Marchionne paga le tasse in Svizzera o in Italia?
14/10/2012 di Redazione
E’ di nuovo Matteo Renzi a riportare in auge la provocazione su dove paghi le tasse Sergio Marchionne: in Italia o in Svizzera? “Ha domicilio fiscale in Italia, le tasse le paga in Italia”, dicono gli ammiratore dell’amministratore delegato di Fiat, che bollano come bufala l’esortazione a pagare le tasse in Italia.
L’OCCASIONE DI REPORT – In realtà la polemica sulle tasse pagate da Marchionne è cominciata a febbraio di quest’anno, con qualche provocazione lanciata da Fatto Quotidiano in un articolo di Vittorio Malagutti.
Sergio Marchionne ha da poco ricevuto in regalo dalla Fiat, a titolo di compenso supplementare, un pacchetto di azioni che vale in Borsa oltre 50 milioni di euro. Ebbene, l’imposta massima su questo gradito omaggio multimilionario non supera il 30 per cento. Tutto regolare. Questa, infatti, è l’aliquota prevista a norma di legge per i guadagni dei soggetti residenti all’estero. E Marchionne, come noto, agli occhi del Fisco nostrano risiede a Walchwil, nel cantone svizzero di Zug, uno dei più generosi delle Confederazione per quanto riguarda le tasse. Insomma, a conti fatti, il gran capo del Lingotto pagherà su questo maxi premio di 50 milioni un’aliquota inferiore a quella di migliaia di suoi dipendenti. Per esempio i quadri e dirigenti Fiat, che sono tassati fino al 43 per cento per la parte di reddito superiore ai 75 mila euro l’anno.
La Fiat aveva smentito la circostanza, e più avanti, in una puntata del marzo scorso di Report, il rassicurante titolo dell’articolo del Corriere della Sera riportava la smentita di Marchionne:
L’ inviata di «Report» stuzzica il manager, residente in svizzera («da sempre a Zug»), sulle tasse. Zugo è il cantone con la fiscalità più leggera. «Pago le tasse in Italia e poi pago la differenza in Svizzera», dice Marchionne.
Solo che poi era stato proprio Report, con l’intervento del tributarista Tommaso Di Tanno, a chiarire proprio tutto:
Il tributarista Tomaso Di Tanno spiega però che la ritenuta dello «svizzero» Marchionne è del 30% sui compensi italiani e poi non dovrebbe pagare più nulla. Un guadagno secco, secondo Report, del 13% rispetto all’ aliquota standard del 43%, cioè circa 500mila euro sui 4 milioni di stipendio. Tutto in regola, ma visto che l’ attività del top manager Fiat – riassume la Gabanelli – non è in Svizzera, ma a Torino e Detroit, «allora trasferisca la sua residenza in Italia o negli Usa e contribuisca come i suoi dipendenti allo sviluppo del Paese dove sta l’ azienda che gli paga lo stipendio».
Insomma, l’arcano è stato svelato da tempo. I marchionniani senza se e senza ma se ne facciano una ragione.