Mare Nostrum è meglio di Triton: ecco perché
12/02/2015 di Donato De Sena
Mare Nostrum è meglio di Triton
Una minore efficacia nella lotta al traffico di uomini dalle coste nordafricane a quelle italiane e un indebolimento delle operazioni di soccorso e ricerca dei migranti. È il deludente risultato dell’operazione Triton avviata il primo novembre 2014 e guidata dall’Unione Europea tramite Fontex (l’agenzia europea di controllo delle frontiere) con l’obiettivo di controllare i flussi nel mar Mediterraneo. Il programma Triton, avviato per sostituire la vecchia operazione Mare Nostrum, lanciata un anno prima (il 18 ottobre 2013) dal governo Letta allo scopo di porre fine alle stragi di migranti di quei mesi, in sostanza non ha contribuito a ridurre né il numero degli sbarchi né quello delle vittime e dei dispersi dei viaggi della speranza.
TRITON, STOP CONTROLLI A 30 MIGLIA DALLA COSTA – Triton non nasce con il mandato esplicito di svolgere attività di ricerca e soccorso in mare, ma solo di pattugliare i confini marittimi. L’operazione costituisce, quindi, solo una soluzione parziale al problema perché a differenza di Mare Nostrum, non contempla gli interventi Sar (Search and Rescue). Ma non si tratta dell’unica novità. A differenza di Mare Nostrum (attuata dalle forze della Marina e dell’Aeronautica italiana con base operativa presso il Comando aeronavale della Guardia di Finanza a Pratica di Mare), per Triton (operazione di polizia Ue) è stata contemplata la leadership di Frontex tramite l’International Coordination. Si tratta di aspetti sui quali si è espresso a chiare lettere anche l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina militare. Intervenendo in audizione alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani già lo scorso 9 dicembre De Giorgi spiegava che «l’area di pattugliamento di Triton si ferma alle trenta miglia dalla costa ed è inferiore rispetto all’area controllata da Mare Nostrum. […] Tra i compiti di Triton, l’unico dichiarato è il controllo delle frontiere, mentre non vengono contemplati, come invece previsto da Mare Nostrum, […] gli interventi Sar (Search and Rescue)».
TRITON, BOOM DI SBARCHI – Si tratta delle stesse informazioni ribadite ancora oggi da De Giorgi, ancora una volta alla Commissione per i diritti umani. Convocato all’indomani della morte di oltre 300 migranti causata dal naufragio di quattro gommoni, l’ammiraglio ha definito «una sciocchezza» la critica rivolta a Mare Nostrum secondo cui l’operazione avrebbe attirato i profughi che scappano da teatri di guerra come la Siria, dalla povertà e dalle carestie, ed ha sottolineato come con la fine della vecchia missione gli arrivi sulle nostre coste sono aumentati (in uno stesso periodo) del 485%. «Tutto è stato ridotto – ha dichiarato De Giorgi – dato che tagliare i costi è stato il motivo della fine dell’operazione. Per ora rimane il pronto soccorso galleggiate per filtro sanitario sulla nostre nave anfibia, assieme al presidio di polizia. Non utilizziamo invece più le fregate, le navi che assicuravano una maggiore operatività e resistenza al mare. Il tonnellaggio, proporzionale all’efficacia, è passato da 22mila a 13mila, le miglia quadrate pattugliate da 22mila 350 a 6mila 900 (-65%), mentre i costi sono un terzo».
TRITON, MEZZI RIDOTTI – Insomma, l’inefficacia di Triton, spiega il capo di Stato maggiore della Marina, è questione sia di costi e di mezzi. I mezzi del nuovo progetto europeo sono tre pattugliatori (messi a disposizione da Italia, Spagna e Islanda), quattro motovedette costiere (fornite da Malta, Olanda e Italia) e quattro aerei per il pattugliamento (di Islanda, Francia, Lettonia e Malta). A Mare Nostrum la Marina partecipava con una nave anfibia dotata di capacità sanitarie, due corvette, due pattugliatori, due elicotteri e tre aerei. «Si tratta di due concetti completamente diversi», ha aggiunto De Giorgi nel corso della sua audizione. «Mare Nostrum era mosso dall’aspetto umanitario e quello militare, cioè la cattura degli scafisti; con Triton si perdono entrambe queste attenzioni». Su 9.134 migranti soccorsi nel mese di novembre 2014, 3.810 sono stati soccorsi dalla Marina Militare (con la ‘coda’ di Mare Nostrum che si è ridotta gradualmente fino a fine anno), mentre 5.354 sono quelli intercettati da Triton (1.534 dalla Capitaneria di porto impegnata nella missione europea e 2.273 da mercantili).
MARE NOSTRUM-TRITON, COSTI RIDOTTI DA 9,5 A 2,9 MILIONI AL MESE – A parlare chiaro sono poi le statistiche dei soccorsi complessivi di Mare Nostrum . Durante l’intera durata di Mare Nostrum, dal 18 ottobre 2013 al 31 ottobre 2014, sono stati assistiti ben 156mila migranti, realizzati 439 salvataggi Sar, e sarebbero infine 366 gli scafisti consegnati alle forze dell’ordine. Triton ha invece soccorso, si stima, solo 6 mila migranti. Per quanto concerne i costi Mare Nostrum costava 9,5 milioni di euro al mese. È di 2,9 milioni al mese invece il costo di Triton.
TRITON, BOCCIATURA DI MINISTRI E COMMISSARI EUROPEI – Una conferma della necessità di un inversione di tendenza arriva anche dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il quale (a margine di un evento a New York presso il consolato italiano organizzato da Aspen Institute Italia e da Womer for Wxpo) ieri ha spiegato che «ci vuole un dispiegamento di più forze e risorse» perché «nell’operazione di sorveglianza e di salvataggio in mare, l’impegno deve essere maggiore». Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intanto, pur sottolineando che «sarebbe sbagliato tornare indietro» su Triton, ha spegato che «se questa missione ha delle lacune e deve essere rinforzata è un lavoro che dobbiamo chiedere all’Europa». «Immaginare – ha detto – che sia solo l’Italia a gestire questo fenomeno è un errore». Ancor più netta Laura Boldrini, presidente della Camera, secondo la quale «di fronte a questa strage non si può non prendere atto che l’operazione Triton è inadeguata». «Si confermano – ha detto – tutte le preoccupazioni che in molti avevamo espresso sulla fine di Mare Nostrum». Stesso leit motiv nelle parole del Commissario europeo dei diritti umani Nils Muiznieks, il quale sostiene che Triton «non è all’altezza» dei compiti che deve svolgere e «l’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace». Infine, l’impegno di Federica Mogherini. L’Alto rappresentante della politica estera Ue ha chiesto un incontro per «la revisione delle politiche sull’immigrazione» con il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos. Quando si dice: un coro di voci.
(Foto di Guglielmo Mangiapane da archivio LaPresse)