Malta: l’isola felice della crisi europea
01/10/2013 di Maghdi Abo Abia
Se vi dicessero che il Paese europeo ad aver meglio resistito alla crisi, dal punto di vista economico, è stato Malta, ci credereste? Il piccolo arcipelago, diventato parte dell’Unione nel 2004, è stato il Paese che ha avuto il maggior margine di crescita nonostante la crisi che perdura appunto da ormai cinque anni.
IL GIUDIZIO DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE – A stabilirlo è stato il Fondo Monetario Internazionale. La crescita media dell’economia locale è stata la migliore a livello europeo dall’inizio della crisi economica mentre la disoccupazione è tra le più basse dei 28 stati. Il risultato è stato reso possibile sia dalla crescita delle esportazioni sia da un solido sistema bancari. Tuttavia l’economia del Paese, secondo l’Fmi, potrebbe dare ancora di più. Il problema è dato dalla scarsa domanda interna. Secondo l’Fmi, se si aumentasse il valore del mercato interno, il prodotto interno lordo nel triennio 2013-2015 potrebbe conoscere un’impennata mai vista, rendendo il Paese una volta di più il faro della crescita all’interno dell’Unione.
LA STABILITÀ BANCARIA – Il problema è rappresentato dallo stato di salute dei partner esteri e dalla necessità in un futuro il più possibile remoto di alzare il livello fiscale. Malta ha goduto di un regime agevolato ed il progressivo adeguamento agli standard dell’Unione potrebbe erodere la stabilità politico-monetaria del Paese, con il risultato di un aumento della disoccupazione e di una crisi nelle entrate. Secondo l’Fmi è questa la missione politica più importante, ovvero mantenere l’attuale quadro macroeconomico puntando ad un sistema fiscale sostenibile, ovviamente guardando ad un futuro fatto di crescita. Allo stesso tempo viene chiesto al governo di garantire la stabilità bancaria evitando le tentazioni di “esplodere” come avvenuto in altri Paesi.
PIL E DEBITO – Anche perché le banche locali godono di uno stato tutto sommato positivo rispetto al resto d’Europa. Gli istituti di credito hanno una capitalizzazione adeguata, non soffrono di crisi di liquidità e sono in grado di passare al regime “Basilea 3”. Inoltre nel 2012 i depositi nelle banche sono aumentati così come la distribuzione del credito, anche se con un ritmo minore rispetto al biennio 2010-2011. In questo caso l’unico problema è dato dall’esplosione di una piccola bolla immobiliare in salsa maltese, con il prezzo medio delle case crollato e con il rischio che gli istituti di credito si trovino ad affrontare situazioni d’insolvenza. Ma niente di grave, se paragonato a quanto avvenuto nel resto d’Europa negli anni scorsi. Ed a proposito di Europa, il rapporto deficit/Pil di Malta nel 2012 è stato del 3,3 per cento. Ma era del 4.4 nel 2008. A differenza di quanto avviene ad esempio in Italia, il rapporto tra il debito ed il prodotto interno lordo è ben al di sotto del 100 per cento, per l’esattezza al 77.
UNA RIFORMA CONTINUA – Parliamo quindi di un Paese economicamente forte che, nonostante la dimensione e la sua posizione lontana da quelli che sono i “gangli” della politica europea, sembra stia meglio di molti altri compagni. Per capire meglio di cosa stiamo parlando siamo andati a Malta per verificare di persona lo stato del Paese così da vedere come il governo ha colto l’occasione di “riformarsi” ed adeguarsi a quella che è la realtà europea, con un risultato sorprendente. All’arrivo all’aeroporto di Luqa si capisce che il Paese sta vivendo una situazione di estrema solidità economica, grazie alla presenza di marchi, di autovetture e dell’esposizione di prodotti dedicati ad una clientela danarosa. La prima sorpresa arriva però nell’area arrivi, dove ogni passeggero viene avvicinato da un funzionario del governo.
20 EURO A VIAGGIATORE – Questi fornisce ad ogni nucleo di passeggeri, siano questi una coppia, una famiglia o anche un viaggiatore singolo, uno speciale questionario nel quale si chiede di spiegare nel dettaglio quali sono state le spese affrontate nel corso del proprio soggiorno a Malta. Una volta compilato con cura tale documento lo si consegna all’ufficio del turismo nazionale a La Valletta, ed in cambio per l’incomodo si riceve un assegno da 20 euro da parte del governo maltese. Tale assegno è però incassabile solo nel Paese. Si tratta quindi di un voucher corposo che viene dato in cambio a tutti coloro che spiegheranno come Malta li ha accolti. Un segno del cambiamento invece viene dall’esterno, con i pullman tipici prodotti dalla Leyland svaniti nel nulla e sostituiti dai mezzi di Arriva, la società che si occupa del trasporto sulle isole di Malta e Gozo.
LA RIFORMA DEGLI AUTOBUS – Nel 2011 il Paese cambiò il suo modo di affrontare il trasporto pubblico dopo che un indagine del 2005 aveva stabilito che il sistema integrato pubblico privato aveva ridotto della metà il numero dei passeggeri trasportati. Grazie alle norme europee venne abbandonato il sistema di sussidiarietà statale che era arrivato a contare nel 2009 qualcosa come 508 autobus dall’età media di 35 anni, con circa 400 licenze indipendenti. Nacque così Arriva, una società dotata di 264 autobus di nuova produzione, i cinesi King Long equipaggiati con motori Euro 5, tra cui 10 mezzi elettrici, con il risultato di aver moltiplicato i posti a disposizione passando dai 6.600 dei vecchi autobus folkloristici a 20.500 attuali, per un risparmio medio annuo a carico del governo di 3,5 milioni di euro ed un servizio quotidiano sull’isola di Gozo, il tutto con una tariffazione fissa per ognuna delle due isole in cui opera Arriva.
L’OSPEDALE RINNOVATO – La flotta è migliorata, i colori si sono uniformati ed i dipendenti, cresciuti nel numero, si distinguono da pettorine visibili con il logo dell’azienda, i biglietti sono fatti sull’autobus o alla fermata, qualora sia presente un bigliettaio. Efficace anche il servizio di controlleria, anche se a volte gli autisti sono privi di resto ed i funzionari chiudono gli occhi sui turisti senza biglietto (anche perché la multa sarebbe di 10 euro). Andando verso il fulcro della vita sociale, ovvero la zona che va da Pembroke fino a Birgu, ci si imbatte in una struttura realizzata grazie all’uso di fondi europei e che ha dato lustro e speranza all’intera nazione. Parliamo dell’ospedale Mater Dei di Msida, il principale centro medico pubblico del Paese.
L’AIUTO DI BRUXELLES – L’ospedale è nato il 29 giugno 2007 e nei suoi 250 mila metri quadrati ospita 825 letti ed il suo prezzo, stimato in 116 euro, lievitò fino ad arrivare a 582 milioni di euro. Successivamente però c’è stato un aiuto importante da parte di Bruxelles che hanno finanziato la nascita dell’ala oncologica dell’ospedale, in risposta al fatto che la mortalità dovuta al cancro a Malta è più alta che nel resto dell’Unione. Il centro è così nato nel 2012 e si prevede di concluderlo entro la fine del 2013, al costo di 60 milioni di euro, 41,5 a carico di Bruxelles ed il resto di La Valletta. L’ospedale conterà 96 posti letto, di cui 74 destinati ai pazienti ricoverati e 22 per il trattamento in day hospital e verrà suddiviso in 4 aree funzionali.
GLI ALTRI FINANZIAMENTI – Prossimamente arriveranno dall’Europa 19 milioni di euro da destinare alla realizzazione di diversi progetti. 3,6 milioni verranno usati per migliorare le strutture dell’ospedale di Gozo, 3,4 milioni serviranno per l’acquisto di macchinari medici moderni mentre 3,8 milioni di euro serviranno a formare e preparare giovani e meno giovani ad affrontare il mercato del lavoro. Segno di come il Paese stia sfruttando a suo vantaggio i finanziamenti europei per migliorare le proprie infrastrutture. Ma non ci si limita solo a questo. Nel Paese sono numerosi i cartelli con su la bandiera dell’Europa attraverso i quali si chiede ai cittadini di limitare gli sprechi energetici così da ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.