Marco Castoldi e l’antipsichiatria
10/02/2010 di vertigoz
Meglio avere un figlio drogato o un figlio Marco Carta?
Mettiamo subito i puntini sulle i. Che Morgan vada o meno al festival di Sanremo non me ne può fregare di meno. Non vedo il festival di Sanremo da quando avevo otto anni e Toto Cutugno cantava “sono un italiano, un italiano vero”. Ora che ci penso non me ne frega niente nemmeno di Morgan, che per me è artisticamente morto dall’ultimo album (escluso) dei Bluvertigo, Zero – ovvero la famosa nevicata dell’85.
PAROLE – Se mi accingo quindi a parlarvi di un caso che ha scosso persino mia madre non è per continuare a sfracellarvi i coglioni su “Morgan sì, Morgan no, Morgan” forse ma per tentare di imbastire un discorso più generale. Non vorrei quindi passare per banale – sia mai – che come ci insegna lo stesso Morgan è il peccato capitale: “Avrei potuto essere un famoso pianista, sarei potuto diventare un d.j. , giuravo che avrei fatto il portiere, era l`unico a differenziarsi, pensavo che non fosse della squadra, era vestito meglio e stava fermo” (Sono=Sono). La verità, tuttavia, è che questo caso mi ha colpito, per una serie di motivi che se ne avrò il tempo e il luogo, vi espliciterò. Ma partiamo dal principio. Morgan rilascia un’intervista a Max, per motivi Dio solo sa quali. In quest’intervista, tra l’altro, dice: “Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura (…) Io non ho mai conosciuto nessuno che ci sta dentro come me a farsi le basi. Ti sembro uno schizzato? (…) Ne faccio un uso quotidiano e regolare. (…) Sai cosa mi salva veramente? Mangio un sacco di frutta….”. Da questa intervista si evincono un paio di punti degni di interesse. Morgan soffre di depressione, Morgan ha provato delle cure psichiatriche “ortodosse“, Morgan non ha tratto giovamento da queste cure, Morgan ha deciso di automedicarsi con la cocaina.
LEGGI – Su questo punto torna anche nell’intervista a Porta a Porta. In questa sede Morgan afferma che ha provato la cura del sonno in una clinica in cui veniva letteralmente imbottito di benzodiazepine. Morgan nota, argutamente, che cercare di guarire da una tossicodipendenza (cocaina) con un’altra tossicodipendenza (benzodiazepine) non è forse una grande idea. Tanto più che, aggiungo io, le benzodiazepine sono note per dare dipendenza fisica, tolleranza, astinenza. Sono quindi una droga, nel senso letterale del termine. No, aspetta, aspetta un attimo, non ti seguo. Ma le benzodiazepine non sono un farmaco? Non sono prescritte da medici e psichiatri? Certo, infatti l’unica distinzione tra certe droghe e certi farmaci è che i primi sono illegali e i secondi no. La coca non solo era considerata un farmaco tra l’800 e il ‘900 ma era anche l’ingrediente di alcune bevande di largo consumo tra cui il Vin Mariani, il French Wine Coca e, dolceamaris in fundo, la Coca Cola. A proposito del Vin Mariani si ricorda che “questa bibita tonificante veniva usata anche in medicina, perché si pensava capace di sollevare il morale ai depressi e di curare praticamente ogni tipo di disturbo fisico, dal mal di gola alle affezioni nervose, dall’impotenza all’insonnia, dall’anemia alle febbri, finanche ai morbi di tipo contagioso. Mariani era ritenuto un benefattore dell’umanità, tanto che papa Leone XIII regalava al chimico corso una medaglia d’oro in segno di riconoscenza“. Il Ritalin (metilfenidato) e alltri psicostimolanti sono legali in alcuni paesi e illegali in altri. In Italia il Ritalin è stato una droga fino al 1958, anno in cui è diventato un farmaco. Nel 1989 è stato ritirato dal mercato su decisione autonoma della casa produttrice ed è tornato quindi ad essere una droga. Ma nel 2001 la Commissione unica del farmaco ne ha deliberato la reintroduzione, ed è tornato ad essere un farmaco. Notiamo che in questo periodo la struttura chimica del metilfenidato è rimasta invariata: C14H19NO2. Quello che è cambiato sono solo le leggi, che tuttavia hanno il potere di modificare lo status ontologico-assiologico del farmaco: da droga (cattivo) a farmaco (buono).
ESEMPI – Il metadone è un oppioide simile alla morfina ma con un’emivita maggiore. È a tutti gli effetti una droga, nel senso farmacologico del termine, ma viene considerato un farmaco nonostante dia astinenza, dipendenza e tolleranza. Il suo essere farmaco deriva dal fatto che al confronto dell’eroina ha “effetti collaterali” minori e viene usato quindi per la disintossicazione. È quindi un farmaco “per comparazione”, non in sé e per sé. Il Paxil (setralina) è un antidepressivo la cui sospensione secondo alcuni può causare sindrome d’astinenza oltre ad avere un curioso effetto collaterale: può indurre al suicidio. A dirlo non è qualche antipsichiatra dell’ultim’ora ma la stessa casa farmaceutica che lo produce, la GlaxoSmithKline che è stata condannata a risarcire 40 milioni di dollari per la prescrizione di Paxil ai bambini. Gli esempi potrebbero continuare ma non è forse il caso. Sono noti a chiunque abbia partecipato a un qualche corso introduttivo per fricchettoni del genere Legalize it for dummies. La distinzione tra alcune droghe e alcuni farmaci, dal punto di vista meramente farmacologico, è nulla. Dal punto di vista legale dipende da due fattori: tempo e luogo. Data solo la formula chimica di una sostanza non si può ricavare se si tratta di droga o farmaco ma se aggiungiamo all’equazioni le due variabili di tempo e luogo, allora l’equazione diventa risolvibile. Morgan quindi, per tornare al dunque, non ha detto una bestialità quando ha dichiarato che “si cura” con la cocaina. Ha semplicemente implicato che agli “effetti” di alcune sostanze psicotrope (gli antidepressivi) preferisce gli “effetti” di altre sostanze psicotrope (la cocaina). Si dà il caso, purtroppo per lui, che la cocaina sia illegale mentre il Paxil non lo sia. Se si fosse sballato di Paxil (io l’ho fatto) nessuno avrebbe avuto nulla da eccepire. Ma sempre purtroppo per lui il Paxil ha “effetti collaterali” molto meno divertenti della cocaina, tra cui ad esempio le disfunzioni sessuali (la coca invece è uno stimolante sessuale).
EPPURE – Il Paxil agisce sulla serotonina (no fun, my baby, no fun), la coca su noradrenalina e dopamina. Sto dicendo quindi che la coca è buona, che va presa come tonico, va usata come ricostituente? No, non sto dicendo niente di tutto questo. L’ho provata un paio di volte e non mi ha fatto impazzire. Sicuramente dà dipendenza psicologica, fisica, assuefazione, tolleranza e quant’altro. Aspetta, aspetta, cos’altro che dà tutte queste cose? Ops, il tabacco, che dal 2000 a oggi è stato causa di morte di mezzo miliardo di persone, un adulto su cinque, e su cui lo Stato fa una cresta di 2,63 euro per pacchetto di Marlboro. Sto dicendo che in uno stato liberale ciascuno dovrebbe essere libero di calarsi le droghe che più gli piacciono – o di non calarsele – piuttosto che farsi imporre il menu dalla American Psychiatric Association o dalle lobby farmaceutiche che creano un monopolio della fattanza, là dove dovrebbe esserci libera concorrenza. Quello che si rimprovera a Morgan è di non dare il buon esempio, perché il buon esempio è farsi di coca e non dirlo in giro come fanno peraltro gli altro 300.0007 consumatori di cocaina in Italia molti dei quali, ne siamo certi, saranno presenti anche il festival di Sanremo, in veste di giurati, musicisti o presentatori. Perché chi va in televisione deve dare il buon esempio – perché poi? non è lecito sapere – e il buon esempio in Italia è la “doppia morale”, l’una pubblica e l’altra privata. Drogarsi si può, purché si dica a gran voce che si è contro, che fa male, che è una schifezza, che si è tossicodipendenti e si ha bisogno d’aiuto. In modo che i nostri fanciulli da grandi non vogliano diventare Morgan ma Massimo Giletti, Giuliano Ferrara, Noemi Letizia o Niccolò Ghedini, tutti modelli di virtù e comportamento di cui siamo venuti a conoscenza dal tubo anodico. Non lasciamo che i fanciulli possano scegliere autonomamente i modelli a cui ispirarsi, lasciamo che li scelga Gianmarco Mazzi, lasciamo che li scelga Antonella Clerici. Meglio un medicinale o una storia infernale? Meglio avere un figlio drogato o un figlio Marco Carta?