Matteo Renzi e gli 80 euro in busta paga a maggio
13/03/2014 di Alessandro D'Amato
Matteo Renzi presenta il suo piano per il taglio dell’Irpef che porterà 80 euro in più in busta paga a chi guadagna ne guadagna 1500 al mese. I giornali di oggi aprono con la promessa del premier ai dieci milioni di italiani che sono oggetto del provvedimento. Con una grande attenzione alle cifre, come fa il Fatto:
MATTEO RENZI E GLI 80 EURO IN BUSTA PAGA A MAGGIO – E il Corriere della Sera spiega come funziona l’idea del taglio dell’Irpef:
Per chi guadagna uno stipendio fino a 1.500 euro netti, ha detto il presidente del Consiglio, lo sgravio sarà pari a circa 1.000 euro netti all’anno a regime, un po’ di meno quest’anno, visto che quattro mesi sono già passati. La riduzione delle imposte sul lavoro, in ogni caso, riguarderà i lavoratori dipendenti (il governo non ha fatto cenno a redditi da pensione o da lavoro autonomo) con un reddito Irpef massimo di 25 mila euro lordi annui. E sarà interamente coperto «sulla base di risparmi di spesa pubblica, senza l’aumento di altre imposte o tasse» ha garantito il presidente del Consiglio. Gli sgravi fiscali saranno attuati verosimilmente attraverso un aumento delle detrazioni Irpef, ma il provvedimento di attuazione arriverà solo tra qualche settimana, dopo l’aggiornamento del quadro di finanza pubblica con il Documento di Economia e Finanza, che darà la dimensione dei margini disponibili.
Le coperture «abbondano» ha detto ieri Renzi, secondo il quale si arriverebbe facilmente a 20 miliardi di euro:
C’è un margine di 6,4 miliardi da utilizzare senza superare il deficit del 3%, anche se il governo non intende sfruttarlo tutto, altri 2,2 miliardi già garantiti dal calo dei tassi sui titoli pubblici (che potrebbero essere anche di più), poi c’è l’una tantum del rientro dei capitali, che può essere usata in attesa di sostituire il gettito con misure strutturali e, potenzialmente, 5 miliardi di maggior gettito Iva grazie al pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione (68 miliardi entro luglio), i 5 miliardi di investimenti nelle scuole e contro il dissesto idrogeologico.
Anche gli altri quotidiani puntano sull’effetto economico dei provvedimenti:
COME FUNZIONA IL TAGLIO DELL’IRPEF DI RENZI – E le coperture? Questa è la tabella riassuntiva delle coperture di Repubblica:
Mentre la Stampa entra nel dettaglio delle buste paga di fine maggio:
A beneficiarne in busta paga tra due mesi saranno circa 10 milioni di lavoratori dipendenti e assimilati, leggi ex “Cococo”, che galleggiano entro la soglia dei 25 mila euro di reddito, più o meno 1500 mensili. I più stretti collaboratori economici del premier però assicurano che l’obiettivo è ancora più ambizioso: arrivare a quota cento, aggiungendo allo sgravio annunciato ieri i 20 euro di mini sconto fiscale, la famosa pizza, regalata a partire da aprile dal governo Letta con l’ultima legge di stabilità.
I benefici poi non saranno per tutti uguali:
La fetta più grossa dei 10 miliardi su base annua, che scendono a 6,6 visto che ci sono da finanziare sgravi solo per otto mesi da maggio alla fine dell’anno, si concentreranno fino a 25 mila euro. Poi, come anticipato dallo stesso Renzi, ci sarà un “decalage” fino a quota 30mila, dove è ipotizzabile che lo sgravio non superi la quarantina di euro mensili. Alcune elaborazioni nelle mani dei suoi fedelissimi prevedono sconti fiscali concentrati soprattutto nella fascia più bassa, quella compresa tra gli 8mila (al di sotto non si paga Irpef) e i 15 mila euro, due milioni e seicentomila lavoratori, per i quali il bonus in busta paga potrebbe avvicinarsi ai 150 euro mensili. Circa la metà avranno i 3 milioni e 273 mila compresi tra 15 e 20 mila e meno ancora i 5 milioni e seicento che si avvicinano a quota 30 mila.
In tutto 10 milioni di contribuenti . Che non è detto ottengano lo sgravio con l’aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente:
Molto gettonato è anche il taglio dei contributi previdenziali. Nel caso dei lavoratori dipendenti l’attuale aliquota del 33% scenderebbe al 20 per i primi 7700 di retribuzione. Per un salario medio, hanno calcolato i tecnici, il cuneo fiscale si ridurrebbe di 4-5 punti. Naturalmente anche in questo caso il vantaggio sarebbe proporzionalmente maggiore per i salari più bassi e diminuirebbe con l’aumentare della retribuzione.
E LE COPERTURE? – Il quotidiano Libero è quello che mette più in dubbio il sistema delle coperture indicato da Renzi, e lo fa in un articolo firmato dal suo direttore Maurizio Belpietro:
Mettendo a dieta le amministrazioni pubbliche, il premier conta di ricavare 7 miliardi, almeno così ha spiegato. Peccato che pochi giorni fa il suo ministro dell’Econo – mia Pier Carlo Padoan fosse stato molto più cauto, parlando di 5 miliardi su base annua, ossia 3,5 miliardi quest’anno. E lo stesso ha ripetuto ieri in Senato il commissario alla spending review. Ma nonostante sia probabilmente assai più bassa di quanto annunciato in diretta tv, almeno questa è una cifra certa o per lo meno abbastanza certa, perché i tagli dipendono solo da Renzi, il quale per renderli esecutivi non deve fare altro che autorizzarli.
Il resto dei fondi da destinare a copertura del taglio fiscale sulle buste paga invece è più ballerino, a cominciare da quello derivante dalla riduzione dello spread:
Con il tasso attuale è possibile che lo Stato risparmi una parte degli interessi sul debito pubblico, ma prevedere che lo spread resti quello attuale per tutto l’anno e anche per il futuro è un azzardo, in quanto, come abbiamo visto, i tassi sono volatili, mentre la riduzione delle imposte è strutturale. Non solo: Bruxelles considera certa una posta di bilancio quando è realizzata, non quando è prevista. Dunque Matteo gioca d’azzardo, forza la mano, annuncia di aver fatto ciò che non è ancora in grado di fare.