Facebook sospende di nuovo Mario Adinolfi dopo il blocco per Dj Fabo

02/06/2017 di Redazione

Mario Adinolfi è stato di nuovo sospeso da Facebook. La moglie del giornalista, Silvia Pardolesi, l’ha scritto ieri sulla sua bacheca dopo il blocco subito ancora una volta dal marito per un controverso post, questa volt sull’omofobia. Nel 2017 è la seconda volta che Facebook sospende Adinolfi dopo il blocco deciso dopo le polemiche suscitate dal commento sulla morte di Dj Fsbo. Il blocco su Facebook ha scatenato una protesta social da parte dei militanti del Popolo della Famiglia. che protestano in particolare per il momento in cui è stata tolta la voce ad Adinolfi. Il leader del Popolo della Famiglia è impegnato in campagna elettorale: il piccolo partito, di ispirazione cattolica e assai conservatore sui diritti civili, sostiene diverse liste alle prossime comunali. Secondo i militanti della formazione cristiana il blocco di Mario Adinolfi è un’ingiusta penalizzazione del Popolo della Famiglia in vista delle elezioni amministrative.

MARIO ADINOLFI SOSPESO DA FACEBOOK DI NUOVO

Per ovviare al blocco è stata creata una pagina, Amici di Mario Adinolfi, che pubblica gli interventi del giornalista e capopartito. Su questa pagina Adinolfi ha denunciato un complotto per penalizzare il Popolo della Famiglia alle elezioni amministrative.

Rieccoci qui, di nuovo bloccati da Facebook, stavolta con un lavoro certosino fatto dai nostri avversari. Hanno puntato un post sulla giornata contro l’omofobia del 17 maggio scorso, in cui scrivevo che i veri discriminati siamo noi e che ormai la lobby lgbt è espressione di potere. Non lo hanno segnalato subito, hanno aspettato che fossimo nella volata finale della campagna elettorale. Poi hanno agito. Facebook ha rimosso il post e mi ha comminato trenta giorni di sospensione. Il precedente è gravissimo e mina qualsiasi credibilità di questa piattaforma. Non sono abituato alla lamentela, ma stavolta faremo sentire le nostre ragioni a tutti i livelli, perché sono state lese prerogative costituzionali di libertà d’espressione del presidente di un movimento politico in piena campagna elettorale, con un mezzo pretestuoso e senza che alcuna offesa gli potesse essere addebitata. Paghiamo come sempre a causa di un’opinione. E ricordiamoci che questa sarà l’Italia se il Popolo della Famiglia non si affermerà. Il clima di intolleranza si fa ogni giorno più pesante. Il Pdf rappresenta un’alternativa sempre più credibile e scatena la furia del fuoco amico e nemico. Immagine simbolica sono i manifesti di Mirko De Carli candidato sindaco del Popolo della Famiglia a Riolo, strappati dagli avversari politici che da settant’anni dominano quel comune e con un riflesso stalinista dimostrano di coltivare l’odio tramutandolo sempre in azione violenta che mina la libertà d’espressione dell’avversario politico. La nostra risposta però deve essere operativa. Chiedo a tutti gli amici miei personali e del Popolo della Famiglia di venire a seguire la pagina Amici di Mario Adinolfi, da cui in questi giorni di blocco faremo comunque sentire la nostra voce. Fate cononoscere la pagina ovunque, chiedete ai vostri amici un “mi piace” alla pagina, rispondiamo così alla censura. Secondo passaggio: questa violenza che ancora una volta subiamo moltiplichi le nostre energie per la raccolta di consenso a favore del Popolo della Famiglia l’11 giugno alle elezioni. I traditori del Family Day, Angelino Alfano e Maurizio Lupi, in queste ore provano a balbettare progetti di unità politica di vari spezzoni inutili di ceto politico per salvare la loro poltrona. L’11 giugno si capirà con chiarezza che l’architrave di un futuro possibile per chi davvero difende i principi essenziali e quindi non negoziabili, non è un partitino che su questi ha aperto il negozio e se li è venduti per quindici denari, ma è il Popolo della Famiglia. Che il 5 giugno 2016 superò lo sbarramento in un solo comune, a Cordenons, ma l’11 giugno 2017 moltiplicherà questo risultato e farà vedere di che livello di consenso è capace. E allora ogni sfida, sarà dimostrato, è a portata di mano. Utilizziamo questa ennesima violazione dei nostri diritti per non piegare il capo e tenere in esercizio la nostra capacità di cristiani di essere miti ma non per questo cedevoli. Rispondiamo chiedendo allo sguardo della Beata Vergina di posarsi benevolo su di noi in questo ennesimo momento di prova nella difficoltà e diamoci da fare per trasformare il danno in opportunità. Preghiera e azione, come sempre, caratterizzino i nostri giorni. Più che mai quelli a venire, più che mai quelli che ci condurranno l’11 giugno a far scoprire all’Italia la novità politica più rilevante del quadro che va componendosi: il Popolo della Famiglia, il quarto polo di un sistema che dovrà capire che possono imbavagliarci e bastonarci quanto vogliono, le nostre ragioni restano là e le nostre forze si moltiplicano.

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