Mediaset Premium, la pay tv che paghi e non vedi
07/05/2012 di Tommaso Caldarelli
Per una volta, è facile dire che non si capisce veramente nulla. Nel senso che è come guardare due binari che corrono paralleli: da un lato ci sono le regole, fatte apposta per tutelare i contraenti. Tutti i contraenti: entrambe le parti. Il fornitore del servizio, e chi lo acquista. E sull’altro binario ci sono disservizi continui ed inspiegabili, un inferno di cristallo di banche, recupero crediti, cittadini che si lamentano, curiose fatture spedite più volte, impossibilità quasi cronica di ottenere rimborsi, call center efficientissimi nel scalare la tariffazione oraria ma, pare, molto meno nell’offrire i servizi che promettono. Benvenuti nel mondo Mediaset Premium, il digitale terrestre firmato Mediaset, quello che grazie ai decoder e alle schedine prepagate permette di vedere e godersi i contenuti, appunto, Premium.
PAY PER TRUFF – Basta pagare, ovviamente: pay per view. Partite di calcio, film, serie tv, cartoni animati: ce n’è per tutti, basta aprire il portafoglio. Nulla di male, beninteso: ma quando si tratta di far uscire i soldi dei cittadini dalle tasche, l’ideale sarebbe fornire un servizio corretto. E invece basta una veloce ricerca su Internet per rendersi conto che la follia regna sovrana, e le autorità di garanzia per ora si dimostrano latenti. Soprattutto nei confronti dei cittadini che hanno scelto Mediaset Premium “livello 2”, per così dire: in effetti l’offerta Premium è utilizzabile in due formule. Una formula ricaricabile base, in cui si utilizza solo il credito che si ha sulla tessera; una formula, chiamata “Easy Pay”, in cui si dà in pasto alla Mediaset le proprie coordinate bancarie. E l’inferno, pare, diventa un passo più vicino. Se ne è occupato il Salvagente, settimanale dei “diritti e delle scelte” a tutela del consumatore nel numero di questa settimana.
AUTHORITY – In effetti la redazione della pubblicazione da tempo raccoglie lamentele e segnalazioni dell’utenza sul problema Mediaset Premium; raggiunta una certa massa critica, le ha inviate alle competenti autorità di vigilanza: quella sulle Comunicazioni, e quella sulla Concorrenza e il mercato. I risultati non sono stati entusiasmanti.
Al mutismo dell’azienda, che dialoga soltanto tramite un inefficiente call center a pagamento, non c’è rimedio. Così, la parola passa ai “controllori”. Quello di settore, l’Agcom, dà i suoi numeri: in sei mesi, ha ricevuto 70 segnalazioni a carico di Mediaset Premium, in gran parte per interruzione e sospensione del servizio, ma anche per mancato rimborso del credito residuo, mancata attivazione del servizio e attivazione non richiesta. Tutti casi aggravati – sempre – dalla difficoltà di accedere al servizio clienti. Sul caso, l’avvocato Ivana Nasti, capo dell’ufficio segnalazioni dell’Authority per le comunicazioni, dichiara al nostro giornale: “Il mio impegno ora è dare a questi reclami un canale prioritario”.
E infatti, su 150 segnalazioni inoltrate dal Salvagente, non c’è risposta alcuna. Ancora peggio va al ricorso inoltrato all’Antitrust in data 23 settembre 2009, perché l’Autorità mette per iscritto che non ci sono gli estremi per procedere.
Il 4 aprile 2012 delibera sul nostro ricorso del 23 settembre 2009. Con due anni e 7 mesi di ritardo, ritiene che “allo stato non sussistono i presupposti per un approfondimento istruttorio della segnalazione in oggetto”, che ai tempi era la mancata attivazione del servizio. E argomenta: “Le vicende segnalate appaiono essere frutto di una situazione episodica e non di una strategia commerciale del professionista Rti e in violazione della normativa in materia di pratiche commerciali scorrette”.
Insomma, disservizi occasionali; questo nonostante in una precedente decisione, l’Autorità avesse chiarito che, sì, Mediaset Premium faceva pagare i servizi anche a recesso effettuato. Eppure le segnalazioni non si sono fermate, segno che i problemi continuano. E secondo la recente decisione dell’autorità, le regole sono chiare e precise, se poi qualcosa va male ogni tanto non può essere imputato ad una “strategia scorretta” da parte di Mediaset. Tutto regolare. Sarà. Per i cittadini di sicuro è molto fastidioso, quando non addirittura – quasi sempre in realtà – un danno personale e patrimoniale.