Renzi per attaccare Di Maio usa il ricovero della bambina non vaccinata che il papà aveva chiesto di «non strumentalizzare»
08/11/2017 di Redazione
Chiedere di non strumentalizzare una seria di vicenda di salute talvolta è inutile. Lo sanno bene i genitori della bambina non vaccinata colpita da tetano che ieri ha lasciato il reparto di Rianimazione dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. La piccola di 7 anni era stata ricoverata a inizio ottobre e il papà aveva pubblicamente chiesto di non tirare in ballo la storia nell’aspro confronto politico sui vaccini. «Vorrei che non si parlasse più di noi», «Siamo stati criminalizzati dall’opinione pubblica», «Additati come irresponsabili», aveva affermato in un’intervista rilasciata alla Stampa. «Chiediamo che venga rispettata la nostra privacy e che mia figlia non venga strumentalizzata per la battaglia contro o a favore dei vaccini», che non venga «sfruttata per aprile il dibattito». Un appello inutile.
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MATTEO RENZI E IL CASO DELLA BAMBINA VACCINATA PER ATTACCARE
Ieri sera è stato Matteo Renzi a ricordare il caso. Nel corso dell’intervista a DiMartedì l’ex premier, elencando alcune critiche a Luigi Di Maio e al M5S, ha affermato: «Sa cosa è successo oggi? Una bambina è uscita dopo un mese dalla prognosi riservata a Torino. I genitori non li giudico ma credo sia sacrosanto dirlo… avevano deciso di non vaccinare questa bambina. Com’è possibile che i 5 Stelle non abbiano votato i vaccini?».
Il caso della bambina aveva subito provocato una reazione dell’assessore piemontese alla Sanità, che aveva attaccato chi si oppone alle vaccinazioni obbligatorie definendo la decisione di non vaccinare i figli un atto di «egoismo». Il padre della bambina da parte sua si è rivolto a un legale e si è difeso spiegando di «essersi informato» prima di decidere di non vaccinare i figli e di temere di «essere strumentalizzato». Un timore fondato se si considera la citazione di Renzi. Al di là di eventuali ragioni ed eventuali torti dei genitori è sempre rischioso usare una vicenda personale per una questione politica. Soprattutto se c’entra una difficile condizione di salute, soprattutto se c’entra un attacco a un avversario.
(Immagine di copertina da video di: La7 / DiMartedì)