Elezioni amministrative Roma 2016, Marchini sedotto e abbandonato: «Avanti senza il centrodestra»
20/11/2015 di Redazione
Corteggiato e scaricato, almeno al primo turno. Soprattutto a destra, così come in casa dem. Da Forza Italia a settori del Pd, non pochi consideravano Alfio Marchini il candidato “ideale” per ripartire al Campidoglio, dopo la fine traumatica dell’esperienza Marino e la difficoltà di trovare candidature. Ma l’idea del nome trasversale non convince al Nazareno, smentita dal commissario del partito romano Matteo Orfini e osteggiata dalla sinistra del partito. E anche Berlusconi, il leader azzurro che aveva anticipato il “matrimonio” di Fi con l’imprenditore figlio della nota famiglia di costruttori romani, è stato costretto alla retromarcia. Pesano le proteste interne al partito e i veti tra gli alleati. Alla fine, nemmeno il centrodestra appoggerà Marchini. Per il fronte Fi-Lega-Fdi è pronta a correre è Giorgia Meloni, anche se l’ex ministra pretende garanzie su coalizione e liste prima del sì.
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ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 2016, MARCHINI: «NON CAMBIA NULLA, AVANTI»
A Marchini, perplesso sull’abbraccio del Cav ma attratto dai voti di Forza Italia e dei moderati, non resta che prenderne atto. «Per noi non cambia niente, andiamo avanti. Se c’è qualcuno che vuole rinchiudersi nei vecchi fortini di partito, che a Roma hanno già miseramente fallito, facciano pure», ha replicato stizzito sulla Repubblica dopo essere stato scaricato nel corso del vertice a Palazzo Grazioli tra il Cav, il segretario leghista Salvini e la stessa Meloni.
«La notizia, in fondo, non lo ha sorpreso. E neppure più tanto allarmato. Ai suoi l’aveva ripetuto anche in passato: «Sono grato a chi ha avuto apprezzamenti per me. Anzi, lo sono doppiamente proprio perché non richiesto, ma dobbiamo marcare una discontinuità con chi ha contribuito ad affossare questa città». Lui, come aveva promesso, è restato dov’era e dov’è sempre stato. Al centro: per tagliare le ali ai competitor e volare dritto alla guida dell’Urbe. Lo aveva detto ieri e lo ripete oggi: «Non mi sposto di un millimetro, non cambio e non contratto posizioni, non sarò mai ospite nelle liste di destra o di sinistra», spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro.
Tradotto, al massimo sono i partiti, nella mente di Marchini, a doverlo sostenere, senza neanche troppe condizioni:
«I fatti hanno dimostrato», dice, «che a Roma c’è un progetto civico che è sopravvissuto al crollo dei partiti. Alemanno è stato un disastro, Marino se è possibile peggio, noi e i Cinque Stelle siamo ancora lì, sempre dalla parte dei cittadini a cui abbiamo provato a dare risposte concrete, pur dall’opposizione. Se i nostri sfidanti vogliono riproporre schemi anacronistici, si accomodino e auguri». Berlusconi, ma pure Renzi, col quale si sono a lungo annusati ma mai davvero piaciuti», si legge su “Repubblica“.
ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 2016, MARCHINI E QUEI CONTATTI CON RUTELLI –
Per Marchini alla Capitale serve «mettere in campo una proposta di governo che chiami a raccolta i migliori 300, donne e uomini, di cui Roma dispone per risollevarla». Intanto, Marchini parteciperà il 28 novembre alla kermesse di Francesco Rutelli, per il ritorno in pubblico dopo anni dell’ex sindaco. Lo stesso che spiega di non voler correre, ma medita a una lista:
«Una manifestazione alla quale parteciperò senza esitazioni», spiega l’uomo che fino ieri sembrava il candidato del centrodestra, «chiunque abbia a cuore questa città sarà nostro alleato». Perché è inutile girarci intorno: «Ormai siamo in guerra, Roma è nel mirino dell’Is e ognuno può e deve fare qualcosa. Anche il Campidoglio. Azionando quegli interventi concreti che diano sicurezza ai cittadini. A partire dall’illuminazione delle strade, troppo spesso buie. E pericolose». Solo buona amministrazione. «Quella che a Roma, finora, è mancata», ha concluso Marchini.