La mappa delle paure degli europei paese per paese
05/02/2015 di Alessio Barbati
Di che cosa hanno paura gli europei? Gli inglesi del terrorismo religioso, i polacchi dei vicini russi. Settimane dopo gli attentati di Parigi, fa ancora tremare l’incubo di una replica dei fratelli Kaouchi. E non solo.
INGHILTERRA –
Cosa spaventa gli inglesi? Secondo Julian Borger, editorialista del Guardian, dipende dall’ambito. Se si parla di minacce al mondo o alla nazione, la risposta tende quasi all’unanimità verso il terrorismo e l’estremismo religioso. Restringendo il campo, i sudditi di Sua Maestà temono furti e crimini con armi da taglio, mentre le paure personali più comuni sono le altezze, i serpenti, i ragni e il parlare in pubblico. Il terrorismo internazionale è visto come la più grande minaccia che il mondo è costretto ad affrontare. I dati sono di un sondaggio YouGov di settembre scorso in cui emerge che il 77% dei britannici lo ritiene il problema principale, segue la paura di conflitti armati imminenti (60%), pandemie (52%), cambiamenti climatici (39%) e proliferazione nucleare (31%).
GERMANIA –
Qualcuno direbbe che la psiche teutonica è in rovina. In qualche modo risulta collettivamente disturbata. I tedeschi spaziano da momenti di Hýbris violenta – si pensi a Guglielmo II, ad Adolf Hitler, o ai più attuali tentativi di salvare l’euro – a momenti in cui si chiudono a guscio sguazzando nella depressione. Al settimo cielo o nella disperazione più profonda, ma in entrambi i casi al di là di ogni senso di moderazione. C’è una buona ragione se il termine “angst tedesco” è entrato nel vocabolario comune. Indica la tendenza incerta e ansiosa dei tedeschi e lo stimolo a reagire quando spaventati. Basti pensare alla politica estera della Germania e più nello specifico alla sua avversione per gli interventi militari, o alla frettolosa abolizione del nucleare dopo l’incidente di Fukushima. Poi l’avversione per i “data monsters” come Google, Facebook e la NSA. Lo stesso cancelliere Helmut Schmidt, una volta disse che “I tedeschi tendono a spaventarsi. Una caratteristica impressa nella coscienza dalla fine della guerra e del nazismo”. Un popolo di fifoni dunque? – si interroga Thomas Kirchner sul Süddeutsche Zeitung – Forse un po’ si. D’altra parte tutti gli esempi riportati hanno una spiegazione razionale: la politica estera difensiva ha molto a che vedere con l’eredità del nazismo, è la diretta conseguenza di una lezione impartita dalla storia e ben appresa dai tedeschi. Il ritiro dal nucleare, d’altra parte, è un tentativo di spianare la strada a ciò che vedono come uno sviluppo inevitabile. Stando alla “R+V”, una delle maggiori compagnie assicurative tedesche la più grande preoccupazione è data dall’aumento del costo della vita (58%), segue la paura di diventare disabili in età avanzata e di essere un peso per gli altri, così come la paura di catastrofi naturali. Due terzi degli intervistati teme che la Germania dovrà spendere di più per la crisi dell’Euro.
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FRANCIA –
Mai come in questo periodo la paura dei francesi è stata così alta: il 93% dei cittadini ritiene la minaccia di attacchi terroristici sia “molto alta”. «Una cosa mai vista prima» ha dichiarato Jérôme Fourquet, direttore del dipartimento strategie del “business strategies and opinion department all’Ifop. Dopo i fatti di Charlie Hebdo la percezione della minaccia terroristica è aumentata di 13 punti percentuali nel giro di pochi giorni. Questo non si traduce necessariamente in una sensazione di terrore. Solo il 24% dei francesi, infatti, ha dichiarato di aver paura dopo l’attentato, secondo un sondaggio Ipsos per Le Monde e Europe1 i sentimenti predominanti sarebbero la rabbia (72%) e il disgusto (51%). Inoltre, non è stato registrato nessun cambiamento nel consumo di ansiolitici. Solo l’1% dei francesi ha dichiarato di aver assunto più tranquillanti del solito. L’evento, dunque, non sembra aver scatenato una psicosi generale.
POLONIA –
I polacchi hanno le idee più chiare, sono spaventati dalla Russia: il 78% della popolazione teme che la situazione dell’Ucraina possa rappresentare una minaccia per la sicurezza del loro paese. Una paura non di certo nuova, gran parte del pensiero politico polacco negli ultimi 200 anni si è preoccupato di proteggersi dalla minaccia Russa.
ITALIA –
Cosa intendono gli italiani quando dicono di aver paura? La percezione della minaccia jihadista è forte, dopo gli attentati alla sede di Charlie Hebdo e, sopratutto, dopo le ultime intenzioni dell’Isis di voler colpire Roma. Minaccia confermata anche dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Tuttavia, in un paese con tassi di disoccupazione da capogiro (13.4%), gli studiosi sostengono che è l’incertezza economica e non il terrorismo a disturbare i sonni degli italiani. Secondo il sondaggista Nicola Piepoli, è l’assenza di futuro che sta spaventando gli italiani. “Un quarto della popolazione teme che le generazioni future non godranno dello stesso benessere di quelle attuali”.
SPAGNA –
Gli spagnoli hanno paura dei terroristi alla Charlie Hebdo. Secondo il 58 per cento dei cittadini ispanici c’è il rischio del ripetersi di attacchi come quello di Madrid dell’11 marzo 2004. Una percentuale che cresce rispetto al 31 per cento registrato (per la stessa fobia) due anni fa. Il 64 per cento degli spagnoli, fino ad un mese fa, riteneva concreto il rischio di un attacco mirato, come quello di Parigi, in qualche punto in Spagna.
(In copertina JOEL SAGET/AFP/Getty Images)