Maria: la ragazza che si prostituiva per poter curare il padre malato
07/04/2014 di Redazione
Sull’onda delle inchieste sulle baby-squillo di Roma e di Genova, le telecamere di Lucignolo hanno raccontato la storia di «Maria» – come è stata chiamata per proteggere la sua riservatezza – una ragazza disoccupata che ha deciso di vendere il proprio corpo per riuscire ad assicurare le cure al padre malato di leucemia. (Qui il video completo)
«LO FACEVO SOLO QUANDO NON RIUSCIVO A TROVARE NEMMENO UN’ORA DI LAVORO» – Maria, con il capo e le mani coperte per non mostrare nemmeno un dettaglio che possa rivelare la sua identità, racconta tra le lacrime la sua storia: vent’anni, un lavoro come barista perso a causa della crisi, e quel padre bisognoso di cure. Senza un soldo, la ragazza ha pensato di provare una strada apparentemente facile per avere un po’ di soldi: «Ho pensato di farlo anche io, di prostituirmi. Perché alla fine – dice – Andare a letto con una persona per soldi è prostituirsi. Ma non avevo niente da perdere. Lo facevo solo quando non riuscivo a trovare neanche un’ora di lavoro». Maria sapeva perfettamente quello che faceva: «Mi sentivo male, mi sentivo sporca. Ma mi dicevo che non sarei andata a rubare, perché è una cosa ancora più brutta».
Guarda le foto:
«DOPO MI SONO PENTITA» – Tutto è cominciato con un annuncio messo su un sito di incontri: «Cerco amicizie». Un annuncio che, apparentemente, non sembra avere nulla a che fare con il sesso a pagamento. Ma Maria rivela: «Le persone che vanno lì per cercare altro lo sanno che cosa cercano». E, con una lacrima di dolore, la ragazza ammette: «Dopo mi sono pentita tanto». Maria si prostituisce due o tre volte. Poi, una sera, alla porta della casa dove avvenivano gli incontri si presenta la Polizia: «Magari li ha mandati Dio per dirmi basta», dice lei con un sorriso amaro. Ma per lei i guai sono appena iniziati: l’appartamento non era suo ma di un’amica, che glielo prestava ignara di cosa stesse succedendo. Scatta la denuncia, inizia un processo nel quale l’amica di Maria è l’unica imputata: «Sto male anche perché ho tradito la sua amicizia».
LEGGI ANCHE: Il cliente delle baby squillo che scrive al Fatto
«UNA VITA SENZA SOGNI» – Nessuno sa cosa ha fatto Maria per permettere a suo padre di curarsi e la ragazza spera che nessuno lo sappia mai: «Questa è una cosa mia, che mi poterò dietro sempre. Vorrei che non si sapesse mai». E ancora: «Mi sentivo una persona che non valeva niente, anche se lo facevo solo quando non avevo un soldo, anche se continuavo a cercare lavoro». Il padre di Maria sta ancora male e lei, nonostante guardi al futuro, è ancorata al suo presente: «Non mi piace questa vita senza sogni». Sogni che sono quelli di una giovane donna come tante altre: una casa tutta sua, una famiglia: «Spero di trovare un lavoro e di vivere una vita normale come tutte le ragazze della mia età».
«TANTE RAGAZZE NON RIESCONO PIÙ A USCIRNE» – «La mia forza la trovo quando guardo mio papà. E in Dio – ammette ancora Maria, che delle altre ragazze che scelgono la strada della prostituzione dice – Tante ragazze pensano a quello ed è sbagliato, perché molte poi non riescono più a uscirne. Prego Dio che non mi ricapiti più una situazione del genere».
(Photocredit: video.mediaset.it)