbe ma capita… Io purtroppo ho un limite, quello di ascoltà tanto la gente e de incontrà tantissime persone». Anche Massimo Caprari, eletto con il Centro democratico, sostiene di essersi rivolto a Buzzi per trovare lavoro a un conoscente disperato che minacciava di suicidarsi: «Ci sono tante persone che stanno in difficoltà, e te li trovi pure sotto casa…». Tuttavia in alcune conversazioni Caprari sembra informarsi con Buzzi di possibili guadagni e percentuali; il politico spiega che si riferiva ad aiuti «da un punto di vista delle situazioni elettorali… Non stavo facendo un accordo… Stavamo parlando della politica…Perché lui so che aveva finanziato sette, otto, dieci… ma tutta roba legale».

TUTTI NEGANO ACCUSE DI CORRUZIONE, DA OZZIMO A TREDICINE –

Tutti negano di aver commesso illeciti, compresi l’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo e il consigliere Pierpaolo Pedetti (entrambi Pd). L’ex membro della Giunta ha negato di conoscere Carminati, mentre ha spiegato di conoscere Buzzi dai tempi dei Ds e come fosse considerato «l’incarnazione del riscatto sociale». Niente ammissione, però, sui reati contestati. Soltanto 20mila euro di contributo elettorale, oltre alla richiesta di assunzione per una ragazza che ha visto «tre volte». Non è il solo a respingere le accuse.

Spiega il Corsera come anche Pedetti abbia negato «l’ipotesi di corruzione, ammettendo solo “la leggerezza” di aver chiesto a Buzzi se gli interessavano un paio di appartamenti per i quali lui pagava il mutuo: «Questo è l’unico grande rammarico, quando uno svolge una funzione istituzionale deve mantenere una certa distanza dalle persone. Perché ti mettono nei guai».

Giordano Tredicine è il consigliere del centrodestra di cui Buzzi diceva «ci ha sposato», e Carminati lo elogiava per essere «poco chiacchierato». Lui replica spiegando al giudice che «i miei rapporti con Salvatore Buzzi sono solo istituzionali». Secondo Tredicine, nelle intercettazioni «Buzzi chiaramente millanta una serie di cose… Che sono poco chiacchierato probabilmente è vero, perché sono una persona molto riservata». Quanto allo «sposalizio», ironizza: «Fortunatamente sono accompagnato con una donna. Vivo dello stipendio, ho una famiglia alle spalle che quando ho bisogno mi aiuta… Non ho mai ricevuto nessun finanziamento da Buzzi, neanche elettorale, non sono mai stato a cena con lui», conclude il Corsera. 

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