Matteo Renzi: nuovo Blair, giovane Berlusconi o Fonzie?
15/02/2014 di Andrea Mollica
Chi è Matteo Renzi? Il più importante quotidiano progressista d’Inghilterra, The Guardian, dedica al nuovo presidente del Consiglio del nostro paese un lungo ritratto interrogandosi su questa domanda. Si parla di un Tony Blair, di un nuovo Silvio Berlusconi oppure di Fonzie, un bullo televisivo e falsa speranza di rinnovamento per l’Italia in crisi?
DARE LA RISPOSTA – «Vorrei dare la soluzione». Sono passati ormai 20 anni, da quando Matteo Renzi disse più volte questa frase a Mike Bongiorno, nella sua partecipazione allo storico programma La Ruota della Fortuna. Con un curioso segno del destino, mentre il giovane studente di giurisprudenza della facoltà di Firenze si trovava negli studi di Canale 5, il padrone di quella televisione, Silvio Berlusconi, arrivava a Palazzo Chigi. Era il 1994, l’anno della nascita della cosiddetta II Repubblica, periodo caratterizzato dalla leadership politica del fondatore delle TV private italiane. Oggi come allora, Matteo Renzi vuole dare la soluzione per l’Italia, dopo aver organizzato una manovra di palazzo che ha messo in agitazione lo stesso partito che aveva conquistato in modo trionfale solo poche settimane fa. Il leader del Partito Democratico è ormai prossimo a diventare il nuovo presidente del Consiglio, il sessantaduesimo della nostra storia repubblicana, e il quotidiano inglese The Guardian prova ad interrogarsi su chi sia veramente il nuovo leader della quarta economia dell’Unione Europea.
BLAIR O GIOVANE BERLUSCONI? – Il quotidiano inglese, notoriamente di simpatie progressiste, propone un titolo molto eloquente sullo stupore che lo stesso Matteo Renzi suscita su un politico che ha avuto un impatto così rivoluzionario sul sistema politico italiano. In questo senso l’analogia più facile è proprio con lo stesso Silvio Berlusconi, che vent’anni fa, quando Renzi era ancora un giovane studente di giurisprudenza, scesa in campo spazzando via un sistema politico già collassato per le inchieste giudiziarie e la bancarotta evitata grazie a manovre di rigore che recisero i legami coi partiti che avevano scritto la Costituzione repubblicana. Il modello di Matteo Renzi però non è ovviamente Silvio Berlusconi, dal quale lo separa non solo il campo politico di gioco, centrodestra e centrosinistra, ma la stessa provenienza. Il leader di Forza Italia è un imprenditore che ha incarnato l’antipolitica, mentre Renzi non ha mai fatto altro che stare in partiti o istituzioni durante la sua esistenza post studi. In questo il vero modello per il prossimo presidente del Consiglio è Tony Blair.
RISCHI DA FONZIE – The Guardian rimarca come dichiararsi blairiani non sia per nulla scontato a sinistra. In Italia, come in altri paesi europei, Tony Blair viene identificato come un leader progressista troppo moderato e compromesso, con un sostengo alle guerre di Bush che pochi gli hanno perdonato a sinistra. Il posizionamento politico di Renzi è però sempre stato piuttosto moderato, un profilo che gli ha permesso, almeno fino alla fine dell’anno scorso, di diventare molto popolare anche tra gli elettori di centrodestra. La sua leadership ha conquistato molti italiani, spiega il quotidiano inglese, anche per la sua capacità di proporsi in modo post ideologico. The Guardian cita come simbolo di questa impostazione la partecipazione di Renzi ad Amici di Maria De Filippi, con tanto di giubbotto da pelle da Fonzie poi rivendicato in un memorabile servizio fotografico su Chi di Alfonso Signorini. Il leader PD ha deciso così di parlare in modo diretto, e senza paura di critiche poi piovute a pioggia, su codici comunicativi dichiaratamente berlusconiani.
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CACCIA DI FORTUNA – L’ascesa di Renzi al vertice della politica nazionale ha entusiasmato un numero crescente di sostenitori, ma anche rafforzato i numerosi pregiudizi e l’ostilità nei confronti del sindaco di Firenze. Il passaggio di vera svolta è però avvenuto in questa ultima settimana, con una manovra dal manuale di Macchiavelli. Una citazione fiorentina che utilizza The Guardian per rimarcare come lo stesso leader del PD abbia rinunciato alla sua narrativa ed ai suoi simboli tradizionali per arrivare al potere. Ora che diventerà il nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi dovrà rispondere alla domanda posta dal quotidiano inglese su chi sia veramente: un Tony Blair capace di rinnovare la sinistra italiana e regalare benessere al suo paese, oppure una replica giovanile di Berlusconi, con il giubbotto di pelle da bulletto televisivo al posto del cerone e del doppio petto aziendale.