Masterchef 5 è la trasmissione dell’anno. Anche se ha vinto Erica
03/03/2016 di Marco Esposito
Masterchef 5 è stata la miglior trasmissione televisiva italiana di questa stagione. Senza alcun dubbio. Casting pienamente riuscito, montaggio – come al solito – perfetto, costruzione del percorso per farci affezionare ai personaggi molto ben riuscito.
MASTERCHEF 5: HA VINTO ERICA
Cominciamo dal casting: era stato il problema di alcune edizioni meno fortunate, come succede spesso ai talent o ai reality. Questa volta quasi tutti i componenti della classe di Masterchef 5 sono stati azzeccati. Ognuno di loro è riuscito a lasciare qualcosa nel programma, a costruire storie parallele a quella principale della gara. Con questi basi, e con il grande montaggio di cui può godere un talent montato come Masterchef, il risultato era garantito. Inoltre l’ingresso di Antonino Canavacciuolo nella giuria di Chef stellati, insieme ai “soliti” Cracco, Bastianich e un ormai logoro Barbieri, ha sicuramente portato una maggior verve e spontaneità nel programma. Una veracità che ha un po’ riempito l’eccessiva permalosità di alcuni di loro. Questo ha consentito anche di alleggerire il ruolo di “intrattenitore” di Bastianich costretto a lanciare piatti tutte le puntate per cercare di rendere un po’ più umani le reazioni fin troppo fredde degli altri due giudici.
L’altra faccia della medaglia del montaggio perfetto è far passare così tanto tempo tra la realizzazione del programma e la sua messa in onda. Soluzione ideale per Sky – subito dopo X-Factor – meno per salvaguardare il nome del vincitore finale.
Storicamente è questo il “Tallone d’Achille” del programma. Una volta si tentò anche la strada della proclamazione del Masterchef italiano in diretta: fu un caos assoluto, una diretta che i “cuochi stellati” non sono riusciti minimamente a gestire. Normale fosse così. Cracco e gli altri cuochi stellati fanno un altro lavoro, e senza il montaggio a fare da rete di sicurezza, rischiavano di essere mandati allo sbaraglio. Giusto, quindi, rimanere sulla strada maestra, anche a costo di rischiare qualche spoiler.
Certo è che il nome del vincitore, anche quest’anno, come è successo in passato, lascia perplessi. Erica in queste settimane non ha mai dato l’impressione – nemmeno per un secondo – di essere la più brava della classe. Anzi, per tutto il programma ha dato l’impressione di essere lo studente che si applica, ma dal quale più di tanto non riesci a tirare fuori. Per questo la sua vittoria stupisce, e fa infuriare una parte del pubblico a casa, che per lunghe settimane, appassionandosi al programma, non ha mai individuato in Erica la possibile vincitrice. Anche senza aver mai assaggiato nulla della cucina di Erica – capolavoro della narrazione di Masterchef – tutti siamo convinti che tra lei e altre aspiranti chef ci fosse un divario a favore di quest’ultime. Che una Rubina, mandata via già da qualche settimana, le fosse nettamente superiore.
Alida, dall’altra parte, è la perdente perfetta da donare al pubblico. Un po’ perché rappresenta la “prima della classe”, la cocca dei professori, quella che quando da ragazzi vedevamo sempre primeggiare e prendere bei voti, le rare volte che era in difficoltà alla cattedra, un po’ sotto sotto ce la godevamo. E poi Alida piangeva, sempre. O almeno, ce ‘hanno fatta vedere sempre piangere e dire cattiverie sugli altri. Ma non è bastato nemmeno questo a salvare la povera Erica dagli improperi del web. Nell’italia del «gentismo», come la chiama il mio amico David Allegranti, il Gombloddo e la «vergonia» sono all’ordine del giorno.